ll “sorpassometro” di Acquappesa, da scoop mediatico a caso giudiziario: Altvelox denuncia alla Procura sindaco, prefetto e ANAS.
- Altvelox
- 23 set
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Sorpassometro sulla SS18 operativo dal 2011 e probabilmente riattivato da agosto 2025 senza omologazione né piani del traffico, mai verificato. Comune, Prefettura e Polizia Locale negano accesso agli atti e scaricano le responsabilità sulla società privata, mentre parlano di pericolosità stradale smentita dai dati ufficiali. La vicenda apre a responsabilità penali, danni ai cittadini e dubbi sulla legalità dei controlli, ora segnalati alla magistratura.

Nel 2011 la Prefettura di Cosenza e la Polizia Stradale autorizzarono il Comune di Acquappesa all’installazione di un sistema elettronico di rilevamento dei sorpassi vietati sulla SS18 (km 299+860 – km 303+800). Da allora, non risultano agli atti ulteriori verifiche, controlli amministrativi o aggiornamenti tecnici da parte della Prefettura, della Polizia Stradale o dell’ANAS quale ente gestore della strada.

Nel 2025 il Comune ha pubblicamente annunciato la riattivazione del cosiddetto “sorpassometro”, presentandolo come dotato di tutte le necessarie autorizzazioni ministeriali, prefettizie e dell’ANAS. L’Associazione Altvelox, a fronte di tali dichiarazioni, il 22.09.2025 ha esercitato istanza di accesso agli atti ai sensi della L. 241/1990 e del D.Lgs. 33/2013. Il Comune di Acquappesa (CS), con nota del 19 settembre 2025, a ridosso della scadenza legale per il riscontro, ha comunicato di avere interessato la società privata VIAE S.r.l. (fornitrice del sistema) quale “controinteressata” e ha sospeso i termini del procedimento.
Tale condotta appare lesiva dei principi di legge: la documentazione tecnica e legale deve essere nella diretta disponibilità dell’ente sanzionatore, non di soggetti privati. Il differimento o lo scarico di responsabilità verso la ditta fornitrice integra violazione dell’art. 25 L. 241/1990, oltre che dei doveri di trasparenza ex art. 1 D.Lgs. 33/2013.
A ciò si aggiunge che la Prefettura non ha prodotto i verbali semestrali dell’Osservatorio provinciale sull’incidentalità, come imposto dalle circolari ministeriali (in particolare la Direttiva Maroni del 14.08.2009). La mancata trasmissione costituisce omissione di atti d’ufficio (art. 328 co. 2 c.p.) e inosservanza di obblighi di legge (art. 361 c.p. per i pubblici ufficiali).

La Polizia Stradale di Cosenza, unica amministrazione ad adempiere correttamente, ha fornito i dati ufficiali: negli ultimi cinque anni, nel territorio comunale di Acquappesa si sono verificati solo 9 incidenti, numero ben lontano dal quadro di “alta incidentalità” propagandato dal Comune. Ciò mette in discussione la sussistenza del presupposto legale per l’installazione di dispositivi ex art. 4 D.L. 121/2002 conv. L. 168/2002, che richiede l’accertata pericolosità dei tratti stradali.
Ulteriori violazioni emergono: assenza di Piani obbligatori (PUT, PGTU, PETU) previsti dall’art. 36 CdS, mancata prova dell’omologazione ministeriale dei dispositivi (art. 45 e 142 CdS), utilizzo di apparecchi basati su mere “approvazioni” e non su decreti di omologazione pubblicati in G.U. (contra Cass. n. 10505/2024, n. 19732/2024, n. 26315/2024). Le attestazioni contenute nei verbali elevati con tali strumenti potrebbero configurare falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.), truffa ai danni dei cittadini (art. 640 c.p.) e responsabilità concorrente di Sindaco, Dirigente di Polizia Locale, Prefetto e ditta fornitrice (artt. 110 e 81 c.p.).
L’inerzia delle istituzioni e la gestione opaca delle autorizzazioni arrecano danno economico e morale ai cittadini, costretti a subire sanzioni prive di fondamento giuridico, e ledono il principio di legalità sancito dall’art. 1 CdS. La vicenda del “sorpassometro” di Acquappesa evidenzia un quadro di gravi violazioni normative e di possibili illeciti penali e amministrativi da parte di più soggetti pubblici e privati. Si impone un intervento immediato dell’autorità giudiziaria e degli organi di controllo per ristabilire la legalità, annullare gli atti illegittimi e tutelare i diritti degli utenti della strada.

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