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Belluno: Il prefetto tace e le multe spariscono. Il silenzio-assenso usato come scudo della illegalità.

Altvelox denuncia una grave violazione della legge 241/90: Il Prefetto Roccoberton avrebbe lasciato decadere i ricorsi per evitare di motivare l’illegittimità dei verbali. Dietro nove ricorsi “tacitamente archiviati” ci sono oltre un milione di euro di sanzioni incassate illegalmente con autovelox non omologati, strade prive di requisiti e mancanza elevato tasso di incidentalità. Un silenzio che vale come ammissione e che solleva pesanti responsabilità istituzionali che denunceremo.


Nel 2024 i Comuni Bellunesi hanno incassato € 1.129.498,70 utilizzando rilevatori illegali autorizzati con decreto Prefettizio.
Nei primi 6 mesi del 2024 i Comuni Bellunesi hanno incassato € 1.129.498,70 con autovelox illegali

La recente ammissione della Prefettura di Belluno, secondo cui i ricorsi relativi alle sanzioni elevate nel 2024 mediante dispositivi autovelox sarebbero stati “tacitamente archiviati” ai sensi del silenzio-assenso, configura una condotta amministrativa in evidente violazione delle norme vigenti, in particolare degli articoli 2 e 20 della Legge n. 241/1990 e del D.Lgs. n. 33/2013 sulla trasparenza amministrativa.


Il silenzio-assenso non è applicabile ai procedimenti sanzionatori né a quelli di opposizione amministrativa, poiché l’amministrazione è sempre tenuta a concludere il procedimento con un provvedimento espresso e motivato. L’art. 2, comma 1, della Legge 241/1990 impone all’autorità competente di adottare un atto che espliciti le ragioni giuridiche e di fatto della decisione. La giurisprudenza consolidata conferma che nei procedimenti di autotutela, annullamento o rigetto di ricorsi, l’inerzia non può produrre effetti sostitutivi del provvedimento espresso.


Pertanto, il comportamento della Prefettura di Belluno integra una grave omissione di atti dovuti, in quanto il Prefetto ha volontariamente lasciato decorrere i termini di 210 giorni previsti dall’art. 203 CdS, determinando l’annullamento di fatto delle sanzioni, senza assumere la responsabilità formale di dichiararne l’illegittimità.


L’adozione del silenzio-assenso in materia di sanzioni amministrative costituisce un uso distorto dell’istituto, privo di copertura normativa, e viola i principi di buon andamento e trasparenza sanciti dagli artt. 97 e 113 della Costituzione.


Il Corriere delle Alpi del 23 ottobre 2025
Il Corriere delle Alpi del 23 ottobre 2025

Le dichiarazioni pubbliche del Prefetto Roccoberton, secondo cui i ricorsi sarebbero “solo sei”, risultano inoltre fuorvianti e irrilevanti rispetto alla reale portata del problema. Gli accertamenti svolti dall’Associazione Altvelox attestano almeno nove ricorsi formali, oltre a centinaia di verbali analoghi emessi dai Comuni di Belluno, Colle Santa Lucia, Livinallongo, Cencenighe e San Tomaso, con dispositivi elettronici privi di omologazione ai sensi dell’art. 45, comma 6, CdS e dell’art. 192 del Regolamento di esecuzione.


La Polizia Stradale non ha mai autorizzato l'autovelox del Passo Giau
La Polizia Stradale non ha mai autorizzato l'autovelox del Passo Giau

Ancor più rilevante è il profilo economico: i proventi derivanti dalle sanzioni 2024 ammontano complessivamente a 1.129.498,70 euro, incassati da micro-comuni che hanno continuato a utilizzare rilevatori non conformi. Tali introiti, ottenuti in assenza di un valido presupposto giuridico, configurano un indebito arricchimento della pubblica amministrazione e impongono la restituzione delle somme ai cittadini ai sensi dell’art. 2033 c.c. e dell’art. 1 della Legge 241/1990.


Il Prefetto, quale autorità di vigilanza ex art. 11 del Codice della Strada, aveva l’obbligo di verificare la legittimità degli strumenti utilizzati e, accertata la carenza dei requisiti di omologazione, di adottare un provvedimento espresso di annullamento dei verbali, anche già pagati, per manifesta nullità ai sensi dell’art. 21-septies L. 241/1990. La scelta di lasciare decorrere i termini, evitando una decisione motivata, costituisce una omissione funzionale che elude la responsabilità amministrativa e contabile derivante dal danno erariale prodotto dalle sanzioni illegittime.


In tale quadro, l’Associazione Altvelox evidenzia che il comportamento della Prefettura integra i presupposti per la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Belluno per la verifica di ipotesi di reato riconducibili agli artt. 328 (rifiuto o omissione di atti d’ufficio) e 479 c.p. (falsità ideologica in atto pubblico), nonché per la segnalazione alla Corte dei Conti ai fini dell’accertamento delle responsabilità contabili.


▌Dichiarazione del Presidente di Altvelox, Gianantonio Sottile «L’archiviazione collettiva delle sanzioni non è una scelta tecnica, è un atto politico e amministrativo gravissimo che sancisce il fallimento della legalità nella gestione dei procedimenti sanzionatori. Quando un Prefetto sceglie di tacere invece di motivare, abdica al proprio ruolo di garante della legge. Per questo motivo annuncio formalmente la presentazione della venticinquesima denuncia-querela contro il Prefetto di Belluno, Antonello Roccoberton, per omissione di atti d’ufficio, falso ideologico e violazione dei principi di trasparenza amministrativa. Non si tratta di una battaglia personale, ma di una difesa dello Stato di diritto: a Belluno il silenzio Istituzionale ha cancellato verbali illegittimi, ma non potrà cancellare le responsabilità di chi ha scelto di non vedere.»

In conclusione, il silenzio della Prefettura non è un atto neutro, ma un atto omissivo illegittimo. Dietro la formula del “solo sei ricorsi” si cela un sistema di sanzioni prive di base legale, che ha generato oltre un milione di euro di introiti irregolari. Non una sanatoria, ma un segnale di resa istituzionale. Ed è dovere delle autorità competenti ristabilire la legalità, accertando le responsabilità di chi, per inerzia o convenienza, ha scelto di tacere dove la legge imponeva di agire.



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