Treviso: GdP annulla tre verbali illegittimi e condanna il Comune: la mancata omologazione degli autovelox travolge la pretesa sanzionatoria.
- Altvelox

- 26 set
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Con la sentenza n. 539/2025 il Giudice di Pace di Treviso avv. Giuseppe Finelli ha accolto il ricorso del nostro associato, dichiarando nulle tre multe per eccesso di velocità elevate dalla Polizia Locale con i velox nella tangenziale. La causa è stata decisa in contumacia della Pubblica Amministrazione, che non ha neppure depositato la documentazione degli accertamenti ed è stata condannata al risarcimento del ricorrente.

Tre multe annullate, una condanna alle spese e un principio ribadito con forza: senza omologazione ministeriale gli autovelox non hanno valore. È questo il cuore della sentenza n. 539/2025 emessa dal Giudice di Pace di Treviso, avvocato Giuseppe Finelli, che ha accolto il ricorso presentato per il nostro associato (OMISSIS), contro tre verbali per eccesso di velocità elevati dalla Polizia Locale di Treviso.
Il procedimento si è svolto in contumacia della Pubblica Amministrazione, che non solo non si è costituita in giudizio, ma non ha nemmeno trasmesso la documentazione relativa agli accertamenti contestati. Una mancanza grave, che ha reso ancora più evidente l’illegittimità degli atti impugnati.

Il giudice ha motivato la decisione richiamando espressamente la giurisprudenza della Cassazione (ord. n. 10505/2024 e n. 20913/2024), che ha chiarito in maniera definitiva che “approvazione” e “omologazione” non sono la stessa cosa. La semplice approvazione tecnica del dispositivo non basta: l’art. 142 del Codice della Strada richiede l’omologazione ministeriale, procedimento più rigoroso e indispensabile per garantire la validità delle rilevazioni.
“È illegittimo l’accertamento eseguito con apparecchi autovelox approvati ma non debitamente omologati”, scrive il giudice nelle motivazioni. Una frase che pesa come un macigno sulle centinaia di verbali elevati a Treviso e in molti altri Comuni italiani con strumenti non conformi e che il sindaco sfindando tutti continua a mantenere operativi. Per questo nei prossimi giorni sarà firmalizzata la 12ma denuncia-querela nei suoi confronti, a capo del dirigente polizia locale tanto attento in questi giorni a sequestrare e-bike e monopattini... prefetto e polizia stradale di Treviso.
La sentenza annulla quindi i tre verbali contestati al nostro associato e condanna il Comune di Treviso, in persona del Sindaco pro tempore, a rimborsare le spese processuali. Una cifra simbolica, certo, ma che sancisce la soccombenza dell’ente pubblico e rafforza la posizione di chi da tempo denuncia l’uso distorto degli autovelox.

La vicenda solleva interrogativi più ampi: quanti altri dispositivi sono attivi sulle strade italiane senza la prescritta omologazione? E quanti cittadini stanno pagando multe che la legge considera illegittime? Non è un dettaglio tecnico, ma una questione di legalità e di tutela dei diritti fondamentali degli utenti della strada.
La mancanza dei Piani Urbani del Traffico, obbligatori ex art. 36 CdS, e la scarsa trasparenza delle amministrazioni aggravano il quadro. Senza una pianificazione seria e senza controlli adeguati, gli autovelox rischiano di diventare strumenti di mera cassa, più che mezzi per garantire sicurezza.
Il caso di oggi dimostra che la giustizia può fare chiarezza, ma allo stesso tempo evidenzia le omissioni delle autorità competenti, dal Comune al Prefetto, passando per la Polizia Stradale. Un sistema che avrebbe dovuto garantire legalità e correttezza degli accertamenti si è rivelato carente e opaco. Per le istituzioni è un monito: la sicurezza stradale si tutela con strumenti legittimi e trasparenti, non con scorciatoie che finiscono per minare la fiducia dei cittadini.
E qui il punto polemico è inevitabile: nonostante le sentenze della Cassazione e dei Tribunali, il Sindaco di Treviso continua a difendere gli autovelox non omologati, facendo finta che nulla sia accaduto certo che il suo bilancio sia al sicuro.
Ma la realtà giudiziaria parla chiaro: i dispositivi sono illegali e ogni giorno che restano accesi producono nuovi danni. Per questo annunciamo l’ennesima denuncia-querela, con la richiesta di sequestro immediato degli apparecchi e con un esposto alla Corte dei Conti affinché calcoli a quanto ammonta il danno erariale prodotto dal mancato spegnimento dei velox. Un danno che non grava su chi governa, ma sui cittadini e sulle casse pubbliche, costrette a rimborsare spese processuali e a subire l’onta di un Comune condannato. E allora la domanda è semplice: fino a quando il Sindaco continuerà a nascondersi dietro un muro di silenzi, invece di assumersi la responsabilità di spegnere subito queste macchine illegali?







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