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Semafori di Treviso: Verbali senza base legale e conti che corrono. Denuncia numero 9.

Photo-Red, delibere fantasma, link generici al posto degli atti, mentre arrivano mille sanzioni in sei mesi con l’orgoglio di “stabilizzare” gli impianti, e una spesa pubblica che corre senza il minimo presidio di legalità. Noi continuiamo formalizzando oggi la denuncia-querela numero 9 chiedendo il sequestro di tutti i rilevatori privi di omologazione e la documentazione richiesta e non consegnata dalla Polizia Locale.


Il Sindaco Conte e uno dei semafori T-Red
Il Sindaco di Treviso Mario Conte e uno dei semafori T-Red

Secondo gli atti depositati dall’associazione, a Treviso risultano presentate nove denunce querela, oltre a due esposti per diffamazione aggravata, con pendenze note e un’iscrizione nel registro degli indagati che, per il principio di presunzione di innocenza, non equivale a colpevolezza. Ciò premesso, la perdurante assenza di risposte investigative puntuali su fatti specificamente documentati e alla presenza di ipotesi di reato perseguibili d'ufficio, impone un richiamo fermo ai doveri dell’autorità giudiziaria, obbligatorietà dell’azione penale ex art. 112 Costituzione, completezza e imparzialità delle indagini ex art. 358 c.p.p., trasparenza sullo stato dei procedimenti ex art. 335 c.p.p.


Abbiamo quindi trasmesso il dossier al Primo Presidente e al Procuratore generale presso la Corte di cassazione, nonché al Capo dell’Ufficio ispettivo del Ministero, affinché sia verificata la regolarità dei tempi e degli adempimenti, in coerenza con i principi di legalità, buon andamento e imparzialità ex artt. 3 e 97 Costituzione. Non chiediamo verdetti sommari, pretendiamo controlli effettivi e tempestivi su atti, procedure e contabilità delle sanzioni.


Anche a Treviso le regole ci sono, le conoscono ma le ignorano, servono omologazioni reali e delibere motivate per ogni incrocio, non slogan e rinvii a pagine web incomplete. Il risultato è semplice, se non c’è la prova documentale cade la base giuridica dei verbali, si apre il fronte dei profili penali e del danno erariale, e a pagare non devono essere i cittadini ma chi ha firmato.


Treviso e il suo Sindaco Mario Conte ha premuto sull’acceleratore dei Photo-Red, dopo la nota sentenza della Cassazione sugli autovelox della tangenziale Est, l’amministrazione ha attivato e poi deciso di acquistare gli impianti per i passaggi con il rosso, con l’argomento che “funzionano” e fanno numeri, mille sanzioni nel primo semestre 2025 e oltre il 70 per cento in più in un anno, con tre incroci presidiati giorno e notte e una spesa sopra i 160 mila euro per “stabilizzarli” nella proprietà comunale, dettaglio che in sé non sostituisce i requisiti di legge, anzi li pretende con più rigore.


Denuncia-querela del 28.10.2025
Denuncia-querela del 28.10.2025

Altvelox ha presentato il 19 settembre un accesso agli atti puntuale, doppia base normativa L. 241 del 1990 e D.Lgs. 33 del 2013, con l’elenco preciso dei documenti per ogni intersezione, delibere, progetto CNR, temporizzazioni del countdown, gare, contratti, omologazioni del modello e del software, certificazioni, tarature, statistiche di incidentalità, classificazioni stradali, piano catastale della segnaletica, cioè tutto ciò che serve a dimostrare che l’apparato sanzionatorio poggia su basi legali e tecniche, niente fumo.


La risposta del 27 ottobre, firmata dal Vice Comandante, è il copione stanco dei rinvii, link alle “tarature”, un generico richiamo alla Delibera di Giunta 240 del 19 agosto 2025 che “individua le intersezioni”, e il diniego sul resto per presunto difetto di interesse diretto, concreto e attuale, senza una riga di motivazione analitica su ciascun documento, senza bilanciamento come accesso civico generalizzato, senza indicare controinteressati e rimedi. Non basta, non regge alla luce dell’articolo 3 L. 241 del 1990 e dei principi di trasparenza.


Un inciso, che fa la differenza, perché qui non discutiamo di opinioni, discutiamo di presupposti: in materia di controlli semaforici occorre una delibera di Giunta esplicita e motivata per ogni incrocio, con dati di incidentalità e ragioni della scelta, lo dicono Cassazione 21847 del 2005 e 21894 del 2024, e lo ribadisce la direttiva del Ministero dell’Interno del 14 maggio 2008, che pretende localizzazione e motivazione effettiva, controllabile in sede giurisdizionale per eccesso di potere. Senza, la contestazione differita ex articolo 146 CdS non sta in piedi. Punto.


Esempio reale, concreto, quotidiano, più di mille parole: se non esiste, e non è esibito, il decreto di omologazione del modello effettivamente installato, con omologazione del software che governa l’algoritmo di rilevazione, la sanzione è priva di titolo, il verbale cade. Se manca il progetto CNR con le temporizzazioni del giallo e del countdown, non c’è certezza delle condizioni di esercizio e dell’affidabilità del rilievo. Se non si produce la delibera motivata per ogni incrocio, difetta la base legale della contestazione differita. È esattamente per questo che Altvelox ha richiesto quegli atti, non “documenti a caso”.


Gli slogan del Ministro Salvini vicino a Conte
Gli slogan del Ministro Salvini vicino a Conte

C’è di più, e pesa: il Comune non ha mai adottato PUT e PGTU obbligatori ex articolo 36 CdS, preferendo un PUMS non cogente e pure con dati obsoleti, mentre il Prefetto non ha segnalato al Ministero le inadempienze come impone il comma 10 del medesimo articolo, un vuoto pianificatorio che vizia a monte le scelte di enforcement. Non è una nota di colore, è un vizio sostanziale.


La coda, inevitabile, sta nei profili penali e contabili, rifiuto e omissione di atti d’ufficio per dinieghi non motivati e mancata esibizione, falso ideologico se si certifica pubblica disponibilità di ciò che non c’è, truffa aggravata se il sistema incassa su basi illegali, peculato e frode nelle pubbliche forniture se appalti e forniture hanno attestazioni d’idoneità non vere. Le richieste alle autorità sono chiare, acquisire subito gli atti, valutare i sequestri tecnici, coinvolgere Corte dei conti e ANAC. La legalità non è uno slogan cittadino, è un fascicolo completo e verificabile.


Chiudiamo come si deve, senza cerimonie, se l’amministrazione esercita un potere che incide su diritti e patrimoni, lo prova con documenti completi, non con link sparsi, altrimenti l’efficacia degli atti applicativi cade, e con essa la pretesa sanzionatoria, con responsabilità economiche per chi ha firmato, non per chi ha rispettato le regole.

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