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Statale Alemagna: L’Italia che si abitua all’emergenza piove e la strada chiude. Ma nessuno risponde.

A pochi mesi dalle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina Altvelox denuncia ancora una volta la totale assenza dei Piani del Traffico e di sicurezza stradale previsti dall’art. 36 CdS. Provincia, Anas e Prefettura tacciono, mentre i cittadini si rassegnano a chiusure “precauzionali” di arterie vitali. Il silenzio politico e istituzionale è ormai la regola: il disinteresse diventa complicità.


La SS51 di Alemagna e il Senatore cadorino Luca De Carlo
La SS51 di Alemagna e il Senatore cadorino Luca De Carlo

Piove forte e la statale Alemagna chiude. Non per un evento eccezionale, ma per un protocollo di “prevenzione” che da anni sostituisce la pianificazione vera. È la fotografia di un Paese assuefatto all’emergenza. Un’Italia che si abitua all’idea che una strada di interesse nazionale, vitale per i collegamenti tra Veneto e Trentino e unica arteria che collega Venezia a Cortina d'Ampezzo sede delle prossime imminenti Olimpiadi Invernali, possa essere interdetta al traffico ogni volta che cade un temporale.


Altvelox lo denuncia da anni ed oggi è tardi per porre rimedio: la Provincia di Belluno non ha mai adottato i Piani del Traffico e della Sicurezza Stradale previsti dall’articolo 36 del Codice della Strada, obbligatori per legge. L’Anas si è limitata a interventi tampone, mentre la Prefettura di Belluno, che avrebbe dovuto segnalare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le gravi inadempienze degli enti gestori, non risulta aver mai adempiuto a tale obbligo. Tutto questo, nonostante le continue frane, gli smottamenti e i disagi che da anni mettono in ginocchio cittadini, lavoratori e turisti.


I sindaci di Cortina, San Vito, il presidente Padrin e il Prefetto Roccoberton
I sindaci di Cortina, San Vito, il presidente Padrin e il Prefetto Roccoberton

Il trafiletto pubblicato oggi dal Gazzettino ne è la prova: la chiusura della statale viene raccontata come routine, con toni quasi rassicuranti, facendo risaltare che la chiusura è stata "solo" di mezzora. Si parla di “test del sistema di allerta”, di “opere di contenimento”, ma nessuno affronta la questione di fondo. Non è normale che un’arteria di primaria importanza venga chiusa per pioggia. Non è normale che dopo decenni di fondi pubblici spesi, la sicurezza resti affidata al caso e alla fortuna che non ci siano vittime.


Altvelox ha più volte segnalato alle autorità competenti la gravità della situazione. Ha presentato denunce e esposti, diffide e richieste di accesso agli atti. L’ultima, trasmessa il 2 ottobre al Ministero delle Infrastrutture e direttamente al Ministro Matteo Salvini, chiede di conoscere cosa abbia fatto, o omesso di fare, il Prefetto di Belluno e quali iniziative abbia adottato il Ministro competente. Da questa risposta dipenderà l’ennesima denuncia-querela, che sarà depositata nei prossimi giorni.


Non meno grave è il silenzio della politica. Il senatore De Carlo, già interpellato formalmente dall’associazione in piu occasioni, non ha ritenuto opportuno neppure rispondere con una mail. Un gesto di disinteresse che fotografa perfettamente la distanza tra la rappresentanza politica e i problemi concreti del territorio. Gli stessi rappresentanti che, a ridosso delle elezioni, si fanno vedere ovunque, si fanno fotografare con chiunque, promettendo attenzione e soluzioni. Ma quando si tratta di sicurezza reale, tacciono.


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Altvelox non intende rassegnarsi. La chiusura della statale Alemagna non è solo un disagio temporaneo, è il sintomo di un sistema istituzionale bloccato, incapace di programmare e di assumersi responsabilità. Per questo motivo, l’associazione sta preparando un nuovo dossier da trasmettere alla alle Procure, alla Corte dei Conti e all’Ispettorato della Funzione Pubblica, per accertare se le omissioni rilevate integrino violazioni penali, contabili e disciplinari.


L’Italia non può continuare a considerare la prevenzione un lusso e l’emergenza una routine. È tempo che la legge torni ad essere applicata anche in montagna, dove per troppo tempo si è preferito tacere piuttosto che intervenire. E dove ogni pioggia, ogni volta, diventa la prova di quanto poco valga, per chi governa, la sicurezza di chi viaggia.

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