top of page

Altvelox denuncia la P.M. di Belluno per presunti reati di falso materiale e ideologico. Chiesto l’intervento della Cassazione CSM e Ministero di Giustizia.

«La Procura di Belluno delega l’indagato a indagare su se stesso: un “autointerrogatorio” che svela l’inerzia investigativa e la sistematica protezione dei vertici istituzionali locali, in violazione dell’art. 112 Cost. e del principio di imparzialità della giustizia». Nel frattempo un diverso PM archivia due nostre denunce-querela in tempi record senza alcuna indagine o delega investigativa.


la legge è uguale per tutti
LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI

Castelfranco Veneto, 21 agosto 2025 – L’Associazione Nazionale Altvelox annuncia di aver depositato una formale denuncia–querela nei confronti della P.M. di Belluno, dott.ssa Marta Tollardo, per i presunti reati di falso materiale e falso ideologico in atti pubblici (artt. 476 e 479 c.p.), nonché per ogni ulteriore reato che l’Autorità Giudiziaria competente riterrà configurabile.


La decisione è maturata dopo le ultime richieste di archiviazione formulate dalla Procura di Belluno relativamente a due nostre denunce–querele. La prima, avanzata nei confronti del Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin e del Prefetto pro tempore Antonello Roccoberton per la mancata predisposizione dei Piani del traffico extraurbano ex art. 36 CdS e la mancata segnalazione al Ministero delle Infrastrutture, è stata archiviata dopo soli 18 giorni dal deposito, senza che fosse espletata alcuna indagine, con la motivazione che le omissioni denunciate non integrerebbero fattispecie penali ma soltanto profili amministrativi o civilistici.


La seconda, relativa all’omissione di atti d’ufficio da parte del Prefetto, del Viceprefetto e del Dirigente della Polizia Stradale di Belluno, è stata anch’essa archiviata in tempo record, sostenendo che i dati sugli incidenti richiesti da Altvelox avrebbero dovuto essere “elaborati” e che quindi non rientravano nell’istituto dell’accesso agli atti. Una posizione che contrasta con la normativa vigente e con lo stesso decreto prefettizio del 18 giugno 2025 che presupponeva quei dati come base per l’autorizzazione degli autovelox.


Questa inerzia sistematica della Procura di Belluno si scontra con il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.) e con il richiamo formale ricevuto dal Segretario Generale del CSM, Dott. Roberto Mucci, che nella sua nota del 25 giugno 2025 ci ha scritto testualmente:

“Il Consiglio Superiore della Magistratura non può, quindi, valutare il merito dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati dai magistrati, che sono soggetti, come qualunque altro cittadino, nel caso in cui violi la legge, al giudice ordinario civile e penale”.

Altvelox sottolinea che, dal giugno 2024 ad oggi, sono state depositate presso la Procura di Belluno 24 denunce–querele con ipotesi di reato anche perseguibili d’ufficio in capo a sindaci, prefetto, vice prefetto, dirigenti polizia locale e polizia stradale (artt. 328, 356, 374, 476, 479, 640 c.p.), nessuna delle quali ha trovato uno sbocco processuale concreto. Non è mai stata avviata un’indagine effettiva e non è mai stata promossa alcuna denuncia per calunnia nei nostri confronti, circostanza che conferma la fondatezza delle accuse mosse.


Dall’analisi complessiva dei fatti, ampiamente documentati e comprovati da decine di archiviazioni e dai procedimenti ancora in corso, emerge un quadro tanto sconcertante quanto inaccettabile.


In uno di tali procedimenti, infatti, la Procura della Repubblica di Belluno ha addirittura delegato le indagini alla Polizia Locale di Belluno, ossia al medesimo corpo che questa Associazione aveva formalmente denunciato e ritenuto responsabile dei reati contestati per la mancata adozione del PUT e PGTU.


