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Altvelox: terza azione legale sul caso barcavelox. Ombre su favoritismi istituzionali e conflitti di interesse.

Nuova azione legale di Altvelox: questa mattina sarà depositata una denuncia-querela contro gli ufficiali della Capitaneria di Porto di Venezia, ai quali si imputa la violazione della riservatezza e divulgazione di segreti d'ufficio con l’indebito favore verso gli enti già denunciati.


Una ricostruzione con AI del controllo mezzo barcavelox
Una ricostruzione con AI del controllo mezzo barcavelox

17 ottobre 2025 - Oggi sarà ratificata la terza denuncia-querela sul caso “Barcavelox”. Dopo le prime due azioni contro il Comune e la Città Metropolitana di Venezia, l’Associazione Altvelox estende la responsabilità ai vertici della Capitaneria di Porto di Venezia, organo dello Stato titolare delle funzioni di polizia marittima e di regolazione del traffico lagunare.


La nuova denuncia, firmata dal presidente Gianantonio Sottile Cervini, è indirizzata alla Procura della Repubblica di Venezia, alla Corte dei Conti e ai Ministeri competenti. I destinatari sono tre ufficiali: l’Ammiraglio Filippo Marini, il Capitano di Vascello Daniele Di Guardo e il Capitano di Fregata Sandy Ballis.


L'Ammiraglio Filippo Marini
L'Ammiraglio Filippo Marini

Secondo Altvelox, gli ufficiali avrebbero violato i principi di riservatezza e imparzialità diffondendo a soggetti terzi, tra cui proprio il Comune di Venezia e la Città Metropolitana, informazioni riservate sulle attività ispettive e documentali in corso, legate ai sistemi di rilevamento elettronico SI.SA. e MOMA, conosciuti come “barcavelox”.


Il punto centrale


Tutto nasce da una richiesta di accesso agli atti presentata da Altvelox alla Capitaneria per verificare se questi sistemi, che sanzionano la velocità in laguna, fossero stati installati e gestiti nel rispetto delle leggi sul demanio marittimo e sulla sicurezza della navigazione. La risposta della Capitaneria, arrivata il 15 ottobre 2025, non solo ha dichiarato la propria “incompetenza”, ma ha inviato copia della risposta agli enti già denunciati alla procura per la questione, ossia al Comune e alla Città Metropolitana di Venezia, facendo cosi loro sapere in anticipo cosa stavamo cercando e chiedendo.


Questa trasmissione ha reso pubblica un’attività istruttoria riservata, compromettendo, secondo la denuncia, la strategia di verifica dell’associazione e mettendo potenzialmente in allarme gli stessi enti oggetto appunto delle precedenti querele.


Per Altvelox si tratta di un fatto di particolare gravità e preoccupazione: la Capitaneria, quale articolazione dello Stato, avrebbe dovuto limitare la conoscibilità degli atti ai soli soggetti legittimati indicati nella istanza. La diffusione a enti non citati e per altro querelati, rappresenta una possibile violazione dell’art. 326 del codice penale (rivelazione di segreti d’ufficio) e del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (art. 5 del GDPR, nonché art. 2 ter e art. 167 del D.Lgs. 196/2003).


Mappa sistema SI.SA Laguna Venezia
Mappa sistema SI.SA Laguna Venezia

Profili penali e disciplinari


La nuova denuncia ipotizza quindi vari reati connessi: oltre alla rivelazione di segreti d’ufficio, anche trattamento illecito di dati personali, omissione di atti d’ufficio nelle forme ancora in vigore e, in caso di dichiarazioni non veritiere, falsità ideologica in atto pubblico. Sul piano amministrativo, Altvelox chiede alla Corte dei Conti di valutare il danno d’immagine e patrimoniale arrecato allo Stato e alla stessa Guardia Costiera.


