L’ingiustizia della giustizia – consentiteci questo incipit ossimorico – è uno degli spettacoli più ricorrenti nel teatro del mondo in generale e nel teatrino italiano in particolare. Vediamo come le Pubbliche Amministrazioni usano la Giustizia a spese del cittadino e chi, tra i due ne trae vantaggio.
La Legge è uguale per tutti, è la frase solenne che si legge nelle aule di giustizia a caratteri cubitali. Di lontana origine greca, il principio è stato formalmente enunciato per la prima volta nella Dichiarazione dei Diritti dell'uomo (1793). Ripreso nella Costituzione termidoriana dell'anno III (1795), fu recepito in Italia dalle Costituzioni delle Repubbliche giacobine.
Da secoli tuttavia, l'esperienza ci ha insegnato che ci sono cittadini e cittadini. Secondo la nostra Costituzione, articolo 3, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, forse vi sono delle eccezioni. Solo i casi simili devono essere trattati in modo uguale.Tuttavia, proprio perché tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, lo Stato si impegna a garantire a tutti le stesse possibilità, ossia le stesse condizioni di partenza, per poter competere ad armi pari con gli altri. Equità si riferisce all'equità e alla giustizia e si distingue dall'uguaglianza: mentre l'uguaglianza significa fornire lo stesso a tutti, l'equità significa riconoscere che non tutti partiamo dallo stesso punto e dobbiamo riconoscere e apportare modifiche agli squilibri.
Chiunque entra in un tribunale potrà notare la scritta "la legge è uguale per tutti", ma è davvero così oppure vi sono delle eccezioni? Noi oggi vogliamo dimostrare ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che la legge non è perniente uguale per tutti a partire dal ceto sociale e dalla estrazione economica di ogni singolo cittadino.
Ovviamente ci fermeremo al nostro campo di azione in ambito di sanzioni amministrative, non pretendiamo di scrivere un articolo disquisendo sulla Giusitizia Italiana. Vogliamo portare alla luce fatti realmente accaduti ed esperienze direttamente da noi vissute, dove risulterà limpido come la Giustizia Civile in Italia non garantisca a tutti i cittadini di potersi difendere, cercando giustizia appunto.
Oggi il cittadino Mario, ha ricevuto una multa per aver superato il limite della velocità. La presunta infrazione gli viene contestata da un comune qualsiasi, che, come spesso accade e chi ci segue lo sa, utilizza strumenti (autovelox) non legali, installati su strade prive di requisiti, spesso nascosti o senza cartelli, rilevatori installati con l'alibi della sicurezza stradale, puntualmente disattesa, ma che sistemano i bilanci e fanno dormire sonni tranquilli Sindaci e Segretari Comunali. Mario, certo di non aver superato i limiti e comunque convinto di non essersi reso conto di aver commesso l'infrazione decide di chiamare l'Associazione Nazionale dei Consumatori e delle micro Imprese - Migliore Tutela, e promuove un ricorso amministrativo innanzi al Giudice di Pace o al Prefetto (primo grado).
Con una percentuale da noi registrata ad oggi del 80% - 90% di possibilità, Mario si vedrà annullare quella sanzione dal Giudice di Pace, perche come anzi detto, sono numerose le abituali violazioni che commettono le Pubbliche Amministrazioni sull'utilizzo di questi autovelox. Il Giudice, amministrando la Giusitizia correttamente, in modo libero ed imparziale difficilmente potrà respingere un simile ricorso. A Mario verrà quindi accolta la sua contestazione di primo grado e sarà annullata la sanzione erogata ingiustamente dal comune di turno, che per questa volta, non incasserà e da qui iniziano i problemi...
Come spesso accade parliamo di piccole amministrazioni locali, ma non sempre attenzione (vedasi Milano). Negli ultimi anni a fronte dei costanti tagli attuati dello Stato, le P.A. si sono dovute inventare un modo alternativo per avere i bilanci in ordine. Ed allora i Sindaci si sono specializzati in sicurezza stradale, ogni sindaco con un rettilineo o una strada trafficata o anche solo potenzialmente pericolosa, divenuti paladini della sicurezza e prevenzione degli incidenti, hanno iniziato ad installare, autorizzati dai prefetti (quindi dallo stato), rilevatori elettronici delle velocità. Per loro problema risolto e bilancio sistemato. Solo che oggi in Italia risultano attivi 11.200 autovelox, quando in Europa ne sono attivi solo 25.000.
Ma torniamo a Mario che nel frattempo felice è tornato a casa senza la sua multa e con tutti i punti patente intonsi. Mario ha tolto al sindaco di turno la credibilità e di peggio ha intaccato il bilancio di quella amministrazione. Magari Mario tutelato da Altvelox lo dice a Giovanni e poi a Maria che ne parla con Francesco e i ricorsi arrivano ad essere nella sola Provincia di Belluno oltre 400 nell'ultimo anno di cui appunto 80% accolti...
Ed allora il Sindaco, corre ai ripari, contatta subito uno studio legale, che, a spese della collettività, predisporrà l'impugnazione della prima sentenza che aveva annullato la multa di Mario (Tribunale secondo grado).
Un avvocato onesto, per organizzare e sostenere un appello di secondo grado, chiederà al Sindaco non meno 1000 euro + le tasse (sicuramente di più), ma ricordiamo che qui in discussione c'è una multa di Mario di soli 100 euro. Se il Sindaco di turno amministrasse così una società privata, verrebbe cacciato seduta stante a calci in culo, per aver fatto spendere alla società per cui lavora, una cifra dieci volte maggiore di quella che forse potrà recuperare (se il giudice gli darà ragione).
Risulta ovvio che Mario a questo punto dovrebbe fare la medesima azione, trovarsi un legale onesto e andare alla udienza in Trbunale per discutere sulla sua multa da 100 euro, anticipando di tasca propria, 1000 euro di avvocato piu tasse e questo, lo ripetiamo perche è il nocciolo del discorso, a differenza del Sindaco che ha utilizzato soldi della collettività.
Secondo voi Mario a questo punto cosa potrà fare davanti alla scelta di pagare la propria multa da 100 euro o anticipare 1500 euro per difendersi in Tribunale?
Questa non è Giustizia uguale per tutti perche evidentemente Mario rinuncerà alla sua causa, anche sapendo di avere ragione e pagherà la sua multa al Sindaco che felice avrà sistemato la questione e il proprio bilancio a spese dei cittadini, perche attenzione, quell'avvocato vorrà comunque saldata la sua parcella concordata col Sindaco.
Risultato il Sindaco avrà in cassa la multa da 100 euro avendone speso 1500 euro dei cittadini secondo voi per quale motivo? La risposta la pubblichiamo qui sotto.
Vi abbiamo raccontato una storia vera, abbiamo omesso volutamente nomi e cognomi, ma due delle Amministrazioni che fanno questi giochetti sulla pelle dei cittadini sono proprio i Comuni di Quero Vas e di Arsiè, che da quando abbiamo fatto annullare sanzioni su sanzioni, hanno subito affidato ad uno studio legale le questioni che in caso di sentenza sfavorevole in primo grado, impugna immediatamente in Tribunale ai costi approssimativi sopra descritti.
E se moltiplicate le parcelle ad ogni ricorso i conti li lasciamo fare a voi.
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