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Belluno: clamorosa retromarcia del Prefetto. Annullate tutte le multe emesse ed impugnate in provincia.

Dopo mesi di silenzio, arriva la conferma: tutti i ricorsi presentati nel 2024 al Prefetto di Belluno sono stati tutti chiusi con archiviazione. Altvelox: “Il Prefetto ha preferito il silenzio-assenso alla trasparenza. Una resa istituzionale che lascia molte ombre sulla legittimità delle autorizzazioni e delle sanzioni” già oggetto di ricorso straordinario al Presidente della Repubblica in corso.


Il Prefetto di Belluno dott. Antonello Roccoberton e l'autovelox (spento) di Levego a Belluno
Il Prefetto di Belluno dott. Antonello Roccoberton e l'autovelox (spento) di Levego a Belluno

Nel "pacchetto sostanzioso" di multe contestate e annullate dal Prefetto vi erano quelle emesse dal Comune di Belluno, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Cencenighe Agordino e San Tomaso Agordino.


Per mesi, la Prefettura di Belluno ha taciuto. Nessuna risposta ai cittadini che avevano presentato regolarmente ricorso ai sensi dell’articolo 203 del Codice della Strada contro i verbali emessi dai Belluno, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Cencenighe Agordino e San Tomaso Agordino. Tutti atti firmati dalla Polizia Locale e riferiti a presunti eccessi di velocità rilevati da apparecchi elettronici privi di debita omologazione ed installati in strade prive di requisiti e senza (per fortuna) un elevato tasso di incidentalità.

Una delle risposte ricevute dalla Prefettura
Una delle risposte ricevute dalla Prefettura

Ad inizio mese di ottobre siamo intervenuti con un sollecito o meglio, un invito che diffidava la prefettura a dare riscontro scritto, anche se aveva adottato lo statuto del "silenzio assenso" pratica legittima molto comoda quando non si vuole dare giustificazioni ai cittadini...


Ora, a distanza di settimane dal sollecito formale inviato dall’Associazione Altvelox, la Prefettura ha rotto il silenzio. La risposta, asciutta ma inequivocabile, comunica che “tutti i procedimenti sono stati chiusi” e che “le contestazioni risultano archiviate”.Tradotto: le multe sono state annullate, una dopo l’altra, senza che venisse adottato un vero e proprio decreto motivato.


Un fatto tanto significativo quanto inquietante ma che comprova le nostre ragioni. Invece di pronunciarsi nel merito, come previsto dall’articolo 203, comma 2, del Codice della Strada, il Prefetto ha lasciato che i procedimenti scivolassero nel silenzio, permettendo che scattasse il meccanismo automatico del cosiddetto “silenzio-assenso”.Questo istituto, disciplinato dalla legge 241/1990, serve a tutelare il cittadino contro l’inerzia della Pubblica Amministrazione: se entro 210 giorni non arriva un decreto espresso, il ricorso si intende accolto e la multa decade.


In altre parole, il Prefetto di Belluno ha preferito non assumersi la responsabilità di motivare l’annullamento delle sanzioni, scegliendo la via più comoda: il tacito accoglimento. Una scelta che, da un punto di vista giuridico, ha evitato ai cittadini le conseguenze di verbali illegittimi, ma che sul piano istituzionale rappresenta una resa. Perché il silenzio non spiega, non chiarisce, non restituisce fiducia. Le norme sono chiare. L’amministrazione ha l’obbligo di concludere ogni procedimento con un provvedimento espresso e motivato, come dispone l’articolo 2 della legge 241/1990. Il Prefetto avrebbe dovuto emettere un decreto di accoglimento, rigetto o archiviazione, specificando le ragioni di diritto e di fatto. Non l’ha fatto.


