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Verona: T-Red illegittimi denunciati Sindaco e dirigenti per uso di strumenti illegali sotto la copertura della “sicurezza stradale”.

Il Comune di Verona ha installato quattro rilevatori semaforici in assenza di delibera, omologazione e trasparenza. Nessuna prova reale di incidenti, dati manipolati per giustificare multe a raffica. L'associazione Altvelox ha denunciato tutto alla Procura: si configurano violazioni del Codice della Strada, profili di falsità materiale, truffa, abuso d’ufficio, omissione di atti dovuti e sviamento di potere pubblico.

Campagna mediatica sugli incidenti mai dimostrati
Campagna mediatica sugli incidenti mai dimostrati

Il caso Verona approda nelle aule di giustizia. Altvelox, Associazione Nazionale a tutela degli utenti della strada, ha depositato una circostanziata denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Verona e agli organi giurisdizionali superiori, per gravi irregolarità emerse nell’installazione e utilizzo di dispositivi elettronici di rilevazione delle infrazioni semaforiche, i cosiddetti “T-Red” da parte del Comune scaligero.


Al centro della denuncia ci sono quattro impianti automatici di rilevamento infrazioni semaforiche installati in altrettanti incroci cittadini, utilizzati per elevare sanzioni anche in assenza di agenti di polizia. Secondo quanto accertato da Altvelox, tali impianti risultano privi di tre requisiti fondamentali per essere utilizzati a fini sanzionatori:


  1. Mancanza della delibera della Giunta comunale che giustifichi e autorizzi l’installazione dei dispositivi, come prescritto da consolidata giurisprudenza (Cass. civ. n. 21894/2024, Cass. n. 21847/2005).

  2. Assenza di omologazione ministeriale rilasciata dal Ministero competente (MIMIT), non sostituibile dalla mera “approvazione” tecnica. Le apparecchiature semaforiche in uso, modello VRS-EVO-T12-5 sono state acquistate / noleggiate da una società diversa da quella titolare dell'approvazione, in violazione delle norme sulla conformità strumentale.

  3. Inesistenza di dati oggettivi sull'incidentalità nelle intersezioni interessate: gli incidenti gravi invocati dal Comune di Verona e dalla Polizia Locale sono risultati essere dichiarazioni mediatiche non supportate da statistiche reali.

Questi i dati ufficiali forniti dal Comune di Verona
Questi i dati ufficiali forniti dal Comune di Verona

Incidenti inventati: la bugia come pretesto sanzionatorio


Le dichiarazioni rese in varie interviste dal Comandante della Polizia Locale, dott. Luigi Altamura, parlano di "666 incidenti dall'inizio dell’anno" e “oltre 100 passaggi al giorno con il rosso, dati che avrebbero giustificato l’installazione dei dispositivi. Tuttavia, dalle richieste di accesso agli atti formulate da Altvelox non è emerso alcun riscontro oggettivo: nessuna tabella ufficiale sull’incidentalità nei tratti interessati, nessuna analisi documentata.

Le dichiarazioni dell'Assessore alla sicurezza. Rispettare le regole come fa lei...

I dati trasmessi dalla Polizia Locale di Verona (vedi tabella sopra) sono parziali e fuorvianti, non sono idonei a giustificare in alcun modo le affermazioni allarmistiche diffuse dal Dirigente della Polizia Locale Luigi Altamura alla stampa locale, verosimilmente su impulso dell’amministrazione comunale, al solo fine di legittimare ex post l’azione sanzionatoria oggetto della presente denuncia (cfr. tabella sopra allegata).


Anche volendo prendere per buoni i numeri diffusi, secondo i quali si registrerebbero 666 incidenti nell'ultimo anno sono strumentali e anche quelli quotidiani di circa 100 transiti con semaforo rosso, è evidente, sulla base di un minimo ragionamento probabilistico e statistico (che non richiede particolari competenze matematiche), che tali dati non trovano riscontro oggettivo né nella frequenza effettiva delle violazioni accertate né nella reale incidentalità del tratto stradale interessato. Se davvero vi fossero ogni giorno 100 conducenti che attraversano un incrocio con il semaforo rosso, ci si aspetterebbe un corrispondente aumento esponenziale degli incidenti, soprattutto quelli con esiti gravi o mortali.

