Legalità spenta a Treviso: autovelox illegali accesi contro la Cassazione.
- Altvelox
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Aggiornamento: 5 giorni fa
Nonostante sette denunce e una giurisprudenza ormai consolidata, il Sindaco Mario Conte del Comune di Treviso continua a utilizzare rilevatori privi di omologazione ministeriale. Altvelox dopo sette denunce-querele ad oggi inascoltate chiede alla Cassazione e al Ministero della Giustizia di intervenire: si profilano ipotesi di falso ideologico, truffa ai danni dei cittadini e frode nelle pubbliche forniture.

L’Associazione Altvelox ha presentato una nuova denuncia-querela alla Suprema Corte di Cassazione e al Ministero della Giustizia, segnalando gravi irregolarità nell’uso dei dispositivi autovelox installati dal Comune di Treviso. Gli apparecchi, come accertato dalla stessa Corte di Cassazione con numerose pronunce, la più recente n. 26521/2025, risultano privi della necessaria omologazione prevista dall’art. 142, comma 6, e dall’art. 45 del Codice della Strada.
Malgrado ciò, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Conte ha continuato a utilizzare gli strumenti, dichiarandoli pubblicamente “legali” e “indispensabili per la sicurezza”. Una posizione che sottolinea Altvelox, non solo contrasta con la legge, ma induce i cittadini a pagare sanzioni nulle, configurando ipotesi di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) e truffa aggravata ai danni della collettività (art. 640 c.p.).

La denuncia individua una catena di responsabilità che coinvolge anche il Prefetto di Treviso dott. Angelo Sidoti, i Dirigenti della Polizia Stradale e Locale. L’ente, infatti, non ha mai interrotto l’uso dei dispositivi né fornito, a seguito di accessi agli atti, la documentazione tecnica e le certificazioni di conformità richieste ai sensi della L. 241/1990 e del D.Lgs. 33/2013. In molti casi – rileva l’Associazione – il Comune non si è neppure costituito in giudizio davanti al Giudice di Pace, lasciando annullare i verbali e venendo condannato al rimborso delle spese legali.
Questo comportamento, definito “omissivo e consapevole”, secondo Altvelox può integrare rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) e peculato per distrazione di fondi pubblici (art. 314 c.p.), dal momento che ingenti somme comunali sarebbero state spese per acquistare o noleggiare strumenti inutilizzabili ai fini probatori. Se poi, come risulta dai contratti, i fornitori hanno dichiarato la conformità legale degli apparecchi, si configura anche frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), con possibile concorso dei funzionari comunali.
La nuova denuncia sottolinea inoltre un punto chiave: i cosiddetti “decreti di approvazione” rilasciati dal MIT non hanno valore di omologazione. Non essendo pubblicati in Gazzetta Ufficiale né firmati dal Ministro, sono meri atti dirigenziali privi di efficacia normativa esterna. La Cassazione ha chiarito che l’unico Ministero competente in materia metrologica è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MiMIT), titolare del potere di rilasciare omologazioni valide ai sensi del R.D. 7088/1890 e della L. 273/1991 sul sistema nazionale di taratura.
Altvelox denuncia quindi un sistema che mina la certezza del diritto: in alcuni comuni gli autovelox vengono spenti per mancanza di omologazione, in altri, come Treviso restano attivi e continuano a produrre multe nulle. Il risultato è una giustizia “a geometria variabile”, dove la legalità cambia da territorio a territorio.
Per l’Associazione, il silenzio della Procura di Treviso davanti a sette denunce dettagliate e documentate rappresenta un’anomalia grave e un possibile caso di inerzia investigativa in violazione dell’art. 112 Cost. Altvelox chiede quindi alla Suprema Corte e all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia di verificare la gestione dei procedimenti, accertare eventuali omissioni e disporre l’intervento immediato per fermare l’uso di strumenti illegali.
“Non chiediamo scorciatoie, chiediamo legalità” conclude la denuncia. “È dovere dello Stato accertare se i decreti di omologazione esistano, se i prefetti abbiano autorizzato correttamente le contestazioni differite e se i cittadini siano stati sanzionati con strumenti non conformi. Ogni giorno di silenzio è un giorno in più di illegalità a danno della collettività”.
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