A Belluno le nostre denunce si fermano al modello 45 (ignoti). Quelle del Prefetto con perquisizione e sequestro.
- Altvelox Servizi
- 3 giorni fa
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La Procura di Belluno sta archiviando sistematicamente ogni nostra accusa contro la pubblica amministrazione, l’unico fascicolo attivo è contro chi ha denunciato con perquisizione e sequestro del pc e telefono a seguito di querela per diffamazione sporta dal Prefetto. Al contempo la Procura di Cosenza, Padova e altre poche procure aprono indagini e la Corte di Cassazione confermando i sequestri degli strumenti non omologati, condanna per frode in pubbliche forniture la società appaltante. Siamo davanti ad una Giustizia selettiva?

Mentre alcune procure hanno aperto fascicoli d’indagine per l’uso di autovelox privi di omologazione pur in mancanza dei piani di sicurezza delle strade, la Procura di Belluno archivia sistematicamente tutte le denunce e querele da noi presentate. Anche oggi 21.05.2025 sono pervenute 6 richieste di archiviazione per denunce querele formalizzate in capo ad Amministratori Locali Provinciali e Prefetto di Belluno, per presunti reati anche perseguibili d'Ufficio TUTTE A MODELLO 45 - IGNOTI.
I PM di Belluno ad oggi ci hanno comunicato esclusivamente richieste di archiviazione a modello 45: atto dovuto quando gli autori del reato sono ignoti. Peccato che, in questi casi, i soggetti sono noti eccome – amministrazioni comunali, dirigenti, agenti, aziende coinvolte e persino il Prefetto, sempre indicati con nome e cognome.
Per i giudici Bellunesi, evidentemente, è del tutto legale utilizzare strumenti non omologati, in aperta violazione dell’art. 142 del Codice della Strada e delle sentenze della Corte di Cassazione, non attuare i piani di sicurezza delle strade, obblighi previsti dall'articolo 36 del Codice della Strad, oppure non consegnare i documenti richiesti alla pubblica amministrazione. Una posizione che stride con quella dei colleghi di altre procure italiane, dove invece si riconosce la gravità della questione e si procede con le indagini.
Anche a seguito della gravissima perquisizione personale e locale con sequestro del Computer e Telefono della Associazione che abbiamo subito proprio dalla stessa Procura di Belluno, che a seguito invece di una denuncia querela del Prefetto per diffamazione ha disposto in soli 5 giorni, ci chiediamo: esiste ancora il principio di uguaglianza davanti alla legge? Lo abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al CSM che presiede il testo integrale.
Castelfranco Veneto, 27 Aprile 2025
Spett.le Presidenza della Repubblica
Alla c.a. del Presidente Sergio Mattarella
Palazzo del Quirinale - 00187 Roma
Consiglio Superiore della Magistratura
Palazzo dei Marescialli - 00197 Roma
Oggetto: Esposto formale per reiterate violazioni di legge connesse all’uso di dispositivi autovelox non legali. Irragionevoli disparità di trattamento giudiziario che incidono sulla sicurezza dei Cittadini.
Ill.mo Presidente della Repubblica,
Ill.mi Componenti Consiglio Superiore della Magistratura,
L’Associazione Altvelox - Tutela Utenti della Strada Reg. N.35 Serie 3 C.F. 93064060259 con sede in Castelfranco Veneto (TV) - 31033 Via Del Credito 26 - in persona del suo presidente Gianantonio Sottile Cervini, da anni attivamente impegnata nella tutela dei diritti degli automobilisti e nella verifica della legalità dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità, sottopone alla cortese attenzione della S.V. e degli Ill.mi componenti del CSM che presiede, i gravi fatti qui di seguito esposti.
Come è ormai ampiamente documentato anche da numerose pronunce della Suprema Corte di Cassazione, l’impiego di dispositivi elettronici meglio conosciuti come autovelox, è illegale in quanto sprovvisti della debita omologazione – ai sensi dell’art. 192, comma 6, del Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della Strada – risulta costituire un vulnus al bene costituzionale della Sicurezza dei Cittadini e dell’Ambiente, ma integra fattispecie penalmente rilevanti, quali: frode nelle pubbliche forniture, la truffa aggravata ai danni dei cittadini e la falsità materiale e ideologica in atto pubblico, commessa da pubblici Ufficiali.
