Belluno: Autorizzazioni autovelox, ricorso straordinario al Capo dello Stato: la Prefettura tace sui dati incidenti.
- Altvelox
- 4 ago
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Decreto autorizzativo illegittimo manca la valutazione indefettibile sulla pericolosità delle strade. Altvelox denuncia al Capo dello Stato l’omissione del Prefetto di Belluno e del Dirigente della Polizia Stradale: nei tratti dove sono installati gli autovelox non si sono registrati sinistri negli ultimi anni e neppure nel periodo 2024-2025 con autovelox spenti. Violati i principi di legalità, trasparenza e buon andamento sanciti dall’articolo 97 della Costituzione.

L’azione legale di Altvelox
L’Associazione Altvelox, da anni presidio di legalità per la tutela degli utenti della strada, ha depositato oggi un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro i provvedimenti adottati dalla Prefettura di Belluno in riferimento alle autorizzazioni concesse a dieci Amministrazioni Comunali di installare autovelox di tipo fisso con la contestazione differita.

Al centro della contestazione vi è la scelta di autorizzare, con decreto n. 1267/2025 del 12 giugno 2025, l’installazione e l’utilizzo di autovelox in dieci tratti di strade statali, regionali e provinciali, senza che venissero forniti i dati essenziali sul tasso di incidentalità. Nonostante Altvelox avesse formalmente richiesto tali informazioni con accesso civico ai sensi della L. 241/1990 e del D.Lgs. 33/2013, la Prefettura, tramite il Vice Prefetto, si è limitata a rinviare genericamente alla pubblicazione online del decreto prefettizio, omettendo del tutto di fornire i dati statistici su incidenti, cause, dinamiche e organi accertatori.
La questione: nessun incidente nei tratti controllati
Il nodo centrale è chiaro. Secondo i dati ISTAT e le verifiche svolte da Altvelox, nel periodo 2020-2025 e in particolare tra giugno 2024 e giugno 2025 non si è registrato alcun sinistro nei tratti autorizzati alla rilevazione elettronica della velocità. Un dato di fatto che rende evidente l’insussistenza del presupposto normativo essenziale previsto dall’art. 4 del D.L. 121/2002, convertito nella L. 168/2002, e ribadito dalle direttive ministeriali (Maroni 2009, Minniti 2017).
La normativa è chiara: l’autorizzazione all’uso di autovelox senza contestazione immediata può essere concessa solo laddove vi sia un elevato tasso di incidentalità documentato e correlato all’eccesso di velocità. Nel caso di Belluno, tale presupposto è totalmente assente.
Omissioni gravi e responsabilità amministrative
La condotta della Prefettura e della Sezione di Polizia Stradale di Belluno integra non solo un difetto di istruttoria e motivazione ex art. 3 L. 241/1990, ma anche un possibile sviamento di potere. L’uso degli autovelox appare infatti finalizzato non già alla sicurezza stradale, ma al sostegno dei bilanci comunali, con un evidente tradimento della ratio legis.
Le possibili conseguenze di tale comportamento sono pesanti:
responsabilità erariale per i possibili annullamenti in massa dei verbali illegittimi;
lesione dei diritti dei cittadini, costretti a impugnare le sanzioni presso il Giudice di Pace;
violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione;
Falsità materiale e ideologica.
Truffa.
Calunnia.
La prova concreta: sicurezza invariata anche senza autovelox

A ulteriore conferma della fondatezza delle nostre contestazioni, dal giugno 2024 tutti i dispositivi di rilevazione elettronica della velocità installati nella Provincia di Belluno sono stati disattivati, a seguito della conclamata assenza dei decreti di omologazione prescritti dall’articolo 142, comma 6, del Codice della Strada.
Ebbene, contrariamente a quanto per anni sostenuto dalle Amministrazioni Comunali, Prefettura e Polizia Stradale per giustificare la loro presenza, la sospensione delle rilevazioni non ha prodotto alcun incremento del numero di sinistri. Nei tratti interessati, infatti, non si è registrato alcun aumento né di incidenti né di situazioni di pericolo per la circolazione, circostanza che smentisce in modo inequivocabile l’assunto secondo cui tali strumenti sarebbero indispensabili per garantire la sicurezza degli utenti della strada.
Questi dati, corroborati dalle rilevazioni ISTAT, dimostrano che gli autovelox bellunesi non erano funzionali alla prevenzione della sinistrosità, bensì esclusivamente finalizzati all’emissione di sanzioni, con effetti di carattere essenzialmente finanziario. Tale constatazione evidenzia come l’azione prefettizia abbia tradito la ratio della normativa vigente, trasformando uno strumento di tutela collettiva in un mezzo di sviamento di potere, volto a garantire entrate agli enti locali in assenza di effettive esigenze di sicurezza.
La circostanza che la viabilità sia rimasta sicura anche senza l’ausilio dei dispositivi elettronici rende ancora più evidente la manifesta illegittimità del provvedimento autorizzativo, adottato senza il presupposto imprescindibile dell’elevato tasso di incidentalità. Ciò comporta non solo la nullità dei verbali emessi nel periodo in cui gli autovelox erano in funzione, ma anche la responsabilità amministrativa ed erariale degli organi coinvolti, i quali hanno imposto ai cittadini un ingiustificato onere economico e un contenzioso che poteva e doveva essere evitato.
Conclusioni: una battaglia di legalità

Altvelox chiede con forza al Capo dello Stato l’annullamento degli atti prefettizi impugnati, affinché sia ristabilito il rispetto della legge e della trasparenza amministrativa. L’uso degli autovelox non può e non deve trasformarsi in uno strumento di prelievo occulto ai danni dei cittadini, piegando la normativa a logiche di bilancio piuttosto che di sicurezza.
A fronte dell’omessa consegna dei dati statistici sull’incidentalità per il periodo 2024-2025, nonostante le nostre reiterate e puntuali istanze di accesso civico, Altvelox ha già provveduto a presentare ennesima denuncia-querela nei confronti del Prefetto di Belluno e del Dirigente della Sezione di Polizia Stradale, ravvisando possibili profili di reato connessi all’omissione di atti d’ufficio e alla violazione dei doveri di trasparenza imposti dalla legge.
Come recita il ricorso, «non è giuridicamente sostenibile l’utilizzo degli autovelox in assenza di una costante attività di monitoraggio e pubblica rendicontazione sul fenomeno dell’incidentalità locale». La mancata produzione di tali dati mina alle fondamenta la legittimità delle autorizzazioni prefettizie e conferma il rischio che le postazioni siano state individuate non per esigenze di sicurezza, ma per meri fini sanzionatori. Altvelox continuerà a vigilare senza sosta, denunciando ogni abuso e tutelando i diritti degli automobilisti, affinché le istituzioni tornino a rispettare i principi di legalità, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione. La nostra battaglia non si limita all’annullamento degli atti, ma punta a smascherare e perseguire ogni condotta amministrativa che, eludendo la legge, comprometta la sicurezza stradale e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
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