Brenzone (VR): Il sindaco Formaggioni chiede le autorizzazioni dei T-Red a Veneto Strade mentre siede nel suo CdA.
- Altvelox
- 2 giorni fa
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Altvelox denuncia i vertici di Veneto Strade Spa e il Prefetto di Verona alla Procura di Verona, Corte dei Conti e Autorità Anticorruzione. Il conflitto di interessi e le omissioni documentali della società pubblica Veneto Strade Spa che si è sottratta negando essenziali documenti che avrebbero comprovato i nostri sospetti gia denunciati sul Sindaco Paolo Formaggioni sulla questione T-Red.

Altvelox ha portato alla luce un fatto gravissimo che solleva più di un sospetto sulla legittimità delle autorizzazioni rilasciate per i rilevatori semaforici installati a Brenzone sul Garda. La prima denuncia-querela risale allo scorso 10 luglio 2025.
Dai documenti raccolti era emerso che il sindaco Paolo Formaggioni, al momento in cui il Comune presentava istanza a Veneto Strade Spa, gestore della SR 249 Gardesana Orientale, per ottenere il nulla osta all’installazione dei dispositivi elettronici, risultava ancora consigliere della stessa Veneto Strade. La sua elezione nel CdA risale al febbraio 2022, mentre il Consiglio Regionale del Veneto, nella deliberazione n. 29 del 6 maggio 2025, certificava la nuova composizione del CdA, da cui risulta che Formaggioni era rimasto in carica fino a quel momento.

Se questo intreccio di ruoli fosse stato confermato da Veneto Strade Spa, oggi saremmo di fronte a un provato conflitto di interessi palese e insanabile: il sindaco, quale amministratore richiedente, si sarebbe rivolto a una società regionale della quale egli stesso era componente di vertice.
Altvelox, ha così formalizzato regolare istanza di accesso agli atti del 12 luglio 2025, con la quale ha chiesto a Veneto Strade Spa copia integrale dell’istanza del Comune di Brenzone, dell’autorizzazione rilasciata, dei progetti tecnici, dei piani del traffico, ma sopratutto abbiamo chiesto le delibere regionali di nomina dei CdA di Veneto Strade Spa. La risposta avuta? Chiedeteli alla Regione Veneto.
Veneto Strade S.p.A. è una società per azioni a capitale interamente pubblico, partecipata dalla Regione Veneto e dalle Province venete, nata nel 2002 con lo scopo di gestire, manutenere e sviluppare la rete viaria regionale ed ex statale trasferita dallo Stato alle Regioni. La società opera in regime di concessione e ha come missione la sicurezza, l’efficienza e la funzionalità delle infrastrutture stradali. Gestisce migliaia di chilometri di strade distribuite nelle sette province venete, incluse arterie strategiche per il traffico turistico, commerciale e pendolare. Tra le sue competenze rientrano la manutenzione ordinaria e straordinaria, la vigilanza sulle condizioni di percorribilità, la programmazione degli interventi infrastrutturali, la gestione delle emergenze (frane, neve, calamità naturali), oltre al supporto tecnico e amministrativo agli enti locali.

Gli organi societari sono il Consiglio di Amministrazione, nominato dal Consiglio Regionale del Veneto, e la Direzione Generale, che sovrintende all’attività operativa e tecnica. Pur avendo forma giuridica privatistica, Veneto Strade svolge funzioni di pubblico interesse, con obblighi di trasparenza e responsabilità tipici delle società in house. Negli anni la società è spesso al centro di dibattiti pubblici e politici per l’impatto diretto che le sue scelte hanno sulla mobilità, sulla sicurezza stradale e sull’uso delle risorse pubbliche. La sua gestione assume particolare rilevanza in occasione di grandi eventi, come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, per le quali Veneto Strade è chiamata a garantire la piena efficienza della viabilità regionale.
La risposta di Veneto Strade Spa del 8 agosto 2025 a firma del responsabile rete viaria Luca Fiorentino, è stata quasi del tutto omissiva: nessuno dei documenti richiesti è stato fornito. Una condotta che, lungi dall’essere una semplice dimenticanza amministrativa, appare finalizzata a occultare informazioni decisive per accertare la verità.

Veneto Strade S.p.A. nasce con la missione di asfaltare le strade del Veneto e su questo, bisogna ammetterlo, spesso ci sa fare. Chilometri di asfalto, cantieri, frane, manutenzioni straordinarie: il core business lo conoscono bene. Quello che invece sembra non conoscere altrettanto bene è l’obbligo di legge della trasparenza, scolpito nella Costituzione (art. 97) e reso cogente dalla legge (L. 241/1990 e D.Lgs. 33/2013).
Quando Altvelox ha chiesto documenti semplici e basilari, autorizzazioni, istanze, piani del traffico, delibere regionali, Veneto Strade si è trincerata dietro un muro di silenzi e omissioni ben costruite e ponderate per sviare il problema, ma cosi lo hanno solo aumentato, non ci conoscono ancora. Non hanno asfaltato solo le strade, ma anche i diritti dei cittadini. Eppure quegli stessi cittadini, con le loro tasse, pagano stipendi e gettoni di presenza di dirigenti e consiglieri.

In diritto si chiama omissione di atti d’ufficio, falsità in atto pubblico, magari tutto finalizzato alla truffa sempre a danno dei cittadini con i rilevatori semaforici di cui Veneto Strade Spa prende il 50%... In pratica si chiama opacità. In gergo comune si chiama prendere tempo e nascondere le carte. Ma il risultato non cambia: chi gestisce beni pubblici non può permettersi di giocare a nascondino con gli atti ufficiali.
E allora, con un filo di ironia e tanta fermezza, possiamo dire che se Veneto Strade è bravissima ad asfaltare, ma noi oggi li asfaltiamo sul piano della legalità. Con una differenza sostanziale: il nostro “asfalto” non è bitume, ma è fatto di articoli di legge, sentenze della Cassazione e richieste puntuali che non ammettono scorciatoie. Perché le strade si asfaltano, ma la trasparenza non può essere coperta da nessun manto nero.
La mancata consegna degli atti, unita alla sospetta sovrapposizione di ruoli istituzionali del sindaco Formaggioni, configura scenari di potenziali illeciti penali: abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, falso ideologico e persino truffa ai danni della collettività, considerato che i cittadini continuano a pagare verbali emessi con strumenti non omologati e quindi nulli.
Ancora più grave è il silenzio del Prefetto di Verona, destinatario della medesima richiesta di accesso agli atti e mai riscontrata, in violazione palese della L. 241/1990 e del D.Lgs. 33/2013. Una condotta che, secondo Altvelox, integra gli estremi dell’omissione di atti d’ufficio ex art. 328 c.p.
Ora la parola passa alla magistratura, chiamata a verificare se dietro la vicenda dei semafori elettronici di Brenzone non vi sia un disegno ben più ampio di mala gestio, in cui interessi personali e mancate trasparenze hanno preso il sopravvento sulla legalità e sulla tutela dei cittadini.
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