Quando la critica finisce a processo: il caso Sedico tra querele dimenticate e parte civile “creativa”.
- Altvelox
- 3 giorni fa
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Dal 2021 al 2024 quasi 500 mila euro di multe, in gran parte da autovelox e strumenti elettronici illegittimi. Nel 2023 l’ex sindaco Deon querela il presidente di Migliore Tutela, nel 2025 il nuovo sindaco Roldo spende soldi pubblici per costituire il Comune parte civile in una causa che appare temeraria e priva di reale interesse collettivo.

Nel 2023 l’associazione Migliore Tutela apre anche a Sedico una battaglia civile e legale contro l’uso sistematico degli autovelox, voluto e difeso dall’allora sindaco Stefano Deon. Il punto di partenza non sono slogan, ma numeri molto concreti: nel 2021 il Comune di Sedico dichiara proventi complessivi da violazioni al Codice della strada pari a 169.990,36 euro, di cui 135.896,86 euro da eccessi di velocità ex articolo 142 comma 12 bis, cioè da autovelox. Quasi l’80 per cento del totale. Il messaggio è chiaro: il sistema sanzionatorio si regge sulle multe da velocità, non su un controllo equilibrato di tutti i comportamenti.
Non è un dettaglio nemmeno l’evoluzione nel quadriennio. Dal 2021 al 2024 con la nostra attività di controllo e protesta, i proventi complessivi da violazioni CdS passano da 169.990,36 a 91.050,84 euro, con una riduzione di 78.939,52 euro. Ancora più eloquente il tracollo delle sole multe per eccesso di velocità, che crollano da 135.896,86 a 49.032,06 euro, con una flessione di 86.864,80 euro. Questo ridimensionamento del gettito, soprattutto da autovelox, arriva in parallelo all’attività di vigilanza, contenzioso e controllo civico svolta da Gianantonio Sottile Cervini, prima come presidente di Migliore Tutela e poi di Altvelox.

L’associazione rende pubbliche le criticità degli apparati, spiega ai cittadini i loro diritti, espone i rischi giuridici e contabili di un modello basato su strumenti e procedure discutibili. Più consapevolezza, meno cassa automatica. I ricorsi iniziano ad essere accolti, tanto che il comune si vedeva costretto a ricorrere in appello in secondo grado, in quel periodo il Tribunale di Belluno dava ancora ragione alla P.A.
In questo quadro, nel dicembre 2023, arriva la reazione dell’allora sindaco Deon. A seguito di alcune dichiarazioni ritenute offensive, il sindaco sporge querela per diffamazione e calunnia contro Sottile Cervini. Le frasi contestate ruotano attorno a due passaggi. Il primo: nell’articolo del 9 maggio 2023 pubblicato su altvelox.it si parla di “illecito reiterato utilizzo, a danno della collettività, della apparecchiatura elettronica per il rilevamento della velocità autovelox”, con l’accusa di avere usato volutamente il termine “illecito”. Il secondo: l’espressione “quando gli amministratori vengono presi con le mani nella marmellata non sanno come uscirne e l’unica via è quella della querela, ovviamente a spese dei cittadini”. Frasi forti, certo, ma inserite nel contesto di un’azione di critica politica e amministrativa su strumenti che la giurisprudenza di legittimità, oggi, ha di fatto smontato sul piano della prova legale della velocità.
Mentre la querela rimane giacente, il Comune di Sedico continua fino al 2024 a sanzionare i cittadini con apparati che l’associazione ritiene illegali: l’autovelox fisso sulla SR 203 e un dispositivo TargaSystem installato all’interno di una Fiat Punto blu immatricolata per uso promiscuo e in carico agli uffici comunali, non come veicolo di polizia locale. Proprio su questo veicolo Altvelox aveva già diffidato il Sindaco Christian Roldo, segnalando l’incompatibilità tra uso “civile” dell’auto e impiego in servizi di polizia stradale con strumenti elettronici.
Se si guarda all’uso dei proventi, il quadro non migliora. Dalle relazioni ex articolo 142 comma 12 quater trasmesse al Ministero dell’Interno per gli anni 2021, 2022, 2023 e 2024, emerge che Sedico incassa circa 500.000 euro di proventi da sanzioni, di cui circa 374.000 euro dalle sole violazioni dei limiti di velocità accertate in via automatica. Si conferma una dipendenza strutturale dagli autovelox, con percentuali tra il 75 e l’87 per cento sul totale.

