Il Giudice per le indagini preliminari Dott. Marco Tamburrini, ha iscritto nel registro degli indagati ben quattro dei sei magistrati del Tribunale di Vicenza indagati per il reato di rifiuto e omissione di atti d'ufficio. Per due ne è stata richiesta l'archiviazione.
LA PROCURA DI VICENZA
Nel 2019 il Dott. (Omissis) depositava un esposto presso la Procura della Repubblica di Vicenza che però, come spesso accade purtroppo, rimaneva nei cassetti senza ulteriore seguito.
Il denunciante, persona onesta e sicuramente non passiva, voleva giustizia per la sua causa e così, dopo varie insistenze scritte con azioni legali, indirizzate alla Procura di Vicenza per sollecitare il procedimento, non ottenendo alcun riscontro concreto, decideva di denunciare tutti e sei i magistrati della Procura della Repubblica di Vicenza responsabili del procedimento.
Con sentenza dello scorso 18.05.2023 il Giudice per le indagini preliminari presso la Procura della Repubblica di Trento, Dott. Marco Tamburrini, ha iscritto nel registro degli indagati quattro magistrati della Procura della Repubblica di Vicenza, quattro dei sei magistrati, il Dott. G.P., il Dott. M.G., il Dott. C.B., il Dott. H.R.B. derubricando la prima ipotesi di reato a loro iscritta, ovvero quella di abuso d'ufficio art. 323 C.P. in rifiuto e omissione di atti d'ufficio prevista dall'art. 328 del Codice Penale. Con lo stesso provvedimento disponeva invece l'archiviazione per due dei sei giudici coinvolti nella vicenda da noi qui seguita.
"P.Q.M. ...Dispone l'archiviazione del procedimento penale a carico di tutti gli indagati per il reato di cui all'art. 323 c.p., nonché l'archiviazione nei confronti di A.C.C. e di O. C., per il reato iscritto a loro carico ex art. 328 c.p. e ordina al Pubblico Ministero la formulazione della relativa imputazione a carico per gli indagati M.G., G.P., C.B. ed H. R. B. per il reato di cui all'art. 328 c.p. Manda alla Cancelleria per le comunicazioni e per quanto di competenza".
GLI ESPOSTI
Un esposto è un atto attraverso cui, diversamente dalla denuncia o dalla querela, si porta a conoscenza della autorità giudiziaria un fatto accaduto. Chi presenta l'esposto non lamenta un danno diretto ricevuto, non parla di crimine o di reato, soprattutto non indica specificamente un responsabile, chiedendo appunto siano svolte delle indagini per individuare eventuali reati commessi.
E' una bruttissima prassi tutta Italiana, quella degli esposti che, una volta depositati alle cancellerie dei Tribunali, inspiegabilmente spariscano nel nulla..., non se ne sa più nulla se ne perde spesso le tracce, quando va bene per per mesi o per anni, ma troppo spesso, senza mai più averne un riscontro da parte degli organi deputati a fare quella giustizia per cui sono stati chiamati ed per cui hanno giurato.
LA PROCURA DI BELLUNO
Nei mesi scorsi, abbiamo depositato alla Procura della Repubblica di Belluno cinque esposti riferiti alle autorizzazioni concessa e all'utilizzo degli autovelox nella Provincia di Belluno, nei Comuni di Belluno, Sedico, Quero Vas, Arsiè, Colle Santa Lucia. Con queste segnalazioni alla A.G. abbiamo voluto indicare una enormità di leggi e regolamenti che comprovano, secondo il nostro Ufficio tecnico legale, come queste Amministrazioni con l'avallo del Prefetto di Belluno, stiano utilizzando dei rilevatori elettronici assolutamente illegittimi, che non possono fornire una prova legale certa per emettere le sanzioni. Inoltre in tutti i casi riscontrati e segnalati, alla Procura di Belluno, abbiamo rilevato una enormità di violazioni delle normative anche sulla tipologia delle strade che non permettono la installazione di queste apparecchiature e spesso, come rilevato anche dallo stesso Giudice di Pace di Belluno, gli autovelox risultano nascosti / occultati abilmente o dietro una galleria o da cartelli stradali o da curve, rendendoli di fatto visibili solo troppo tardi.
Nonostante la questione sia evidentemente urgente visto che pesa sulle tasche dei cittadini, sono trascorsi mesi e non abbiamo ricevuto alcun riscontro dalla Procura della Repubblica di Belluno, nel frattempo però, come ovvio i Comuni persistono a sanzionare gli automobilisti e persino ad impugnare le numerose sentenze che i GdP annullano, spendendo soldi dei contribuenti in avvocati e obbligando così i cittadini ad assurde e costose procedure legali per cercare quella giustizia oggi negata (almeno in provincia di Belluno).
AZIONE MIGLIORE TUTELA
Come abbiamo annunciato nei giorni scorsi, come avvenuto per i Magistrati della Procura della Repubblica di Vicenza, è giunto il momento che anche i Giudici di Belluno si accollino le responsabilità del loro operato. Per questo abbiamo predisposto due esposti al CSM per le sentenze emesse dal Giudice Beniamino Margiotta e del Giudice di Pace Gianni Bottoli, che continuano a pronunciarsi senza tenere conto delle 27 sentenze emesse sul tema autovelox dalla Suprema Corte di Cassazione fino al 2023 (tre solo nel 2023), prendendo invece spunto da quelle antiche del 2005, 2014 palesemente superate da fatti conccreti.
La responsabilità del Magistrato come sancito dalla Corte Costituzionale nella sua ultima pronuncia n.205 del 15.09.2022, « ...Un simile sacrificio di diritti inviolabili della persona non appare al rimettente giustificato da presunte ragioni di bilanciamento con i principi di indipendenza dei magistrati e di autonomia e pienezza della funzione giudiziaria, «a fronte di una normativa che riconosceva l’idoneità delle condotte individuate dall’art. 2 della l. n. 117/1988 a determinare danni sia patrimoniali che non patrimoniali» e nell’ambito di un contesto normativo che, già nel testo del 1988, «prevedeva la responsabilità diretta unicamente a carico dello Stato e solo quella indiretta, per di più con rivalsa limitata, per il magistrato autore degli atti e provvedimenti causativi del danno». L’art. 2, comma 1, della legge n. 117 del 1988, nel testo antecedente alla citata legge n. 18 del 2015, disponeva che «[chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».
留言