Verona: Scambiano il nostro associato per il presidente Altvelox e gli negano l'accesso agli atti. Denunciati.
- Altvelox
- 6 giorni fa
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Altvelox deposita la quinta denuncia querela: scambio di identità nella risposta agli atti, ritardi ingiustificati, carte mancanti, apparecchiature senza omologazione e controlli semaforici non provati. Richiesta formale al Ministro della Giustizia di controllo ispettivo alla Procura di Verona.

Raccontiamo cosa è successo, con parole semplici. Un nostro associato ha chiesto al Comune di Verona di vedere i documenti sui semafori con telecamera, perché doveva difendersi da una multa per passaggio col rosso.
Il Comandante della Polizia Locale, Luigi Altamura (foto sopra) ha risposto dopo circa due mesi, quando la legge chiede di chiudere la pratica entro trenta giorni, e nella risposta ha scritto che l’istante era il “Presidente pro tempore” di Altvelox. Ma evidentemente non lo è. Un errore grossolano che comprova una prassi di trasmissione della gestione delle pratiche stile "copia incolla", messo nero su bianco in un atto ufficiale.

Perché è grave. Se l’amministrazione sbaglia persino l’identità di chi presenta l’istanza, è evidente che l’istruttoria non è stata fatta con la cura dovuta. In più, la risposta è arrivata tardi e con documenti parziali. Alcune carte sono state inviate, altre no e casualmente, mancano proprio quelle che spiegano perché e come sono stati scelti i semafori controllati e se gli apparecchi sono davvero omologati per il modello e il software utilizzati. Senza questi pezzi non è possibile capire se le multe si reggono o cadono.
Facciamo un esempio concreto. Se una telecamera scatta quando il semaforo è rosso, bisogna dimostrare che quel dispositivo è omologato per quel tipo di impianto, che il tempo del giallo è impostato secondo le regole e che i controlli periodici sono stati eseguiti e che quel semaforo è controllato perche pericoloso (dato rilevato dal numero di incidenti). Questo non si presume, si documenta. In giudizio, se non esiste il decreto di omologazione del modello effettivo e non ci sono le prove dei controlli e una determina della Giunta Comunale il verbale non regge. È semplice.
C’è poi un tema di trasparenza. La legge consente di ricevere i documenti in formato digitale, via posta elettronica certificata, senza costringere il cittadino a passare allo sportello per pagine che possono essere inviate con un clic. Quando l’ente preferisce far perdere tempo e pretendere copie cartacee, non è un dettaglio, è un segnale sbagliato.
Sull’errore d’identità, niente giri di parole. Scrivere che il richiedente è il Presidente di un’associazione, quando non lo è, altera il senso dell’atto e può incidere sui suoi diritti di difesa. Non parliamo più di abuso d’ufficio, non è più in vigore. Ma vanno valutate ipotesi collegate, per esempio l’omissione di atti dovuti quando l’ufficio non conclude in tempi ragionevoli, oppure il falso in atto se si attribuiscono a una persona qualità che non ha. Anche la truffa ai danni dei cittadini può entrare in gioco quando si usano dispositivi non correttamente omologati per fare cassa e addirittura la minaccia aggravata nel nostro caso. Ogni caso va esaminato con attenzione, però il perimetro dei problemi è chiaro.
In sintesi, qui non c’è solo una multa. A Verona c'è un modo di gestire la trasparenza che non funziona, e un errore di persona che non può passare sotto silenzio. Le regole esistono per proteggere tutti, anche chi fa le multe. Quando mancano i documenti, non c’è sanzione solida. Quando si sbaglia il nome, vacilla la fiducia. E senza fiducia, la sicurezza stradale perde credibilità.
Alla luce delle gravi irregolarità descritte, la vicenda è stata formalmente denunciata alla Procura della Repubblica di Verona, con richiesta di immediata iscrizione e impulso delle notizie di reato riferibili, tra l’altro, a omissione di atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico, nonché a ogni ulteriore fattispecie connessa che dovesse emergere in corso d’indagine.
Contestualmente, l’Associazione ha investito il Primo Presidente e il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione e Procuratore Generale della Corte dei Conti, domandando di sollecitare con gli strumenti ritenuti più opportuni l’avvio effettivo delle azioni penali nel circondario di Verona, ad oggi non riscontrato, affinché sia assicurato il rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa e dell’azione penale.
La denuncia è stata altresì trasmessa al Ministro della Giustizia e al Capo dell’Ispettorato Generale, con richiesta di disporre un’ispezione presso la Procura di Verona. Scopo dell’istruttoria ministeriale verificare in modo puntuale le modalità con cui sono state gestite le precedenti denunce querele presentate dalla nostra Associazione, accertare eventuali inerzie, ritardi o irregolarità procedimentali, e ripristinare condizioni di effettiva tutela dei diritti dei cittadini sanzionati. In esito a tali verifiche, si chiede l’adozione dei provvedimenti conseguenti, inclusi gli atti correttivi e disciplinari che si rendessero necessari.









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