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Sindaci che "fanno cassa" con gli autovelox e i Prefetti che glielo permettono.

Autovelox ovunque in nome della sicurezza stradale, Sindaci che appena accade un incidente invocano immediatemente l'autovelox quale unico rimedio per rallentare gli automobilisti incoscenti. Poi però si scopre che le stesse amministrazioni sono le prime ad essere inadempienti ed in violazione con lo stesso codice della strada. E i Prefetti invece di controllare e segnalare le inadempienze autorizzano senza se e senza ma.

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S.S.53 Km 21+725 - Comune di Cittadella (PD)

LA PREMESSA

Autovelox ovunque, siamo il Paese Europeo con più rilevatori delle velocità al momento attivi, oltre 3500 in tutta Italia, il Veneto la Regione con più autovelox autorizzati. La stima è quella di superare i 4000 esemplari nel 2024, un vero e proprio business per le società che li producono, li propongono alle Amministrazioni e spesso li gestiscono ricevendo anche cospicue percentuali sulle sanzioni emesse.


Premettiamo che noi non siamo contrari alle rilevazioni delle velocità, anzi proprio il contrario, se però queste fossero attuate nei modi e termini previsti dalla legge, con l'immediata contestazione e sanzione al trasgressore. Ha svolto benissimo questo compito la Polizia Stradale di Padova, che la scorsa settimana sulla autostrada A4, ha rilevato elettronicamente un folle che correva a 223 Km/h, lo ha inseguito, fermato, gli ha bloccato l'auto e ritirato la patente. Così va svolta la vera prevenzione.

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S.S.16 Km.51+350 - Comune di Bosaro (RO)

AUTOVELOX OVUNQUE E COMUNQUE

Invece no, molto più semplice e meno oneroso fare spicciola demagogia magari subito dopo un incidente invocando l'autovelox quale unico modo per rallentare i pazzi scatenati che non rispettano i limiti e le regole mettendo in pericolo gli altri. Si, così è facile visto che i Prefetti autorizzano senza se e senza ma, senza verificare e senza segnalare eventuali inadempienze, ma sopratutto molto redditizio da quanto risulta dai proventi dichiarati dagli stessi comuni e amministrazioni locali anche per il 2022. Sostanziosi tesoretti immediati e utili per sistemare i bilanci e vivere sereni spendendo risorse pubbliche che diversamente sarebbero entrati nelle casse sopratutto dei micro comuni.


I cittadini sono diventati i bancomat senza pin delle pubbliche amministrazioni in nome della sicurezza stradale.


"GUERRA" AI PREFETTI

Da qualche mese abbiamo "dichiarato guerra" ai Prefetti che autorizzano l'installazione e l'utilizzo degli autovelox in modo illegittimo, violando palesemente le disposizioni di legge ritenendo a priori che l'ampia discrezionalità che la stessa legge gli ha concesso, possa bastare per fare quello che gli pare a danno dei cittadini.

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Ministro dell'Interno Dr. Matteo Piantedosi

E allora abbiamo iniziato a chiedere ai Prefetti di fornire i Piani Urbani del Traffico e i Piani del Traffico per la viabilità extraurbana che i Comuni e le Province dal 1993 hanno obbligo di redigere ed aggiornare ogni due anni. Secondo voi i Prefetti sanno di cosa stiamo parlando e quale documento abbiamo richiesto? Nessun Prefetto ci ha risposto, nessun Prefetto ha saputo fornire questi essenziali documenti sulla sicurezza stradale e delle strade e sapete il perche? Perchè nessuno lo ha mai redatto. Nessuno.


Di peggio in tutto questo è che l'articolo 36 comma 10 del Codice della Strada recita testualmente: "I comuni e gli enti inadempienti sono invitati, su segnalazione del prefetto, dal (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) a provvedere entro un termine assegnato, trascorso il quale il Ministero provvede alla esecuzione d'ufficio del piano e alla sua realizzazione".


Per fare comprendere l'importanza del Piano Urbano del Traffico e il motivo per il quale dal 1993 esso risulta obbligatorio, soprattutto per quelle amministrazioni che effettuano controlli elettronici della velocità per combattere problemi di viabilità, si trascrive la Determina del Ministero dei Lavori Pubblici n.3698 del 08/06/2001 che ha disposto:

"La tutela della vita e della salute umana sulle strade, in due parole la tutela della “sicurezza stradale” è uno degli obiettivi fondamentali che ogni società civile deve porsi. Al Ministero dei lavori pubblici e per esso all’Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale spetta, in virtù dell’art. 35 del Nuovo Codice della strada (poi modificato dall'articolo 36), il compito di coordinare e di supportare gli Enti proprietari di strade del loro ruolo di gestori della rete di propria competenza e di tutori della sicurezza della circolazione che si svolge sulla rete stessa. Nell’ambito di tale attività si è inteso affrontare la problematica della sicurezza stradale all’interno dei centri abitati, dove si registra oggi il 70% degli incidenti il 40% dei morti ed il 75% dei feriti. E’ stato pertanto predisposto il documento “Linee guida per la redazione dei piani urbani della sicurezza stradale” che si allega e che costituisce atto di indirizzo per le Amministrazioni comunali tenute, ai sensi dell’art. 36 del Nuovo Codice della strada, alla redazione, all’adozione, all’attuazione ed all’aggiornamento del Piano urbano del traffico. Lo stesso documento rappresenta anche un utile riferimento per le Amministrazioni che, pur non essendo tenute alla redazione del Piano Urbano del Traffico, vogliono porre la dovuta attenzione ai problemi della sicurezza stradale nell’ambito dei propri centri abitati". SEGUE...

"Gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale individuano quattro aree o campi di intervento prioritari: sistemi infrastrutturali di massimo rischio, aree urbane e strutture territoriali, utenti deboli ed utenti a rischio, incidenti stradali sul lavoro. Considerato che una elevata quota di incidenti che coinvolgono utenti deboli, utenti a rischio e persone durante il lavoro o che si recano al lavoro, si verifica in area urbana, si comprende che gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale attribuiscano agli interventi in area urbana una funzione strategica per il raggiungimento dell’obiettivo comunitario, pienamente fatto proprio: ridurre del 40% il numero di morti e feriti entro il 2010. Le Linee Guida di Attuazione del Piano Nazionale individuano come strumenti di azione i Progetti per la sicurezza stradale, sviluppati ed attuati dagli Enti proprietari e gestori della rete stradale (con prevalente riferimento alle Regioni ed al sistema delle Amministrazioni locali) e da altri organismi (pubblici e privati) interessati alla sicurezza stradale. Il Piano dovrà fornire i criteri per la definizione dei Progetti per la sicurezza stradale ed incentiverà, tecnicamente e finanziariamente, sia la redazione e l’adozione di progetti finalizzati a determinare in modo specifico e puntuale gli interventi per migliorare i livelli di sicurezza stradale, sia la realizzazione di interventi infrastrutturali specifici sul sistema. Tali interventi dovranno essere finalizzati a migliorare le condizioni di sicurezza stradale e ridurre il numero delle vittime relativamente: alle aree urbane (o a porzioni di queste) e ai sistemi territoriali (ad esempio la viabilità e il traffico a livello provinciale o sovra comunale) con elevato tasso di mortalità e ferimento per incidenti stradali; agli utenti deboli (pedoni, ciclisti, conducenti di motocicli) e agli utenti a rischio (utenti della strada molto giovani e molto anziani); agli incidenti stradali che si verificano sul lavoro o durante il tragitto casa lavoro.

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Sen. Matteo Salvini

Inoltre gli Indirizzi Generali del Piano Nazionale, partendo dalla constatazione che non sempre i Piani Urbani del Traffico (PUT) risultano adeguatamente orientati a migliorare le condizioni di sicurezza stradale, stabiliscono che nell’ambito del Piano Nazionale saranno definiti indirizzi e criteri per l’elaborazione dei PUT di seconda generazione, intendendo indicare con ciò strumenti che: comprendano esplicitamente obiettivi quantitativamente definiti di riduzione del numero di morti e feriti per incidenti stradali, distinguendo tra le diverse componenti di mobilità; siano dotati di strumenti per la verifica quantitativa dei risultati conseguiti (monitoraggio locale dell’evoluzione dei livelli di sicurezza nelle aree urbane); prevedano esplicitamente le misure e i provvedimenti da porre in essere qualora gli obiettivi di miglioramento della sicurezza stradale non vengano raggiunti o vengano raggiunti in modo del tutto parziale".


Le Linee Guida di Attuazione del Piano Nazionale prevedono la promozione e la incentivazione, anche con cofinanziamenti, dei PUT di seconda generazione, orientati a determinare una mobilità sicura e sostenibile, con particolare riferimento al miglioramento della tutela delle utenze deboli (pedoni e ciclisti), associati a strumenti di monitoraggio dell’incidentalità e dei risultati conseguiti e dotati di un apparato di strumenti attuativi vincolati ai risultati in termini di riduzione del numero delle vittime di incidenti stradali.


Secondo voi le Amministrazioni hanno goduto di questi finanziamenti pubblici ?


MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Non ricevendo risposte abbiamo iniziato da qualche settimana a coinvolgere i ministri e gli uffici ministeriali competenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Ministro Senatore Matteo Salvini e il Ministero dell'Interno che gestisce i Prefetti, con il Dr. Matteo Piantedosi.


Abbiamo inoltrato e persisteremo a farlo tutte le istanze e le risposte assurde che ci pervengono sulla sicurezza stradale da parte dei Prefetti e delle Amministrazioni Provinciali e Locali che fanno uso indiscriminato degli autovelox.

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Comune di Arsiè (BL) privo di PUT

Ma il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ci ha subito risposto nelle scorse settimane con una nota ufficiale scrvendoci che:

1) "Con riferimento alla nota di codesta Associazione, inviata con PEC del 03/08/2023, si comunica, relativamente al quesito n.1 della nota in parola, che l’art. 36 del Codice della strada recante “Piani urbani del traffico e piani del traffico per la viabilità extraurbana” non ha subito modificazioni ed è pertanto tuttora in vigore nella sua formulazione originaria."


2) "Per quanto attiene agli altri quesiti posti con la nota di codesta Associazione, si rappresenta che non è pervenuta a questo Dicastero alcuna segnalazione di inadempienza da parte dei Prefetti competenti per territorio"


Una risposta Ministeriale precisa e inequivocabile, che ci conferma senza giri di parole che i Prefetti sono inadempienti nel loro obbligo di vigilanza, segnalazione ed eventuale predisposizione dei piani di sicurezza delle strade. Ma ci conferma quanto abbiamo scoperto, che moltissime pubbliche amministrazioni non hanno redatto il documento obbligatorio sulla sicurezza delle strade, chiedendo però ai prefetti gli autovelox per garantire la sicurezza. Qualcosa non torna ed allora abbiamo scritto nuovamente ai Ministri chiedendo che nelle more della messa in sicurezza delle strade, i Prefetti non possano autorizzare l'installazione e l'utilizzo degli autovelox e inoltre siano sospesi tutti i rilevarori automatici in funzione su strade prive dei piani urbani ed extraurbani del traffico.







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ALTVELOX - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
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