Mori (TN) autovelox SS240 H24: quando gli atti dicono una cosa e le risposte istituzionali l’opposto.
- Altvelox
- 22 dic
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Prefettura e Stradale negano “riscontri”, ma Altvelox scopre documenti non citati e ricostruisce gli atti: nel 2024 la Polizia Locale già comunicava controlli e sanzioni in ambo i sensi sulla SS240, ora servono verifiche immediate e documenti completi, non risposte di facciata.

Il Sindaco di Mori annuncia pubblicamente l’avvio H24, in entrambi i sensi di marcia, del controllo elettronico della velocità sulla SS 240 in località Loppio. Fin qui, una scelta politica e amministrativa, legittima solo se poggia su presupposti verificabili: tratto autorizzato, motivazione ex art. 4 D.L. 121/2002, corretta segnaletica, e soprattutto apparecchiatura debitamente omologata ai sensi dell’art. 142, comma 6, e art. 45 CdS. Questo è il punto concreto, non un dettaglio.

Altvelox, come fa sempre quando una misura “di sicurezza” viene presentata come automatica e permanente, chiede riscontro documentale. E qui come sempre nasce la frattura, perché alle nostre istanze arrivano risposte istituzionali che, in sintesi, negano la funzionalità di dispositivi e l’esistenza di postazioni fisse attive sulla SS 240 nel Comune di Mori, nelle tratte autorizzate dal decreto commissariale dell’11 giugno 2025 n. 0060797. Non è una sfumatura. È una negazione netta, che cozza con un impianto fisicamente presente e con dichiarazioni pubbliche che parlano di attivazione continuativa.
Il problema non è solo “chi ha ragione” nei comunicati. Il problema è la filiera amministrativa, perché nel frattempo emergono documenti ufficiali del Comando di Polizia Locale Mori Brentonico che, già dal 2024, avrebbero informato Prefettura e Polizia Stradale di servizi sistematici di controllo elettronico della velocità con dispositivo AUTOSC@N Speed, indicando per la SS 240 la postazione al km 8+790 in entrambi i sensi di marcia. Se quel calendario è reale, protocollato e trasmesso come risulta, allora qualcuno sta sostenendo oggi l’esistenza di “nulla” mentre ieri riceveva programmazioni operative. È un corto circuito istituzionale. E va chiarito con atti, non con frasi standard.
C’è di più, e qui la questione diventa ancora più delicata: il decreto commissariale richiamato dal Sindaco individua, tra i tratti autorizzati, la SS 240 dal km 7.500 al km 8.500, tratto Sant’Antonio, Loppio, in entrambi i sensi. La chilometrica km 8+790, cioè 8.790, non rientra in quel perimetro, perché supera 8.500 di circa 290 metri. Non stiamo parlando di lana caprina. Se la postazione operativa è davvero al km 8+790, il tema non è “attiva o non attiva”, il tema è se si stia operando fuori dal tratto autorizzato, con conseguenze immediate sulla legittimità degli accertamenti e sulla tenuta dei verbali. Stop.

In parallelo, Altvelox ha già diffidato Comune, Commissariato del Governo e Polizia Stradale a sospendere qualsiasi uso sanzionatorio fino a quando non vengano esibiti omologazione, tarature, log di funzionamento, identificativi completi dell’apparato (marca, modello, matricola, versioni hardware e software), e atti presupposti, compresi affidamenti e manutenzioni. Non si chiede un favore. Si chiede il minimo sindacale di trasparenza quando si fanno multe a distanza, spesso con contestazione differita e con effetti patrimoniali immediati sui cittadini.
Quando due uffici pubblici rispondono “non risulta” e, nello stesso tempo, esistono calendarizzazioni, impianti presenti e dichiarazioni di attivazione H24, il rischio non è solo amministrativo. Si aprono profili che, in ipotesi e salvo smentita documentale, possono toccare falsità ideologica in atti pubblici, omissione di atti dovuti (art. 328 c.p.), e ogni altra condotta che abbia alterato la tracciabilità della prova o impedito controlli doverosi, inclusi eventuali profili nelle forniture e nella gestione del servizio se emergessero qualificazioni tecniche non corrispondenti al vero. Questo non è un processo mediatico, è un dovere di segnalazione.
Per questo Altvelox depositerà in Procura un esposto, con richiesta di accertamenti urgenti e, se necessario, di sequestro probatorio della postazione, perché qui il punto è semplice: o l’impianto è legittimo, e allora lo si dimostra con documenti completi, oppure non lo è, e allora si ferma. Nel mezzo non esiste una terza via.



