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Barcavelox a Venezia: Cronaca di un illecito annunciato.

Altvelox denuncia alla Procura e Corte dei Conti il Sindaco, Comandante della Polizia Locale e Prefetto, di Venezia per omissione di atti d’ufficio, falso e truffa, dopo l’avvio delle multe nautiche senza omologazione e senza risposte agli accessi. Adesso attendiamo i documenti richiesti anche alla Capitaneria di Porto.


Denuncia-querela del 10.09.2025
Denuncia-querela del 10.09.2025

Altvelox ha depositato una denuncia-querela indirizzata a Procure, Corte dei Conti, ANAC e Ministri, firmata dal Presidente pro tempore Gianantonio Sottile Cervini, contro il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il Dirigente della Polizia Locale Marco Agostini e il Prefetto Darco Pellos, oltre ad altri eventuali responsabili. I reati ipotizzati sono, tra gli altri, omissione di atti d’ufficio, falsità materiale e ideologica, con profili di truffa ai danni della collettività, alla luce dell’attivazione dei cosiddetti barcavelox e della gestione degli impianti SI.SA e MOMA in laguna.


Il punto di rottura, semplice da capire: Altvelox il 2 agosto 2025 ha presentato accesso agli atti su SI.SA e MOMA, gestione Venis Spa, caratteristiche tecniche, omologazioni, autorizzazioni prefettizie, gare, tarature e manuali, oltre a PUT e PGTU, ma Comune e Prefetto non hanno risposto nei termini, scaduti il 3 settembre 2025. Questo silenzio, in un procedimento vincolato, è qualificato come rifiuto od omissione ex art. 328 c.p. e violazione dei doveri di trasparenza. Un inciso, ma decisivo, perché senza carte non c’è legalità né controllo: l’istanza diffidava già all’eventuale sequestro degli apparati e all’attivazione davanti alla Corte dei Conti.


Il Dirigente della Polizia Locale Marco Agostini
Il Dirigente della Polizia Locale Marco Agostini

L’istanza, trasmessa via PEC alla Città di Venezia e al Prefetto con più ampia conoscenza a Corte dei Conti, ANAC e Ministri, era una richiesta di accesso agli atti ex L. 241/1990 e D.Lgs. 33/2013 avente ad oggetto i sistemi SI.SA e MOMA destinati al controllo della mobilità acquea e per SI.SA, alla rilevazione della velocità media tramite rete di postazioni fisse integrate nella Smart Control Room; per MOMA, alla analisi statistico-comportamentale con 39 postazioni dotate di telecamere panoramiche e algoritmi di reti neurali. E' noto ma evidentemente non a tutti che sistemi di rilevamento con attività sanzionatoria che utilizzano l'intelligenza artificiale non risulteranno mai omologabili.


Verbale di denuncia del 10.09.2025
Verbale di denuncia del 10.09.2025

Con avvio della fase sanzionatoria dal 1 agosto 2025 e sorveglianza continuativa; la gestione tecnica risulta affidata a Venis S.p.A., società a capitale misto, con rilievo di potenziale conflitto d’interessi per la presenza di ACTV S.p.A. tra i soci mentre gestisce la mobilità lagunare. Non risulta pubblicata in alcun sito Istituzionale del Comune di Venezia, documentazione attestante omologazione, approvazione ministeriale, certificazione metrologica o verifiche periodiche dei dispositivi; la normativa richiamata, tra cui art. 45 CdS, art. 192 Reg. att., L. 273/1991 e norme UNI-CEI, impone omologazione, approvazione e verifiche periodiche, con conseguente nullità delle sanzioni e responsabilità dei funzionari in caso di utilizzo di strumenti non conformi.


Con l'atto si chiedevano quindi, in copia digitale, marca modello e matricola di ogni “barcavelox”, delibere comunali di approvazione dell’iter, visure e organigrammi del gestore, istanze al Prefetto e decreto autorizzativo, atti di gara, aggiudicazione e contratti, offerte presentate e elenco partecipanti, decreti di omologazione e di approvazione ex art. 345 Reg. CdS, certificazioni CE, omologazione del software, tarature e verbali di corretta funzionalità ex DM 282/2017, libretto metrologico ex L. 93/2017, determinazioni MIT e MISE, manuali depositati al Ministero, nonché PUT e PGTU ex art. 36 CdS e delibera regionale 3111/1993 e, infine, il documento sulla gestione dei proventi sanzionatori con percentuali di reinvestimento per la sicurezza e la tutela della laguna.


Il Gazzettino 10.09.2025
Il Gazzettino 10.09.2025

L’istanza diffidava l’Amministrazione a individuare il responsabile del procedimento ai sensi del D.Lgs. 33/2013, ribadendo che la trasparenza equivale alla “accessibilità totale” e preannunciava, in difetto di riscontro completo e tempestivo, la presentazione di denuncia-querela con richiesta di sequestro degli strumenti e degli archivi, l’attivazione del giudizio davanti alla Corte dei Conti per danno erariale, la segnalazione al Garante per la protezione dei dati e all’ANAC per profili di conflitto e illegittimità contrattuale; l’atto vale quale messa in mora e prova della consapevolezza degli organi destinatari sulla gravità della situazione.


Fatto scatenante e più grave, il Comune mentre avviava dal 1 agosto 2025 la fase sanzionatoria con le 39 postazioni denominate "Barcavelox", ammetteva alla stampa che il sistema è “in corso di omologazione”, cioè non è omologato e che le multe proseguiranno ugualmente per due anni tempo di prova concesso dal "Decreto Salvini".


Tradotto, si incassa usando strumenti che non possono produrre “prova legale”, con danno per i cittadini e rischio di danno erariale.


Il fondamento giuridico non è un’opinione, è gerarchia delle fonti: la Cassazione ha ribadito che i dispositivi di monitoraggio devono essere di tipo omologato e che approvazione e omologazione non sono equivalenti, con competenza metrologica riconducibile al MIMIT e obblighi di verificazione prima e periodica ex R.D. 7088/1890 e L. 273/1991. Senza questo, la misura è inutilizzabile e il verbale è annullabile. Chi insiste dopo tali pronunce non può invocare buona fede. Esempio concreto, non teorico.


Nella denuncia, asciutta e senza fronzoli, abbiamo chiesto indagini, sequestro degli apparati "barcavelox" degli archivi, software e server per capire la gestione dei dati sensibili raccolti da queste 39 postazioni ad alta potenzialità gestionale, azione della Corte dei Conti per l’indebita percezione di proventi e la persecuzione penale degli inadempienti, incluso il Prefetto per l’inerzia sull’accesso. Perché la sicurezza si garantisce con strumenti legali e trasparenti, non con multe “a vista” su apparati non omologati e perché il fine non giustifica mai mezzi illegali, in laguna come in terraferma.


Servizio di Antenna Tre del 31.07.2025

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