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Cortina e San Vito: omissioni sui piani del traffico. Ora il rischio lo pagano i cittadini.

Dal 1993 nessun piano di emergenza né valutazione del rischio: le frane sulla SS51 non sono una fatalità climatica, ma il risultato di inadempienze reiterate anche del Comune di Cortina d'Ampezzo, San Vito di Cadore, oltre che della Provincia e Prefettura. La Procura non può ignorare trent’anni di violazioni sulla sicurezza stradale.

Da sinistra il sindaco di San Vito, Prefetto, Presidente Provincia e Sindaco Cortina d'Ampezzo
Da sinistra il sindaco di San Vito, Prefetto, Presidente Provincia e Sindaco Cortina d'Ampezzo

Dal 1993 il Comune di Cortina d’Ampezzo non ha mai adottato il Piano Urbano del Traffico, obbligatorio ai sensi dell’articolo 36, commi 2 e 4, del Codice della Strada. Un obbligo che non è frutto di interpretazioni dottrinali, ma chiaramente ribadito anche dalla Regione Veneto con la deliberazione n. 3111 del 6 luglio 1993. Da oltre trent’anni, dunque, gli amministratori locali hanno sistematicamente omesso uno strumento fondamentale per la sicurezza della circolazione, la gestione delle emergenze e la prevenzione dei rischi.

Il Gazzettino 30.07.2025
Il Gazzettino 30.07.2025

Oggi, di fronte alle frane e agli smottamenti che hanno più volte interrotto la SS51, il sindaco dichiara alla stampa che “non si può più tollerare che un cittadino di San Vito debba svegliarsi all’alba per sapere se la strada è aperta”. Parole che, lette alla luce delle reiterate omissioni, suonano come un tardivo e retorico tentativo di mostrarsi vicini ai cittadini. La verità è che, se non fosse accaduto quanto tutti temevamo, l’attenzione sarebbe rimasta concentrata esclusivamente sull’immagine di Cortina in vista delle Olimpiadi.


Non esiste un piano di emergenza. Non esiste una valutazione del rischio. Non esiste una gestione concreta delle criticità idrogeologiche. Nonostante i continui allarmi, gli enti competenti hanno preferito non vedere. Oggi si invocano i ministri, si chiedono tavoli e soluzioni, ma la realtà è che le misure preventive erano obbligatorie da decenni e non sono mai state predisposte.


Documento Polizia Stradale Belluno del 15.05.2025
Estratto da relazione Dirigente Polizia Stradale Belluno del 15.05.2025

Come associazione, avevamo già denunciato da tempo queste inadempienze alla Procura della Repubblica, ben prima delle ultime frane e degli smottamenti. Abbiamo depositato documenti dettagliati che provano le violazioni dei Comuni, della Provincia e della Prefettura di Belluno. Abbiamo resistito alle richieste di archiviazione, ci siamo opposti e la scorsa settimana siamo stati ascoltati a verbale dal Pubblico Ministero, consegnando ulteriori atti che confermano responsabilità precise e reiterate.


Non si può imputare al solo “cambiamento climatico” ciò che era ampiamente prevedibile e prevenibile. Trenta anni di omissioni, violazioni sistematiche dell’articolo 36 CdS, assenza di pianificazione e di misure di protezione non possono essere cancellati con dichiarazioni mediatiche. La Procura ha ora il dovere di intervenire: i reati sono chiari, documentati e inequivocabili.


I cittadini di Cortina e San Vito non meritano di vivere nell’incertezza quotidiana di una strada che può chiudersi da un momento all’altro. Meritano sicurezza, trasparenza e rispetto delle leggi che da decenni vengono disattese.


Antenna 3 - 14.07.2025

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