La Cassazione mette ordine in Laguna: Il Comune di Venezia non può fare multe in acqua.
- Altvelox
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Con la sentenza n. 26429/2025 la Suprema Corte annulla una sanzione del Comune di Venezia e chiarisce che la competenza sulla navigazione nella laguna spetta alla Città Metropolitana. Le multe emesse dal Comune in questo ambito sono illegittime. Una decisione ottenuta dall'ottimo lavoro dell'avvocato Jacopo Molina che ridisegna i confini dei poteri locali e segna un precedente storico in ottica barcavelox.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26429 del 30 settembre 2025, ha messo fine a un lungo contenzioso che riguarda chi può davvero emettere sanzioni per la navigazione nella laguna di Venezia. Il caso nasce da una multa di 172 euro comminata al cittadino (OMISSIS) dal Comune di Venezia per non aver esposto sul proprio natante il contrassegno “LV”, previsto dal Regolamento provinciale sulla navigazione locale.

Il Signor (OMISSIS) patrocinato dall'Avvocato Jecopo Molina del Foro di Venezia, aveva impugnato la sanzione sostenendo che il Comune non aveva alcuna competenza in materia, perché la gestione della navigazione nella laguna spetta alla Città Metropolitana di Venezia (già Provincia). Il Giudice di Pace gli aveva dato ragione, ma il Tribunale di Venezia su impulso del Comune di Venezia che aveva promosso appello, aveva poi ribaltato la decisione.
La Cassazione, intervenendo in ultimo grado, ha ricostruito l’intero quadro normativo e ha chiarito, senza ambiguità, che il Comune di Venezia non ha alcun potere sanzionatorio in materia di navigazione lagunare.
Secondo la Suprema Corte, l’articolo 11 del decreto legislativo 422/1997 attribuisce alla Provincia, oggi Città Metropolitana di Venezia, la potestà regolamentare sulla navigazione nella laguna. In base alla Costituzione e al Testo Unico degli Enti Locali, chi adotta un regolamento è anche il solo titolare del potere di sanzionarlo. Di conseguenza, la Città Metropolitana è l’unico ente legittimato a irrogare sanzioni per le violazioni del suo regolamento.
La Regione Veneto, pur potendo organizzare e coordinare il trasporto pubblico, non può delegare al Comune funzioni che non le appartengono. La Corte ha infatti spiegato che la Regione non ha competenza sul coordinamento della navigazione lagunare e quindi non può trasferire poteri che non possiede.
Tradotto in termini semplici: le acque della laguna non sono territorio comunale, ma dominio della Città Metropolitana. Il Comune di Venezia, anche se amministrativamente coincide in parte con la stessa area, non può emettere multe basate su un regolamento che non ha emanato.

La Cassazione ha quindi accolto il ricorso annullando l’ordinanza del Comune e confermando l’illegittimità della sanzione.
Le conseguenze della sentenza sono rilevanti. Tutte le sanzioni emesse dal Comune di Venezia per infrazioni commesse nella laguna, come la mancata esposizione del contrassegno, l’eccesso di velocità o l’ormeggio irregolare, possono essere considerate nulle per incompetenza dell’autorità.
Il principio stabilito è semplice ma potente: ogni ente può sanzionare solo nelle materie di sua competenza, e nella laguna la competenza non è del Comune. In pratica, la Cassazione ha ristabilito il corretto equilibrio dei poteri. La Città Metropolitana è l’unico soggetto legittimato a gestire e vigilare sulla navigazione lagunare. Il Comune di Venezia, invece, dovrà limitarsi alle acque interne e ai canali di propria competenza amministrativa.
È una decisione destinata a fare scuola e che pone fine a una lunga confusione normativa. Da oggi, chi riceve una multa “in laguna” firmata dal Comune di Venezia ha una base giuridica solida per contestarla.
Commenti