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Capitaneria di Porto di Venezia: nel mirino le autorizzazioni ai “barcavelox” SISA e MOMA senza prove di omologazione.

Richiesta formale di documenti anche alla Capitaneria di Porto di Venezia per verificare la legittimità dei sistemi SISA e MOMA: omologazioni assenti, gestione dati sensibili sconosciuta, potenziali violazioni di legge e rischio di responsabilità penali, amministrative e contabili anche per l’Autorità Marittima.


La sede della Capitaneria di Porto di Venezia
La sede della Capitaneria di Porto di Venezia

L’Associazione Nazionale Altvelox ha formalmente coinvolto la Capitaneria di Porto di Venezia, guidata dal Comandante C.A. Filippo Marini, in merito alle autorizzazioni rilasciate per l’installazione e l’uso, nei canali lagunari di propria diretta competenza, di dispositivi elettronici appartenenti ai sistemi SI.SA (Sistema di rilevamento velocità media imbarcazioni) e MOMA (Monitoraggio Mobilità Acquea), conosciuti come barcavelox.


Secondo le informazioni raccolte, tali strumenti sarebbero stati destinati anche all’accertamento sanzionatorio delle violazioni ai limiti di velocità in laguna, senza che risulti documentata la prescritta omologazione ministeriale e le verifiche metrologiche periodiche previste dalla normativa vigente (art. 45 Codice della Strada, art. 192 Reg. Att. CdS, L. 273/1991, norme UNI-CEI). L’uso di apparecchi non conformi, oltre a rendere nulle le sanzioni, comporterebbe responsabilità dirette per i funzionari pubblici coinvolti.


Il Sindaco Luigi Brugnaro e il Dirigente Polizia Locale Marco Agostini
Il Sindaco Luigi Brugnaro e il Dirigente Polizia Locale Marco Agostini

Altvelox ha quindi richiesto alla Capitaneria copia digitale di tutta la documentazione necessaria ad accertare la regolarità tecnica e giuridica dei dispositivi, compresi decreti di omologazione e approvazione, certificati di taratura, libretti metrologici, manuali d’uso depositati presso il Ministero, nonché delibere comunali, mappe di installazione e atti autorizzativi.


Il Presidente Gianantonio Sottile Cervini ha sottolineato che il Comandante della Capitaneria, prima di concedere simili autorizzazioni, ha l’obbligo giuridico inderogabile di verificare la piena legittimità degli strumenti, specie quando l’attività sanzionatoria può incidere pesantemente su imprese e operatori economici legittimi (taxi acquei, aziende di trasporto, attività commerciali e turistiche).


Capitaneria Porto di Venezia
Capitaneria Porto di Venezia

L’Associazione ha avvertito che, in caso di mancata risposta o di omissioni, si procederà a presentare denuncia-querela alla Procura per i reati ipotizzabili, tra cui abuso d’ufficio, falso ideologico, omissione di atti d’ufficio, indebita percezione di proventi pubblici, con richiesta di sequestro preventivo dei dispositivi e degli archivi informatici connessi. Saranno inoltre interessate la Corte dei Conti per il danno erariale, il Garante Privacy per la gestione dei dati personali, e l’ANAC per il conflitto di interessi nella gestione dei sistemi, affidata a una società partecipata anche da operatori economici direttamente coinvolti nella mobilità lagunare.


Altvelox ha definito la vicenda "barcavelox" un caso di estrema gravità e opacità amministrativa, che mette a rischio non solo la legalità delle sanzioni, ma anche la credibilità e la responsabilità delle istituzioni preposte al controllo della navigazione in Laguna di Venezia.

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