Ogni anno una quota non marginale viene impiegata per tarature, sistemi di lettura targhe e gestione TargaSystem, cioè per alimentare lo stesso apparato che produce le multe. Una parte significativa finisce in capitoli generici di “sicurezza stradale” o in fondi pluriennali con realizzazioni molto basse, un’altra viene iscritta a favore della previdenza complementare dei vigili, spesso senza effettiva utilizzazione. Il risultato è un modello dove la sicurezza compare nelle etichette, mentre la funzione sostanziale delle somme è quella di sostenere un meccanismo di entrata autoalimentato, per di più in assenza di un Piano del traffico urbano ed extraurbano ai sensi dell’articolo 36 CdS che avrebbe dovuto guidare la localizzazione degli impianti.
Su questo sfondo, il 22 novembre scorso, arriva puntuale un articolo del Corriere delle Alpi intitolato “Ex sindaco diffamato su Candaten il comune ha querelato Altvelox”. Nel pezzo si richiama la delibera di giunta numero 77, con cui il sindaco Christian Roldo autorizza a resistere nel procedimento penale e incarica l’avvocato Gianluca Nicolai di costituire il Comune parte civile nell’udienza del 25 novembre, dove l’imputato è proprio Gianantonio Sottile Cervini. In sintesi: il nuovo sindaco decide di usare soldi pubblici per costituire i cittadini di Sedico parte civile a tutela dell’onore del suo predecessore, sulla base di frasi che nascono dalla critica a un sistema sanzionatorio oggi colpito dalla stessa Cassazione.
Il paradosso è evidente. I proventi delle multe da strumenti contestati sorreggono per anni il bilancio. Quando l’attività di controllo civico ne mette in crisi la legittimità e il gettito cala, non si avvia una verifica seria sugli impianti e sui proventi, ma si preferisce rilanciare sul piano penale, arrivando perfino a impegnare l’ente come parte civile in una causa che, alla luce dei fatti e del diritto, ha tutti i tratti dell’azione temeraria. Non a difesa dei cittadini, ma contro chi ha osato difenderli.
Alla luce di tutto questo, il punto di arrivo è semplice e scomodo: non basta più prendere atto che a Sedico e nel Bellunese l’azione penale si muove con due velocità, rapidissima quando a lamentarsi sono gli amministratori, lentissima o assente quando si tratta di verificare gli autovelox, i piani del traffico e la gestione dei proventi. Serve un intervento dall’alto, chiaro e tracciabile.

Per questo Altvelox ha chiesto formalmente al Primo Presidente e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione di esercitare fino in fondo i poteri di vigilanza e avocazione previsti dall’ordinamento, verificando i procedimenti rimasti fermi e imponendo, se del caso, che l’obbligo di esercitare l’azione penale valga per tutti anche nel distretto di Belluno, Sedico compresa.
Abbiamo chiesto che vengano iscritti nel registro delle notizie di reato il sindaco in carica Christian Roldo, l’ex sindaco Stefano Deon, gli assessori competenti, i comandanti delle polizie locali e i funzionari che, nonostante diffide e documentazione tecnica, hanno continuato a usare impianti privi di omologazione metrologica legale, insieme a ogni altro soggetto che emergerà dalle indagini.
Non basta. Perché questa volta non finisca tutto in un’altra archiviazione, si chiede il sequestro probatorio urgente di tutti gli apparati elettronici utilizzati per fini sanzionatori, la nomina di consulenti tecnici indipendenti per verificarne la conformità alla normativa sulla sicurezza stradale e alla disciplina metrologica e la trasmissione degli atti alle Procure generali e regionali della Corte dei conti, così da accertare l’eventuale danno erariale legato all’incasso di somme fondate su accertamenti illegittimi. Se davvero lo Stato di diritto vale anche lungo la SR 203 e nel Comune di Sedico, adesso è il momento di dimostrarlo con atti, non con articoli a orologeria e costituzioni di parte civile pagate con le tasche dei cittadini.



