Altvelox chiede alla Giustizia di indagare: Autovelox senza omologazione cittadini truffati e Procure immobili.
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L’Associazione nazionale tutela utenti della strada porta alla Camera e al Senato un dossier di 164 denunce ignorate: dispositivi illegali, Prefetti complici e un sistema che sanziona i cittadini senza legge.

L’Associazione Altvelox, ha inviato oggi 11 ottobre 2025 alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato una formale richiesta di indagine conoscitiva e audizione personale firmata dal presidente Gianantonio Sottile Cervini. L’obiettivo è accertare le responsabilità Istituzionali legate all’uso di autovelox e altri strumenti elettronici non omologati, impiegati da enti locali e forze di polizia per elevare sanzioni nulle ab origine. L’associazione, che rappresenta ad oggi oltre 6.400 iscritti in tutta Italia, documenta un sistema radicato di abusi amministrativi e di inerzia giudiziaria: 164 denunce-querela depositate in 22 Procure, nessuna delle quali ha prodotto ad oggi indagini concrete.
Un problema tecnico e giuridico ignorato
Altvelox ricorda che la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10505/2024 e le successive sentenze del 2025 (ultima del 01.10.2025), ha stabilito in modo definitivo che solo i dispositivi omologati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), e non quelli solo “approvati” dal MIT, possono essere usati per accertare infrazioni. L’omologazione è una procedura tecnica di natura metrologica, necessaria per garantire la validità legale delle misurazioni. Nonostante ciò, centinaia di Comuni e molte Province continuano a utilizzare strumenti privi di omologazione, fondandosi su decreti dirigenziali del MIT mai pubblicati in Gazzetta Ufficiale e quindi privi di valore normativo. Le sanzioni elevate in queste condizioni violano gli articoli 142 e 45 del Codice della Strada, nonché l’articolo 97 della Costituzione sul buon andamento della pubblica amministrazione.

Falsi ideologici, frodi e danni erariali
Secondo Altvelox, la condotta degli enti locali e dei fornitori di tali apparecchi integra reati di falso ideologico (art. 479 c.p.), truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 c.p.) e frode in pubbliche forniture (art. 356 c.p.). Ogni verbale emesso sulla base di un dispositivo non omologato costituisce un atto pubblico falsato, poiché attesta come legittimo ciò che non lo è.
Le Pubbliche Amministrazioni, incassando le sanzioni, ottengono un profitto ingiusto a danno dei cittadini, mentre le imprese che vendono o noleggiano tali strumenti traggono vantaggi economici da forniture illegittime spesso con contratti determinati contro legge anche sul numero delle sanzioni emesse. Il danno non è solo patrimoniale. È un danno di legalità, perché la certezza del diritto viene erosa quando lo Stato stesso viola le regole che impone ai cittadini.
Prefetture e MIT nel mirino
Altvelox denuncia che molte Prefetture hanno concesso autorizzazioni ai sensi dell’art. 4 del DL 121/2002 senza istruttorie puntuali ed adeguate: spesso nessuna o blande verifiche del tasso di incidentalità, convocazione degli Osservatori provinciali sulla sicurezza stradale a spot e non con cadenza semestrale come previsto, nessuna trasparenza sui criteri tecnici, violazioni ed omissioni diffuse come il controllo disatteso sulla mancata adozione dei piani del traffico urbani ed extraurbani. Tra i casi citati, spicca la Prefettura di Belluno, accusata di aver autorizzato autovelox su tratti di strada senza incidenti, motivando i provvedimenti in modo generico. Su tale base Altvelox ha presentato anche un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica chiedendo l’annullamento del decreto prefettizio n. 1267/2025 per violazione di legge e sviamento di potere da parte del Prefetto dott. Antonello Roccoberton.
Le Procure tacciono, la giustizia si muove solo contro chi denuncia
Il dato più grave riguarda la totale inerzia delle Procure. Nessuna delle denunce Altvelox, salvo smentita o prova contraria, è stata oggetto di indagini, nonostante prove documentali e perizie tecniche depositate. Al contrario, quando il 5 febbraio 2025 il Prefetto di Belluno ha sporto denuncia per diffamazione contro lo stesso presidente Sottile Cervini, la Procura ha disposto in soli 5 giorni una perquisizione domiciliare e personale con impiego massiccio di forze di polizia. Un episodio che, secondo l’associazione, fotografa la asimmetria del sistema giudiziario: veloce con i cittadini, immobile con le istituzioni. Da qui la decisione di rivolgersi direttamente al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, al Primo Presidente della Suprema Corte e al Ministro della Giustizia, chiedendo verifiche ispettive sulle Procure inadempienti.

Legalità e uguaglianza davanti alla legge
Altvelox chiede alle Commissioni Giustizia parlamentari di verificare se sia accettabile che lo Stato continui a incassare sanzioni nulle, violando le sentenze della Cassazione e i principi costituzionali. La questione non è più solo tecnica ma istituzionale: se la legge vale solo per i cittadini o anche per chi la amministra. Finché le Procure resteranno ferme, conclude l’associazione, “le amministrazioni continueranno a sanzionare illegalmente e i cittadini a pagare verbali nulli. Ma la legalità, come la verità, non teme di essere indagata: ciò che deve preoccupare è solo l’indifferenza di chi dovrebbe farlo”.
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