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Abbagliamento solare e responsabilità penale: la Cassazione non fa sconti.

Quando il sole abbaglia il conducente non si è di fronte a un caso fortuito, ma a una situazione che impone maggior prudenza. La Cassazione lo ribadisce con chiarezza: chi guida deve moderare la velocità e, se necessario, fermarsi. Non basta invocare un fenomeno naturale per andare esenti da responsabilità penale.


chi guida deve moderare la velocità e, se necessario, fermarsi.
chi guida deve moderare la velocità e, se necessario, fermarsi.

Il fatto

La vicenda nasce a Senigallia, lungo la statale che da Ancona porta in città. Un automobilista alla guida di una Citroen C4 colpisce con lo specchietto laterale un pedone che camminava sul margine destro della carreggiata. L’urto è fatale: la donna batte la testa e muore poco dopo.


Il conducente viene imputato per omicidio stradale. In primo grado il GUP lo condanna, la Corte di appello di Ancona conferma la responsabilità riducendo solo la pena per il riconoscimento delle attenuanti generiche. L’uomo non si arrende e ricorre in Cassazione.


Il conducente viene imputato per omicidio stradale
Il conducente viene imputato per omicidio stradale

La sua difesa insiste su due punti: il sole che lo avrebbe improvvisamente abbagliato e l’abbigliamento scuro della vittima, mimetizzata nell’ombra di un albero. Due circostanze, secondo lui, sufficienti a configurare un caso fortuito e a escludere la colpa. La Suprema Corte, con la sentenza n. 36133 del 27 settembre 2024, non accoglie la tesi e dichiara inammissibile il ricorso.


L’argomento dell’abbagliamento solare

Il conducente aveva già sollevato in primo grado il problema del sole basso sull’orizzonte. Secondo la sua versione, una luce improvvisa e intensa lo avrebbe reso incapace di scorgere la donna. È un argomento classico nei processi per incidenti stradali, spesso invocato per dimostrare che l’evento è stato inevitabile.


La giurisprudenza della Cassazione, però, è ferma da anni: l’abbagliamento solare non è un caso fortuito. Al contrario, costituisce una condizione che impone all’automobilista un supplemento di prudenza. La legge parla chiaro: chi guida deve sempre mantenere il controllo del mezzo e adeguare la velocità alle condizioni della strada e della visibilità. Se il sole impedisce di vedere, la condotta diligente non è proseguire come se nulla fosse, ma rallentare fino a fermarsi.


l’abbagliamento solare non è un caso fortuito.
l’abbagliamento solare non è un caso fortuito.

La condotta della vittima

La difesa aveva poi tentato di spostare l’attenzione sulla presunta imprudenza della pedone. Camminava sul margine destro, vestita di nero, nascosta dall’ombra di un albero. Elementi veri, ma giuridicamente irrilevanti. La Cassazione ribadisce un principio costante: la responsabilità del conducente si esclude solo quando il comportamento della vittima sia talmente atipico, rapido e imprevedibile da costituire causa esclusiva dell’evento. Non è questo il caso. Camminare sul margine della carreggiata, anche con abiti scuri, non è un comportamento abnorme, né imprevedibile.


Il ragionamento della Corte

La decisione della Corte di appello, confermata dalla Cassazione, è limpida. Il conducente non ha rispettato l’obbligo di diligenza che incombe su chi si trova in condizioni di visibilità compromessa. Avrebbe dovuto rallentare, adottare ulteriori cautele, persino interrompere la marcia se necessario. Non l’ha fatto e ha colpito il pedone. La conseguenza è la responsabilità per omicidio stradale.


Il ricorso in Cassazione viene quindi dichiarato inammissibile
Il ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile

Il ricorso in Cassazione viene quindi dichiarato inammissibile, con condanna al pagamento delle spese processuali e di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.


Il principio ribadito

Questa sentenza consolida un orientamento importante: l’abbagliamento solare non è una scusante, ma un campanello d’allarme. Chi guida deve considerare le condizioni ambientali e reagire con prudenza estrema. Il sole basso sull’orizzonte, i riflessi improvvisi, l’ombra di un albero: sono tutti fattori che accadono ogni giorno. Non si tratta di eventi imprevedibili, ma di evenienze comuni che ogni conducente deve saper gestire.


In definitiva, la Cassazione ricorda ancora una volta che la responsabilità di chi guida non si limita al rispetto dei limiti di velocità. È molto di più: è l’obbligo costante di evitare pericoli prevedibili e prevenibili, con la massima attenzione e prudenza. Chi non lo fa, anche se abbagliato dal sole, ne risponde penalmente.

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