Il Prefetto ed il Sindaco di Belluno
Il Prefetto ed il Sindaco di Belluno

Altvelox lo sottolinea con chiarezza: l’archiviazione tacita non è un atto di trasparenza ma un espediente per non ammettere l’errore. Dietro questa scelta si nasconde la volontà di non aprire un precedente ufficiale che potrebbe travolgere decine di altri procedimenti analoghi. Infatti, le contestazioni oggetto dei ricorsi riguardavano rilevazioni effettuate da dispositivi elettronici la cui regolarità e omologazione erano già state contestate in numerosi esposti. In diversi casi, si tratta degli stessi apparecchi oggetto di verifiche in corso da parte della Procura e di segnalazioni al Ministero delle Infrastrutture.


L’episodio non è isolato. Sempre più Prefetture italiane si trovano strette tra l’obbligo di legalità e il timore di ammettere pubblicamente che migliaia di verbali potrebbero essere nulli. Belluno, però, segna un punto di non ritorno: l’amministrazione statale ha preferito lasciar decadere le sanzioni invece di affrontare apertamente il problema. Il risultato è che i cittadini hanno vinto, ma senza sapere perché. Il gesto della Prefettura è un segnale di debolezza del sistema di controllo amministrativo. Il silenzio-assenso, nato per tutelare l’efficienza, è stato usato come scudo per evitare di rendere conto. Eppure, dietro ogni multa annullata ci sono soldi pubblici, risorse spese per istruttorie inesistenti, ore di lavoro della Polizia Locale e, soprattutto, la fiducia dei cittadini nella correttezza delle istituzioni.


Ricorso Straordinario Presidente Repubblica
Ricorso Straordinario Presidente Repubblica

Altvelox non si è limitata a segnalare l’inerzia della Prefettura. Ha scelto la via istituzionale più alta: il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, già depositato e pendente, con cui si chiede l’annullamento del decreto autorizzativo emesso dal Prefetto di Belluno per manifesta illegittimità e per la totale assenza dei requisiti previsti dalle norme vigenti. Secondo l’Associazione, quel decreto è stato adottato senza un’adeguata istruttoria tecnica, senza dati oggettivi di incidentalità e in violazione dell’articolo 4 del decreto-legge 121/2002, che impone la preventiva individuazione dei tratti a rischio da parte della Polizia Stradale. Un atto amministrativo privo di fondamento giuridico e contrario ai principi di legalità e trasparenza, che ha dato copertura a sistemi di rilevazione mai omologati, generando migliaia di verbali poi rivelatisi infondati. Altvelox ha chiesto al Capo dello Stato di ristabilire la legalità dell’azione amministrativa e di restituire credibilità alle istituzioni che, in questa vicenda, hanno preferito chiudere gli occhi invece di correggere l’errore.


Altvelox, che ha seguito e documentato l’intera vicenda, annuncia che chiederà formalmente al Ministero dell’Interno di accertare le ragioni per cui la Prefettura non ha emesso i decreti previsti dalla legge e di verificare eventuali responsabilità amministrative e contabili.Perché un’amministrazione che tace non è neutra. È un’amministrazione che abdica al proprio ruolo di garante della legalità. E a Belluno, questa volta, il silenzio ha parlato più forte di qualunque decreto.



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Franco
21 ott
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....vede eccellenza ( che non lo è affatto) alla fine le verità vengono sempre a galla. Lei rivolgendosi all'allora f.f. procuratore della repubblica di Belluno aveva sporto denuncia nei confronti di Antonio Sottile che non ha mai mollato e nemmeno si è fatto intimorire quando a casa gli è stata inviata la Digos ( evidente che era un piano preordinato con l'a.g. perché Lei si era sentito diffamato.

Non è così Prefetti lei ha tentato di nascondere ai cittadini la verità quella verità oggi da lei stesso confermata con l'archiviazione dei verbali utilizzando, legittimamente, il silenzio-assenso.

Vede Prefetto lei nella Provincia di Belluno rappresenta il Governo, quello stesso Governo che oggi di fronte alla questione autovelox è perdente e no…

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