Alla luce di tali pronunce e nell’ambito della propria missione statutaria, l’Associazione ha formalizzato dal 15 giugno 2024 al 26 aprile 2025 n.106 denunce-querele (oggi 112) nei confronti di Amministratori pubblici, Dirigenti e perfino Prefetture, responsabili, secondo quanto documentato, della sistematica installazione e utilizzo di dispositivi non conformi ai requisiti di legge: pure in assenza dei previsti “piani ordinari del traffico” (PGTU), prodromici all’emissione dei Decreti prefettizi di autorizzazione all’installazione dei dispositivi in parola.
Tuttavia, a fronte di tali denunce sempre circostanziate, supportate da perizie tecniche, riferimenti normativi e giurisprudenziali, nessuna delle 19 Procure coinvolte ha, allo stato, attivato la conseguente azione penale. Le suddette AA.GG., si sono fino ad oggi limitate a proporre richieste di archiviazione, omettendo di svolgere anche solo indagini preliminari approfondite, pur in presenza di reati perseguibili d’ufficio e di prove documentali inconfutabili.
Tale comportamento ci pone inquietanti interrogativi circa l’effettiva osservanza del principio Costituzionale di obbligatorietà dell’azione penale (art. 112 Cost.) e alimenta la percezione, tra i Cittadini, di una giustizia selettiva e diseguale.
Solamente l’A.G. di Cosenza ha intrapreso anche su nostro input, un’efficace azione penale, comprendente l’adozione di misure cautelari reali mediante il “sequestro cautelativo” in tutto il territorio Nazionale, di un modello di Autovelox, conclusa in via definitiva lo scorso 14.03.2025 con la Sentenza di condanna emessa dalla Corte Suprema di Cassazione - V Sez. Penale n.10365/2025.
Ma anche un’altra A.G., quella della Procura della Repubblica di Belluno, si è attivata, ma a seguito di una denuncia-querela avanzata contro di noi dal Prefetto di Belluno, Dott. Antonello Roccoberton, per una presunta diffamazione a mezzo stampa (peraltro priva di elementi offensivi e già oggetto di rettifica). La Procura di Belluno infatti, lo scorso 05.02.2025 ha disposto per tramite del Giudice dr.ssa Roberta Gallego, nel giro di soli cinque giorni dalla denuncia ricevuta, una perquisizione personale e domiciliare nei confronti del sottoscritto, quale Presidente della Associazione Altvelox, nonchè presso la sede legale della stessa Associazione, sequestrando dispositivi informatici e telefonici. E' appena il caso di segnalare che, la P.G. operante per l’esecuzione delle citate attività di Polizia, è stata diretta personalmente dal Dirigente della DIGOS della Questura di Belluno, accompagnato da altri tre dei suoi uomini, oltre a due agenti della Polizia Scientifica, due ufficiali della P.G. presso la Procura di Belluno, una pattuglia della Squadra Volante 113 sempre della Questura di Belluno ed un CTU informatico incaricato dalla A.G. .
E' noto che l'impiego della DIGOS (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) è un reparto specializzato della Polizia di Stato, che ha lo scopo di prevenire e contrastare le attività ritenute pericolose per l'ordine democratico e il terrorismo. Più precisamente, le funzioni principali della DIGOS includono l'attività informativa generale, la prevenzione e il contrasto al terrorismo, la prevenzione dei reati connessi a manifestazioni sportive e pubbliche, le indagini sui delitti contro personalità dello Stato e la ricerca dei latitanti.
Signor Presidente, sono sicuro che non Le sfugga il carattere di oggettiva abnormità rinvenibile nelle modalità di esecuzione delle misure disposte dall’A.G. procedente: atteso che, quanto accaduto è ascrivibile alla fase di cognizione per i titoli di reato per i quali si stava procedendo. Qui non si intende minimamente interferire con l’operato dell’A.G., quanto enucleare l’ineludibile carattere intimidatorio scaturente dal tipo di dispiegamento della P.G. operante con l'impiego di 10 uomini della Questura e della Procura di Belluno, diretti in prima persona dal Dirigente della DIGOS. Una "operazione di Polizia" che ad oggi non ha avuto alcun seguito almeno a noi notificato e non ha portato neppure alla modifica del nostro capo di imputazione che ad oggi rimane quello iniziale e previsto dall'art.595 co.3 c.p. (diffamazione mezzo stampa). Non ha portato neppure alla sperata restituzione del nostro pc e telefono ancora sequestrati.
