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Belluno: Vigili nascosti col telelaser e senza spazio per fermare la auto.

Abbiamo documentato in diretta con un video della nostra "dashcam" l'imboscata giornaliera che la Polizia Locale di Belluno ha messo oggi in atto in Via Prade, ma per la Cassazione nascondersi per effettuare rilevazioni si equipara al reato di truffa.

via prade belluno
Belluno Via Prade - controllo telelaser

Per chi conosce la zona, stiamo parlando del tratto di Via Prade da poco realizzato con il cavalcavia che da Via Marisiga porta a Via Feltre nel centro di Belluno, ma nel video sotto si comprende senza dubbio.


Oggi finalmente siamo riusciti a registrare in diretta una delle frequenti "imboscate" che speriamo solo alcuni operatori della Polizia Locale di Belluno mettono abilmente in atto al fine di sanzionare gli automobilisti che non rispettano i limiti, ma sicuramente non per prevenire la sicurezza delle strade.


Superato il cavalcavia la strada diventa rettilinea, il limite essendo centro abitato è sempre di 50 Km/h. Terminata la discesa dello stesso cavalcavia, dopo pochi metri sono stati posizionati dei cassonetti verdi e gialli per i rifiuti delle case adiacenti, nell'angolo in basso di uno di questi cassonetti gli agenti hanno posizionato un piccolo cartello di preavvisto del controllo elettronico della velocità.

belluno via prade
Belluno Via Prade - controllo telelaser

Il Codice della Strada impone che: Il cartello di preavviso deve essere facilmente avvistabile dal conducente, il che significa che non deve essere oscurato da vegetazione, da altri segnali, non deve presentare scritte, deve essere della dimensione sufficiente a poter essere avvistato anche nelle strade a due o più corsie.


Vi assicuriamo che chi scrive, ha una esperienza professionale diretta e ultra ventennale, per essere certo che quel cartello è stato "appoggiato" in quel preciso modo, al solo fine di renderlo difficilmente percettibile da chi transita, o renderlo visibile solo dai più fortunati ed attenti. Noi stessi lo abbiamo notato per puro caso, in quanto guidando con prudenza ed attenzione, quell'angolo cieco non è un punto dove lo sguardo cade normalmente, poichè si è più attenti a guardare i passaggi pedonali o le altre auto. Se poi abbiamo davanti un altro veicolo quel cartello è impossibile da vedere, ecco l'inganno servito.


Come si vede la strada Via Prade è larga e ben segnalata, a circa cento metri dai cassonetti, si allarga ulteriormente con il nuovo ed ampio svincolo migliorato da poco per la caserma dei Vigili del Fuoco e la entrata ed uscita dei pullman ed autobus cittadini della Società Dolomiti Bus. Quello sarebbe stato l'unico punto della strada idoneo per legge che avrebbe permesso la postazione di rilevamento elettronico con telelaser. Un punto della strada aperto, ampio, sicuro e che sopratutto, avrebbe permesso alla Polizia Locale, di essere facilmente vista per tempo e gli avrebbe permesso di fermare eventuali trasgressori in sicurezza.


Ed invece no... sarebbe stato troppo corretto ed onesto, con il rischio di tornare a casa senza multe e quindi dove possono essersi posizionati?

belluno via prade
Belluno Via Prade - controllo telelaser

Oltre questo svincolo la strada si restringe ed inizia una semicurva che assieme alla folta vegetazione nasconde la via Prade che porta nell'omonimo cimitero, per vedere questo svincolo ci si deve arrivare proprio davanti, impossibile vedere la pattuglia con il telelaser posizionata all'inizio della Via per il cimitero, ecco qua la trappola ben ardita e premeditata. Un controllo simile deve essere stato pensato e pianificato con attenta e abominevole preparazione tecnica, al fine di sanzionare più possibile.


I due "corretti" agenti della Polizia Locale di Belluno, hanno pensato a tutto, ma non hanno pensato a come fermare in sicurezza eventuali trasgressori, infatti come si vede da foto e video, quella piccola strada e il ridotto spazio che c'è tra il momento della rilevazione elettronica ed il tempo di attivarsi con la paletta di segnalazione per fermare il mezzo, metterebbe in pericolo gli stessi agenti ma anche di peggio le auto in transito. La foto mostra esattamente il momento in cui i due agenti si rendono visibili alle auto in transito, con il telelaser in mano e non posto come previsto su cavalletto perche erano in moto.

belluno via prade
Belluno Via Prade - controllo telelaser

Ma è lecito e corretto nascondere o nascodendersi con l'autovelox? Una domanda della quale si è occupata direttamente la Corte di Cassazione, con l'ordinanza dello scorso 08.02.2022, che ha provveduto ad annullare sanzione e taglio dei punti sulla patente di un automobilista, che si era visto recapitare dal Comune di Feltre (BL) una sanzione inflitta grazie ad un autovelox montato all'interno di un'auto civetta dei vigili urbani. La stessa, per passare completamente inosservata, era priva di scritte di servizio e lampeggianti blu. Non è stato sufficiente il cartello di presegnalazione a far in modo che il verbale fosse valido. Il ragionamento della Corte di Cassazione si basa su un concetto molto importante: l'autovelox deve essere ben visibile ed anche le postazioni di controllo mobili devono essere sottoposte alla stessa regola. Per i primi, questo era un concetto molto chiaro da tempo, tanto da far diventare fuorilegge quelli "infrattati", adesso lo stesso criterio viene esteso alle auto civetta, che vengono utilizzate dalla polizia stradale e dai vigili urbani per lo svolgimento dei vari servizi.

