Savona: 5 milioni di euro per autovelox non omologati: interrogativi sulla legalità della spesa pubblica e sulla trasparenza delle procedure.
- Altvelox
- 21 giu
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La Provincia investe ingenti risorse per dispositivi di rilevazione elettronica della velocità mentre attende ancora chiarimenti ufficiali da Ministero e Prefettura: omologazioni assenti, criteri di installazione non pubblici, e un recente precedente penale che coinvolge le ditte fornitrici alimentano dubbi e timori.

Suscita perplessità la notizia, riportata da fonti giornalistiche locali e nazionali secondo cui la Provincia di Savona avrebbe impegnato una somma di circa 5 milioni di euro in quattro anni per la sostituzione dei dispositivi autovelox. L’operazione, in sé legittima se condotta nel rispetto delle norme, solleva dubbi importanti sulla trasparenza amministrativa e sulla legalità tecnica delle apparecchiature installate.

Secondo quanto si apprende, l’Ente sarebbe ancora in attesa di indicazioni ufficiali dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti circa le procedure di omologazione, nonché dei criteri di installazione dalla Prefettura, con riferimento specifico al tasso di incidentalità delle strade interessate. Tuttavia, nonostante questa mancanza di chiarezza preliminare, sarebbero già state avviate spese, forniture e installazioni.
A preoccupare non è soltanto il tempismo, ma anche la possibile non conformità degli strumenti utilizzati. L’impiego di dispositivi di rilevazione privi di omologazione come previsto dal combinato disposto dell’art. 142 del Codice della Strada, del D.M. 282/2017 e delle norme tecniche UNI/CEI applicabili rende di fatto illegittimo ogni accertamento basato su di essi, con implicazioni che possono estendersi sul piano civile, penale e contabile.
Non si tratta di mere speculazioni. La recente sentenza n. 10365/2025 della Corte di Cassazione penale, pronunciata il 14 marzo scorso, ha confermato in via definitiva la configurazione del reato di frode nelle pubbliche forniture in un caso analogo, che ha coinvolto le società Kria Srl (produttrice di autovelox sequestrati) e Lab Consulenze Srl (commercializzatrice delle apparecchiature). La Corte ha individuato responsabilità precise a carico dei vertici aziendali per la vendita di dispositivi privi di omologazione, con un evidente danno sia per gli enti pubblici acquirenti, sia per i cittadini multati. Secondo fonti disponibili, Lab Consulenze Srl risulterebbe tuttora proprietaria della Kria Srl.
Alla luce di questi gravi precedenti, e in assenza di un’adeguata documentazione pubblica che attesti l’omologazione degli strumenti e la correttezza dei procedimenti seguiti, è legittimo anzi, doveroso chiedere chiarezza. Una comunicazione formale è già stata inviata alla Presidenza della Provincia, con richiesta di:
conferma o smentita ufficiale sull’effettivo stanziamento di 5 milioni di euro
accesso agli atti amministrativi relativi a determinazioni, contratti e forniture
documentazione tecnica ed economica completa fornita dalle ditte coinvolte
indicazioni circa lo stato di omologazione dei dispositivi e i criteri adottati per la loro collocazione
Nel caso in cui non pervenga un riscontro entro il termine di legge (10 giorni dal ricevimento), si procederà con denuncia-querela presso la Procura della Repubblica e segnalazione alla Corte dei Conti per le valutazioni in merito ad eventuali profili di danno erariale. Altvelox continuerà a monitorare la vicenda con il consueto rigore tecnico e spirito civico, nell’interesse della legalità e della trasparenza amministrativa.
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