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Treviso fuorilegge: 29 milioni di euro da autovelox e semafori illegittimi, in spregio al Codice della Strada.

Autovelox e semafori senza omologazione, nessun piano del traffico aggiornato, 29 milioni di sanzioni illegittime. L’amministrazione comunale continua a ignorare le leggi, mentre cittadini e ricorrenti si scontrano con istituzioni che tacciono o insabbiano. Un caso esemplare di abuso di potere sistemico e disapplicazione della Costituzione. Oggi formalizzata la sesta denuncia querela.

Il Sindaco di Treviso Mario Conte e l'autovelox condannato dalla Cassazione ancora attivo
Il Sindaco di Treviso Mario Conte e l'autovelox condannato dalla Cassazione ancora attivo
Una macchina sanzionatoria da quasi 30 milioni di euro in quattro anni, costruita su strumenti non omologati, su piani del traffico mai adottati e su una disarmante ostinazione a violare norme fondamentali dello Stato. Questa è oggi la realtà del Comune di Treviso, dove la legalità stradale sembra essere diventata un concetto flessibile, da piegare alle esigenze di bilancio, piuttosto che un valore da rispettare.

Tra il 2021 e il 2024 il Comune di Treviso ha dichiarato al Ministero dell’Interno proventi da sanzioni per eccesso di velocità accertato con dispositivi art. 142 c.12-bis CdS per un totale di oltre 10,6 milioni di euro. A questi si aggiungono ulteriori 18,4 milioni di euro derivanti da infrazioni al Codice della Strada rilevate anche tramite impianti semaforici privi della necessaria omologazione, come più volte segnalato e contestato.

Denuncia querela del 13.06.2025
Denuncia querela del 13.06.2025

Tutto ciò è avvenuto – e continua ad avvenire – in assenza di strumenti di pianificazione obbligatori come il Piano Urbano del Traffico (PUT) e il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), previsti dall’articolo 36 del Codice della Strada e dalla Delibera della Regione Veneto n. 3111 del 1993, i quali devono essere redatti, adottati e aggiornati almeno ogni due anni. Tali piani costituiscono la base tecnica e giuridica per la legittimità di qualsiasi intervento sulla viabilità urbana, inclusi il posizionamento di autovelox, la regolamentazione della ZTL, la segnaletica, i limiti di velocità e la sicurezza stradale in senso lato.


Eppure il Comune ha operato – e continua a operare – senza alcuna base legittimante, sanzionando cittadini ignari tramite dispositivi privi di omologazione, di approvazione tecnica e di studi sulla sicurezza. Il tutto avviene nonostante una giurisprudenza della Corte di Cassazione divenuta ormai univoca e chiarissima nel dichiarare illegittime tutte le sanzioni elevate con strumenti non omologati o installati in assenza dei piani obbligatori con 12 pronunce da aprile 2024 a maggio 2025.


Ci troviamo davanti non a un caso isolato, né a un errore tecnico o formale, ma a una vera e propria strategia sanzionatoria illecita, reiterata, consapevole e organizzata. Una condotta che ha tutte le caratteristiche dell’abuso di potere amministrativo, con possibili profili penali (falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato, omissione di atti d’ufficio, responsabilità erariale).


Ancora più grave è il comportamento della Prefettura di Treviso, rappresentata dal Prefetto pro tempore Angelo Sidoti, che non ha mai esercitato il proprio dovere di vigilanza previsto dall’art. 36 comma 10 CdS, né ha mai segnalato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’assenza di piani del traffico da parte del Comune. Il Prefetto ha permesso al Comune di continuare a sanzionare cittadini sulla base di strumenti illegali, contribuendo con la sua inerzia a mantenere una situazione di diffusa illegittimità e pericolo per la collettività.


A ciò si aggiunge un ulteriore elemento inquietante: le 6 denunce-querele presentate da Altvelox, alla Procura della Repubblica di Treviso per le quali ad oggi non si conoscono eventuali azioni penali, tranne quella per diffamazione nei nostri confronti per la quale il SIndaco risulta indagato da mesi senza risultato di definizione alimentando il sospetto di una giustizia selettiva, che punisce i cittadini ma protegge le istituzioni anche in presenza di condotte gravi e reiterate.


Il Sindaco Mario Conte preoccupato per il suo bilancio

Emblematico è l’ultimo episodio documentato: il 30 maggio 2025, a seguito di un accesso agli atti ex D.L. 241/90, il Comune ha risposto affermando che il PUT e PGTU non esistono, ma che è stato adottato un PUMS – Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Tuttavia, come noto, il PUMS non sostituisce affatto i piani del traffico obbligatori previsti dall’art. 36 CdS, i quali restano vincolanti per legge. La risposta dell’amministrazione comunale è dunque una palese elusione della normativa, che nulla toglie all’illegittimità delle sanzioni irrogate e alla gravità delle omissioni amministrative.


Questa situazione rappresenta una crisi istituzionale profonda:

  • Una violazione sistematica della legge da parte dell’amministrazione comunale;

  • Un fallimento del sistema di controllo da parte della Prefettura;

  • Un vuoto d’azione da parte della magistratura.


Tutto questo mentre centinaia di migliaia di cittadini sono stati sanzionati e costretti a pagare multe illegittime, subendo un danno economico e morale che nessuno ha ancora risarcito.


È giunto il momento di porre fine a questa zona grigia istituzionale in cui la legge vale solo per i cittadini, ma non per chi la applica. Altvelox chiede con forza:– La revoca immediata di tutti i dispositivi illegittimi – La sospensione delle sanzioni in corso di accertamento con strumenti non omologati. L’intervento del Ministero delle Infrastrutture, della Corte dei Conti e della Procura Generale per valutare le responsabilità individuali e istituzionali. La sicurezza stradale è un diritto. Ma la legalità è un dovere. E quando lo Stato abdica, la voce dei cittadini deve farsi sentire più forte che mai.

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