Il Codice della Strada, il D.M.15 agosto 2007, nonchè la circolare ministeriale dell’8 ottobre 2007 ribadiscono in modo chiaro ed inequivocabile l’esigenza di segnalare le postazioni di controllo con adeguato anticipo e in modo da garantirne il tempestivo avvistamento.


La Corte di Cassazione con la sentenza n° 11131/2009 definito ed equiparato l'occultamento dell'autovelox e delle rilevazioni elettroniche REATO DI TRUFFA, scrivendo testualmente: "...Entro questi limiti la Corte ritiene che nell’ordinanza impugnata il Tribunale del riesame contrariamente a quanto affermato nel ricorso sia pervenuto ad affermare la sussistenza del fumus del reato di truffa attraverso un percorso argomentativo immune da vizi logici e giuridici, all’esito di un’approfondita analisi della normativa in materia di rilevamento della velocità dei veicoli attraverso postazioni di controllo sulla rete stradale e di un circostanziato esame dei concreti risultati delle indagini di polizia giudiziaria, senza peraltro trascurare le argomentazioni della difesa del L. e la documentazione dalla stessa prodotta (come si desume dalla menzione della fotografia prodotta dalla difesa e riguardante la segnalazione della postazione mobile di rilevamento della velocità nel Comune di Fiumefreddo Bruzio). - Quanto all’elemento psicologico del reato di truffa, la Corte osserva che il sequestro preventivo è legittimamente disposto in presenza di un reato che risulti sussistere in concreto, indipendentemente dall’accertamento della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell’agente o della sussistenza dell’elemento psicologico, atteso che la verifica di tali elementi è estranea all’adozione della misura cautelare reale (Cass. sez.I 4 aprile 2006 n.15298, Bonura; sez.I 9 luglio 1999 n.2762, Faustini; sez.III 5 maggio 1994 n.1428, Menietti)".

Alberto Sordi
Vigile Otello Celletti

PIU MULTI PIU' GUADAGNI

I corpi di Polizia locale ogni anno devono raggiungere degli obiettivi che spesso prevedono premi in busta paga per i vigili che fanno più multe. La prassi è consolidata ed ha una lunga storia, che risale addirittura ai tempi in cui l'Italia era una monarchia. Ne sono piene da anni le cronache e gli amministratori di ogni colore politico hanno spesso difficoltà ad ammettere l'esistenza dei premi per chi stila più verbali, un meccanismo che sembra fatto più per “fare cassa” in cambio di un vantaggio economico anche per il singolo agente che effettivamente per reprimere i comportamenti di automobilisti indisciplinati che danneggiano la collettività.


Questi premi risalgono però ad un'epoca in cui non esisteva neanche l'Italia Repubblicana: «Le somme riscosse a titolo di ammenda per le contravvenzioni ai regolamenti nell'interesse del Comune e alle ordinanze del Podestà [poi divenuto “Sindaco”, ndr], sia in seguito a condanna, sia per effetto dell'oblazione prevista negli artt. 107 e 108, spettano al Comune. Un terzo del provento delle ammende, di cui al comma precedente, è devoluto ad un fondo speciale per premi di diligenza, da conferirsi agli agenti che abbiano contribuito alla scoperta e all'accertamento dei reati. Le norme per il conferimento di tali premi sono stabilite nei regolamenti comunali».

E' questo il testo originale dell'articolo 110 del Regio Decreto 383 del 3 marzo 1934, il “Testo Unico della Legge Comunale e Provinciale”, firmato dal Re d'Italia Vittorio Emanuele III e contro firmato da Benito Mussolini.


E nonostante il testo sia stato riformato nel 1990, sostituito dal “Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali” introdotto nel 2000 e sopravvissuto alle varie riforme che hanno interessato la P.A., il principio rimane tuttora valido, trovando fondamento nell'articolo 208 del Codice della Strada che, in soldoni, assegna i proventi delle contravvenzioni elevate dalla Polizia locale agli stessi Comuni, i quali possono redistribuirli agli stessi vigili in busta paga come previsto dai contratti nazionali per i lavoratori della pubblica amministrazione.


Insomma, quello degli incentivi ai vigili per le multe inflitte agli automobilisti è un tema che di volta in volta ritorna in auge ogni volta che si parla di “premi produttività” per le forze locali.


Sappiamo poi che molte Amministrazioni Locali, nel contratto di lavoro prevedono questo "bonus sulle multe", insomma piu sanzioni più guadagni. Il Sindaco di Roma dopo aver cercato di negarlo, ha dovuto confermare che il 20% delle multe capitoline vanno ad incrementare gli stipendi della Polizia Locale.

Antonio Codemo
Antonio Codemo

Sarà così anche per Belluno?


lo chiederemo ad Antonio Codemo, comandante della Polizia Locale appena nominato. Classe 1993, una semplice laurea triennale, ma con una lunga militanza come "portaborse" dell'On. Federico D'Incà (M5S) (anch'esso bellunese ovviamente) ed una precedente e veloce esperienza alla Polizia Locale di Jesolo. Insomma un curriculum con esperienza di settore uguale o inferiore a zero.


Ma si sa, la meritocrazia in Italia funziona cosi, il Comune di Belluno aveva aperto una selezione interna, nessun consorso pubblico per un ruolo cosi delicato ed importante per un Capoluogo di Provincia. Sono pervenute ben due candidature dagli ufficiali in servizio al comando di via Gabelli, due Dirigenti con esperienza di settore ultra decennale ed insidscutibile, anche secondo il nostro punto di vista visto che li troviamo in udienza..., ma il Sindaco Oscar De Pellegrin ha deciso di affidare la guida dei vigili bellunesi a Codemo. Ad ognuno i propri pensieri.





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