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La Cassazione spegne i Tutor: Autostrade non ha i diritti sul Software.

Come un gatto in... Autostrada potremmo nominare questa storia già prevista. E' la fine dei tanto pubblicizzati TUTOR strumenti già privi di debita omologazione e oggi spenti dalla Corte di Cassazione perche Autostrade (Aspi) non detiene la proprietà intellettuale del sofware. In poche parole chi ha inventato il sistema ha vinto la causa.


Tutor come un gatto in ... Autostrada
Tutor come un gatto in ... Autostrada

Il 18 giugno 2024 il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha approvato il Tutor 3.0, prodotto dalla società Movyon, controllata da Autostrade per l’Italia. Semplificando al massimo, il Tutor 3.0 sancisce il definitivo passaggio alla tecnologia radar in sostituzione della precedente tecnologia elettromagnetica basata sulle spire annegate nell’asfalto. Nelle intenzioni di Autostrade per l’Italia, i Tutor 3.0, inizialmente impiegati su 26 tratte autostradali, sostituiranno progressivamente i Tutor 2.0.


La Stampa 18.03.2025
La Stampa 18.03.2025 - Quello che c'è da sapere ora lo sappiamo sono ILLEGALI

La società Autostrade per l'Italia (Aspi) non è la proprietaria del software Tutor (il sistema di rilevazione della velocità anche media), sviluppato dall'imprenditore Alessandro Patanè con due sue società. La Cassazione ha così messo la parola fine a un lungo contenzioso tra Aspi e l'imprenditore che, sia in proprio sia in qualità di legale rappresentante delle compagini, chiedeva il pagamento per lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale del software del sistema SICVe (sistema informativo del controllo della velocità, il cosiddetto Tutor), impiegato sui tratti gestiti da Aspi e non solo. Una richiesta avallata dal Tribunale per le imprese di Roma nel 2019 e dalla Corte d'appello che, nel 2022, aveva respinto il ricorso di Aspi, compresa la richiesta di un risarcimento dei danni derivanti dalla condotta, considerata intimidatoria e diffamatoria, messa in atto da Patanè.


Un verdetto che però la Suprema corte conferma in toto, respingendo tutti i punti del ricorso di Autostrade per l'Italia. Aspi, nel giudizio di merito, aveva sostenuto che il suo diritto alla proprietà del software si doveva desumere dagli ordini impartiti alle società riconducibili a Patanè, in cui era previsto che «tutto il software prodotto sia come eseguibile che come sorgente rimarrà di esclusiva proprietà intellettuale e industriale di Autostrade». Aspi avrebbe dunque commissionato a due distinte società la realizzazione del programma riservandosi il diritto d'autore. Circostanza, secondo la ricorrente, confermata da un accordo transattivo intercorso tra Autostrade, da un lato, e le società e Patanè dall'altro.


La Cassazione, aderendo alla conclusione del Tribunale capitolino, ricorda però «che la negoziazione tra soggetti terzi non è di per sé idonea a dimostrare la effettiva titolarità del diritto di proprietà, sia perché Aspi avrebbe potuto fornire ben altre prove del suo diritto, come ad esempio la registrazione del software presso il registro pubblico speciale tenuto presso la Sezione Olaf della Siae». Un'iscrizione, precisano i giudici di legittimità, richiamata dalla Corte territoriale solo a titolo esemplificativo al quale non è stato attribuito valore di prova legale della titolarità del diritto alla registrazione.


Non passa neppure l'assunto secondo il quale Autostrade avrebbe sviluppato un software «del tutto nuovo rispetto a quello precedentemente sviluppato dalle società facenti capo al Patanè e relativo agli anni 2006-2008».


E per fortuna che erano andati da fonti incontrovertibili e autorevoli.... guardate il video.






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