Si è così giunti all’assurdo che l’indagato, anziché essere oggetto di un’indagine indipendente e imparziale, sia stato incaricato di interrogare propri colleghi funzionari del Comune di Belluno. Una prassi che definire paradossale è riduttivo e che rischia di tradursi in un vero e proprio “autointerrogatorio” dell’indagato su se stesso, svuotando di qualsiasi significato i principi di terzietà e imparzialità dell’azione penale.


Questo episodio uno dei tanti che potremmo raccontare, ma crediamo che ha pochi precedenti nella prassi giudiziaria, rappresenta un vero e proprio capolavoro di anomalia investigativa, idoneo a minare la fiducia dei cittadini nella giustizia. In termini sistemici, si delinea un quadro di inerzia investigativa grave e reiterata: la Procura di Belluno ha sistematicamente archiviato denunce dettagliate e sorrette da perizie tecniche, giurisprudenza di legittimità e riscontri documentali oggettivi, motivando le richieste con argomentazioni apodittiche e giuridicamente deboli.


Ancor più grave è il fatto che, nonostante la gravità delle condotte denunciate e l’esplicito richiamo a reati procedibili d’ufficio, la Procura non abbia mai attivato una vera azione penale, omettendo perfino l’iscrizione nel registro degli indagati dei soggetti segnalati. Non identico quando a denunciare Altvelox è stato il Prefetto di Belluno, in soli 5 giorni il PM Roberta Gallego ha disposto la perquisizione personale e domiciliare ed ha sequestrato per mesi il computer e telefono della Associazione dove al loro interno vi erano anni di indagini, inchieste e dati sensibili degli associati.


Tale atteggiamento, oltre a costituire una violazione del principio costituzionale di obbligatorietà dell’azione penale sancito dall’art. 112 Cost., alimenta la percezione di una giustizia selettiva e funzionale alla tutela dei vertici istituzionali locali, piuttosto che alla difesa dei diritti dei cittadini e della legalità sostanziale.


Il vaso è ampiamente colmo, quindi alla luce di ciò, abbiamo formalizzato in data odierna:


  • istanza di avocazione presso la Suprema Corte di Cassazione;

  • richiesta di ispezione al Ministero della Giustizia per verificare la gestione dei procedimenti da parte della Procura di Belluno;

  • denuncia–querela nei confronti della P.M. Marta Tollardo per i presunti reati di falso materiale e ideologico e per ogni ulteriore fattispecie che sarà ravvisata.


Altvelox ribadisce che la violazione sistematica e reiterata dell’art. 36 CdS, protratta per oltre trent’anni da Provincia e Prefettura di Belluno, non può essere derubricata a mera questione amministrativa: si tratta di omissioni dolose che incidono direttamente sulla sicurezza stradale e sulla vita dei cittadini, tanto più gravi in vista delle Olimpiadi Milano–Cortina 2026. Non arretreremo di un passo sino a quando non emerge la giustizia e la verità dei fatti contestati.



Altvelox – Associazione Nazionale Tutela Utenti della Strada

Il Presidente Gianantonio Sottile Cervini

1 comentario

Obtuvo 0 de 5 estrellas.
Aún no hay calificaciones

Agrega una calificación
Invitado
2 giorni fa
Obtuvo 5 de 5 estrellas.

Cane non mangia cane....si apprezza il lavoro svolto nei minimi particolari ma se a Belluno la giustizia è amministrata in nome del "potere" esercitato dai vertici delle istituzioni e non in "nome del popolo italiano" conviene trasferirsi nel Burindi ( piccolo stato del centro Africa.

Me gusta

ALTVELOX - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
TUTELA UTENTI DELLA STRADA
C.F. 93064060259 - Reg. 35 Serie 3

VIA DEL CREDITO N.26 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV)

(uffici non aperti al pubblico)

  • Instagram
  • Facebook
  • X
  • Youtube
  • TikTok
  • LinkedIn

IBAN: IT23Q0814061310000012170886

bottom of page