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Scoppia il caso San Donà: Quando il Comune diventa un affare di famiglia.

Altvelox ennesima denuncia querela per l’uso distorto di potere pubblico da parte del Sindaco Alberto Teso: autovelox illegittimi, polizia locale usata per scopi personali e incarichi legali diretti alla sorella avvocato facente parte del suo studio legale. Silenzio assordante dal Comune che non risponde ed omette l'accesso agli atti.

Il Sindaco e Avvocato Alberto Teso ha nominato la sorella quale Difensore del Sindaco
Il Sindaco e Avvocato Alberto Teso ha nominato sua sorella quale Difensore del Sindaco stesso

Autovelox illegittimi, denunce insabbiate e incarichi sospetti: il caso San Donà di Piave tra abusi istituzionali e mancanza di trasparenza. L’Associazione Nazionale Altvelox denuncia pubblicamente una vicenda che riteniamo grave e sintomatica di un modo distorto di intendere il potere pubblico: quello che si trasforma in gestione privata, se non addirittura familiare.

L'Avvocato Martina Teso sorella e difensore del Sindaco Alberto Teso suo fratello.
L'Avvocato Martina Teso sorella e difensore del Sindaco Alberto Teso.

A San Donà di Piave, in Veneto, ci troviamo davanti a una serie di fatti che – se non smentiti con documenti certi – configurano uno scenario preoccupante di presunti abusi istituzionali, conflitti di interesse e violazione della legalità amministrativa.


Tra il 2024 e il 2025 il Presidente dell’Associazione Altvelox, Gianantonio Sottile Cervini, ha presentato quattro denunce-querela nei confronti del Sindaco pro tempore Alberto Teso per presunti reati, anche perseguibili d’ufficio, legati all’uso reiterato di autovelox privi di omologazione, in violazione dell’art. 142 comma 6 del Codice della Strada, come da consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione (Cass. 10505/2024, 26315/2024, 10365/2025 e altre). Le sanzioni emesse con tali dispositivi, secondo i nostri accertamenti, avrebbero generato entrate milionarie per le casse comunali.


Nonostante le denunce depositate, nessuna notizia risulta essere stata comunicata su eventuali azioni penali avviate. Al contrario, è il Sindaco stesso ad aver reagito denunciando il nostro Presidente per diffamazione e calunnia, utilizzando – secondo quanto documentato – la struttura della Polizia Locale del Comune per ratificare, investigare e redigere relazioni di Polizia Giudiziaria su Altvelox e sul suo presidente, prima ancora dell’apertura formale di un procedimento penale.


Fin qui, la questione sarebbe già di estrema rilevanza, ma vi è un ulteriore elemento che è emerso dai documenti forniti direttamente dal Tribunale di Belluno che riteniamo ancor più grave: il Sindaco Alberto Teso avrebbe nominato come proprio difensore di fiducia, nella veste di Sindaco, l’Avvocato Martina Teso, che salvo smentita risulta essere sua sorella e membro attivo dello studio legale Teso & Associati, di cui lo stesso Sindaco è titolare.

L'Avvocato Alberto Teso è ancora convinto che la pronuncia della Avvocatura prevalga sul Codice della Strada
L'Avvocato Alberto Teso è ancora convinto che il parere della Avvocatura prevalga sul Codice della Strada

Ciò che rende questa situazione intollerabile è che, in base alla documentazione a disposizione, non risulta alcuna delibera di Giunta o Consiglio comunale che approvi la nomina della legale, né che chiarisca se le parcelle legali siano a carico del Comune e quindi dei cittadini, oppure a carico del Sindaco personalmente. Il Comune, interpellato con accesso agli atti ai sensi della L. 241/1990 e D.Lgs. 33/2013, ha finora ignorato ogni richiesta, contravvenendo al principio di trasparenza e legalità.


Questa vicenda, per i suoi contorni e per le ombre che la circondano, non è solo una questione di conflitto d’interessi. Se confermata, saremmo di fronte a un utilizzo distorto delle istituzioni comunali per fini personali o familiari, a scapito della fiducia pubblica e della trasparenza. È inaccettabile che un Sindaco trasformi il Comune in un’estensione del proprio studio legale, ignorando le basilari regole di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione.

Indagine della Corte dei Conti Veneto
Indagine della Corte dei Conti Veneto

Come Associazione Altvelox, ribadiamo con fermezza la legittimità della nostra azione: abbiamo esercitato un diritto riconosciuto dalla legge – l’accesso civico agli atti – per tutelare gli interessi collettivi degli utenti della strada. Le reticenze, i silenzi e le mancate risposte da parte del Comune, al contrario, fanno sorgere il sospetto che si stia tentando di ostacolare un controllo lecito e doveroso da parte della cittadinanza organizzata.


Per tutti questi motivi, abbiamo ritenuto doveroso presentare una nuova denuncia/querela nei confronti del Sindaco Alberto Teso, dell’Avvocato Martina Teso e di eventuali altri soggetti che, con azioni o omissioni, abbiano contribuito a violare la legge, l’etica pubblica e il dovere di trasparenza cui ogni amministrazione è tenuta.


Il Comune di San Donà di Piave non è un affare di famiglia. Vigileremo con determinazione e chiederemo conto, in tutte le sedi opportune, di ogni comportamento che violi i diritti dei cittadini, la trasparenza della pubblica amministrazione e i principi fondamentali dello Stato di diritto.


Ratifica denuncia querela del 10.06.2025
Ratifica denuncia querela del 10.06.2025

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