Lo scorso 06.03.2025, l'Onorevole Michele Gubitosa, da noi mai conosciuto ne sentito a proposito, messo al corrente di quanto a noi accaduto, ha ritenuto di presentare una interrogazione parlamentare al Governo scrivendo testualmente: "Roma 6 mar. – “Questa mattina ho presentato un’interrogazione parlamentare al governo riguardo alla vicenda dell’Associazione Nazionale Tutela Utenti della Strada – Altvelox, che in seguito a una denuncia del Prefetto di Belluno ha subito una perquisizione nella sua sede e nella residenza del suo Presidente, Gianantonio Sottile, cui sono stati anche sequestrati i dispositivi informatici. Non possiamo non esprimere preoccupazione per un’azione che sembra mirata a reprimere le attività di denuncia dell’associazione, che aveva proceduto alla pubblicazione di informazioni che indicavano lo stesso Prefetto come “il più denunciato d’Italia” per presunti abusi nella gestione degli autovelox. L’Associazione Altvelox è nota per il suo impegno nella tutela dei diritti degli utenti della strada e per il monitoraggio delle attività delle istituzioni locali, un’attività fondamentale per il territorio. Attraverso l’interrogazione chiedo al governo la sua valutazione in merito e se ritenga di approfondire la vicenda, per assicurare la tutela della libertà di espressione e il diritto di associazione. Bisogna garantire che le associazioni civiche possano operare liberamente, senza timore di ritorsioni. Come rappresentante dei cittadini, ritengo inaccettabile che chi svolge un ruolo di denuncia pubblica venga sottoposto ad azioni legali di questa portata. Credo sia doveroso dare risalto alla vicenda e fare chiarezza, motivo per il quale attendo una pronta risposta del governo”. Lo scrive in una nota Michele Gubitosa, vicepresidente del Movimento 5 Stelle".
Tanta solerzia, meritevole di ben altre cause, spingerebbe questa Associazione a conoscere come mai al contrario stenta ad avviarsi l’azione della suddetta A.G. per i fatti ben più gravi denunciati alla medesima circa le questioni di cui all’oggetto con 24 denunce querele ad oggi la maggior parte archiviate ed altre non ancora evase. Diventa così assai arduo comprendere un tale modus operandi di procedere, atteso che quanto accaduto è compatibile con la lesione di cui all’art. 21 della Costituzione e ai principi fondamentali dello Stato di diritto.
Per tali ragioni, la scrivente Associazione:
denuncia formalmente l’inerzia della quasi totalità delle Procure della Repubblica adite, in relazione a fatti penalmente rilevanti anche perseguibili d'ufficio già sottoposti alla loro attenzione mediante regolari denunce-querela;
chiede altresì al CSM di attivarsi per le iniziative di rispettiva competenza: ovverosia le motivazioni circa l’inazione circa l’operato delle Procure coinvolte, con particolare riferimento a eventuali omissioni e/o condotte poste in essere in violazione dell’obbligatorietà dell’azione penale;
sollecita un intervento della Presidenza della Repubblica, quale garante dell’unità nazionale e del buon funzionamento dei poteri dello Stato, affinché venga tutelata l’azione civica e associativa e ripristinato un corretto equilibrio tra potere amministrativo e giudiziario;
richiede, che venga accertata la legittimità delle misure coercitive disposte dalla Procura della Repubblica di Belluno, con particolare riferimento alla necessità, proporzionalità e urgenza che ne hanno motivato le modalità di azione: soprattutto alla luce della natura meramente associativa e non violenta della nostra attività diretta esclusivamente alla tutela di diritti legittimi ed al contrasto di fatti di acclarata e provata antigiuridicità.
Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e/o documentazione, porgo deferenti ossequi.
Altvelox - Associazione Nazionale
Tutela Utenti della Strada
Il presidente pro tempore Gianantonio Sottile Cervini
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