Non si tratta, spiega il documento, di un errore formale ma di un episodio che “mina il principio di imparzialità dell’amministrazione e altera l’equilibrio tra istituzioni e cittadini”. L’associazione segnala anche l’inerzia dei superiori gerarchici, che avrebbero omesso di vigilare sul comportamento dei propri ufficiali, configurando in questo modo una possibile culpa in vigilando e in omittendo.


Possibili conflitti di interessi sullo sfondo


La denuncia mette inoltre in luce un possibile e inquietante intreccio di interessi tra Venis S.p.A., società partecipata che gestisce i sistemi elettronici, ACTV (trasporto pubblico lagunare) e la figura del Comandante della Polizia Locale di Venezia, Marco Agostini, che, secondo quanto riportato il 23.10.2025 da Forumpa.it , risulterebbe attualmente consigliere di amministrazione della Casinò Pi Venezia (Soc.Immobiliare), CMV gioco s.p.a. (Società di gestione del Casinò di Venezia) e della Vittoriosa Gaming Lim. (Società di gestione di un casinò in Malta). Se tali cariche fossero confermate e fossero state legittimate dal Comune di Venezia, si configurerebbe una incompatibilità ai sensi dell’art. 53 del D.Lgs. 165/2001, con possibili profili di conflitto d’interessi e responsabilità contabile.


Dott. Marco Agostini Comandante Polizia Locale Venezia
Dott. Marco Agostini Comandante Polizia Locale Venezia

Il dott. Agostini, in quanto comandante di Polizia Locale, è inoltre autorità di polizia giudiziaria e amministrativa locale, con poteri di impulso, coordinamento e indirizzo delle attività di vigilanza anche sulle società riconducibili al Comune di Venezia. La sua partecipazione ai consigli di amministrazione delle medesime società comporta un conflitto oggettivo di ruoli, poiché egli risulta contemporaneamente controllore e controllato, situazione che mina la terzietà dell’azione amministrativa e lede il principio di buon andamento della pubblica amministrazione.


E' stato pertanto chiesto alla A.G. e Corte dei Conti, di verificare se effettivamente il Comandante ricopre e sia stato autorizzato dal Comune di Venezia a ricoprire tali ruoli apicali nelle società esterne elencate nel suo C.V., valutare la sussistenza di condotte incompatibili con la funzione pubblica, ai sensi delle norme sopra richiamate, nonché di accertare eventuali responsabilità contabili o disciplinari derivanti dall’esercizio contestuale di incarichi pubblici e privati in potenziale contrasto con i doveri di servizio e con la normativa in materia di prevenzione della corruzione e dei conflitti di interessi.


Agostini e il Sindaco Luigi Brugnaro
Agostini e il Sindaco Luigi Brugnaro

La richiesta finale


Altvelox chiede che la Procura disponga il sequestro delle comunicazioni interne e PEC tra la Capitaneria di Porto di Venezia, il Comune di Venezia e Città Metropolitana di Venezia, che accerti eventuali direttive gerarchiche e apra indagine per verificare la sussistenza dei reati indicati negli accessi agli atti. Inoltre, si richiede alla Corte dei Conti di disporre accertamenti ispettivi di competenza.


La denuncia chiude con parole nette: “Il comportamento della Capitaneria ha reso edotti soggetti querelati dell’esistenza di attività istruttorie, favorendo possibili strategie difensive e compromettendo la legalità dell’azione pubblica”.


Con questa terza iniziativa giudiziaria, Altvelox porta il caso “Barcavelox” a un nuovo livello: dal piano comunale a quello statale, mettendo sotto esame le condotte di chi, per ruolo e funzione, avrebbe dovuto garantire la trasparenza e la legalità.

1 commento

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Ospite
2 giorni fa
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A quanto pare i "soldi" in questo caso gli €uro fanno venire la vista ai ciechi ai vertici istituzionali in causa. Tocca alla magistratura se tra loro c'è qualcuno con le "palle - cosa rara di questi tempi " - ad indagare sugli episodi denunciati fermo restando che "tra cani non si mangiano".

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