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Barcavelox: La Capitaneria si dichiara “non competente” Altvelox replica e concede cinque giorni poi denuncia.

L’Associazione contesta formalmente la posizione della Capitaneria di Porto di Venezia e chiede copia urgente dei documenti tecnici previsti dalla legge. In caso di ulteriore silenzio, pronta la denuncia per omissione di atti d’ufficio e falso ideologico contro il Comandante Marini e la responsabile Sandy Ballis.


Il Comandante della Capitaneria di Porto di Venezia -  C.A. Filippo Marini
Il Comandante della Capitaneria di Porto di Venezia - C.A. Filippo Marini

Altvelox ha preso atto della risposta della Capitaneria di Porto di Venezia dello scorso 22 settembre 2025, ma non la condivide. Con una nota del 22 settembre firmata dal Capitano di Fregata Sandy Ballis, l’Ufficio marittimo aveva dichiarato di non essere competente per gli apparecchi elettronici che rilevano la velocità nei canali lagunari, poiché installati “su aree di terra”.


Una motivazione che l’Associazione giudica giuridicamente infondata. Nella nuova istanza inviata oggi dopo attenta verifica da parte dei propri legali, Altvelox ricorda che i dispositivi, pur collocati a terra, monitorano e sanzionano condotte su specchi d’acqua demaniali marittimi, di diretta competenza della Capitaneria. La distinzione tra posizione fisica e funzione operativa, spiega l’Associazione, non può servire a eludere le responsabilità previste dall’articolo 11 della Legge 177/2024, che attribuisce all’Autorità marittima la vigilanza sull’uso di apparecchiature per l’accertamento delle violazioni nella navigazione lagunare.


Riscontro Capitaneria Venezia del 29.09.2025
Riscontro Capitaneria Venezia del 29.09.2025

Altvelox ha dunque trasmesso oggi una seconda richiesta urgente di accesso agli atti, richiedendo tra l’altro copia dell’istanza presentata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), delle certificazioni tecniche, della relazione ex art. 11 L. 177/2024, nonché delle ordinanze, autorizzazioni e omologazioni relative ai dispositivi dei sistemi SI.SA. e MOMA installati a Venezia.


Nel documento, lungo e dettagliato, si elencano ventuno voci di atti da trasmettere: dai verbali di corretta funzionalità e tarature previste dal D.M. 282/2017, ai libretti metrologici, fino alle determine MIT e MIMIT e ai piani del traffico urbano che dovrebbero costituire base obbligatoria per l’installazione dei rilevatori.


L’Associazione evidenzia come la Capitaneria, affermando di non detenere tali documenti, abbia omesso l’obbligo di trasparenza previsto dagli articoli 2 e 22 della legge 241/1990. Se l’ufficio conosce l’amministrazione detentrice, deve indicarla con precisione o trasmettere l’istanza di competenza, non limitarsi a negare il possesso degli atti. Considera “scorretta” la dichiarazione di incompetenza e invita l’Ufficio marittimo a trasmettere quanto richiesto entro cinque giorni lavorativi. In difetto, la Presidenza dell’Associazione procederà con denuncia-querela per omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) e falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) nei confronti del Comandante C.A. Filippo Marini e della responsabile del procedimento Sandy Ballis, ritenuti responsabili di avere reso dichiarazioni mendaci e di non aver esercitato i dovuti controlli sugli strumenti installati nel proprio ambito di giurisdizione.


Altvelox sottolinea che in laguna si sta consolidando un grave vuoto di legalità nella gestione dei rilevatori elettronici di velocità, strumenti che incidono direttamente sulla libertà di navigazione e sulla sicurezza pubblica. “La legge vale anche in mare e per mare”, si legge in chiusura della nota firmata dal Presidente Gianantonio Sottile Cervini, che annuncia la prosecuzione delle denunce già depositate presso Procura della Repubblica, ANAC e Corte dei Conti. Perché, conclude l’Associazione, “nessuna amministrazione può sottrarsi al principio di legalità e trasparenza, neppure la Capitaneria di Porto”.



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