Denuncia querela del 28.07.2025
Denuncia querela del 28.07.2025

Tuttavia, l’assenza di evidenze in tal senso e anzi la conferma di un livello di incidentalità nella norma o addirittura inferiore rispetto ad altri punti critici della rete urbana, smentisce clamorosamente l’allarme mediatico costruito ad arte.


Si ha pertanto l’impressione che i dati siano stati utilizzati in modo strumentale, e che l’intera operazione risponda più a finalità di tipo repressivo e di incremento del gettito sanzionatorio, che non a reali esigenze di sicurezza stradale. In mancanza di un’adeguata istruttoria tecnica, trasparente e documentata, ogni iniziativa sanzionatoria risulta viziata da evidente sviamento di potere e finalizzata a scopi estranei alle finalità legittime previste dal Codice della Strada. È stata una campagna mediatica a senso unico, costruita su numeri allarmistici privi di fondamento, utilizzati per creare consenso attorno a un sistema sanzionatorio privo dei presupposti di legalità.


Multe illegittime e strumenti irregolari


Non solo mancano delibere, ma gli apparecchi installati non risultano omologati ai sensi dell’art. 45 del Codice della Strada. Come chiarito dalla Cassazione (sent. 10505/2024), ogni dispositivo di rilevamento che opera in assenza di operatori deve avere un decreto di omologazione formale rilasciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La mera approvazione tecnica non basta.

Il dirigente Luigi Altamura e un rilevatore semaforico
Il dirigente Luigi Altamura e un rilevatore semaforico

Il dispositivo VRS-EVO-T12-5, fornito dalla società Safety21, risulta approvato da una società diversa oggi apparentemente non più esistente e cessata. Inoltre, non è stata prodotta alcuna certificazione metrologica o taratura periodica, come richiesto dalla L. 273/1991 e dal R.D. 7088/1890. Le rilevazioni sono dunque nulle e giuridicamente inefficaci.


Omissioni e opacità: la trasparenza violata


Tra i profili più gravi che emergono dalla denuncia di Altvelox, vi è la violazione dell’art. 328 del Codice Penale, che punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che rifiuti indebitamente di compiere un atto del proprio ufficio, o che ometta di compierlo nei termini di legge. Nel caso di Verona, l’Associazione ha formalizzato una richiesta di accesso agli atti dettagliata e perfettamente conforme ai presupposti normativi della Legge 241/1990 (artt. 22 ss.), del D.Lgs. 33/2013 (trasparenza) e dell’art. 5, comma 2, sul cosiddetto accesso civico generalizzato. L’istanza includeva ben 16 punti documentali, tra cui:


  • la delibera della Giunta comunale necessaria per l’installazione dei T-Red;

  • i decreti di omologazione e i libretti metrologici dei dispositivi;

  • il contratto di fornitura e i verbali di collaudo;

  • i dati reali di incidentalità nelle intersezioni interessate.


Risposta accesso Comune di Verona
Risposta accesso Comune di Verona

La risposta del Comune, firmata dal Vice Comandante della Polizia Locale, non solo non ha fornito alcuno dei documenti richiesti, ma ha addirittura negato l’accesso con una motivazione in palese contrasto con la normativa vigente, sostenendo che Altvelox non avrebbe “interesse qualificato” ad accedere agli atti, in quanto non direttamente parte in una procedura.


Una simile impostazione è del tutto infondata: l’accesso civico generalizzato, previsto dall’art. 5, comma 2 del D.Lgs. 33/2013, non richiede un interesse “diretto, concreto e attuale” come nel classico accesso documentale. È sufficiente che l’istanza sia funzionale al controllo democratico dell’attività amministrativa. E un’associazione riconosciuta, che agisce a tutela degli utenti della strada, non solo ha titolo per richiedere gli atti, ma ha anche un diritto rafforzato alla trasparenza quando si tratta di strumenti sanzionatori con impatto diretto su migliaia di cittadini.


Il rifiuto di fornire la documentazione obbligatoria, in particolare quella relativa all’omologazione dei dispositivi e alle delibere comunali, configura pertanto una violazione dell’obbligo d’ufficio. L’art. 328 c.p. punisce tali omissioni, e la giurisprudenza è chiara: anche l’inerzia rispetto a un accesso civico rientra nel perimetro penalmente rilevante (Cass. pen. sez. VI, sent. n. 40258/2019).


Inoltre, è emerso che la delibera della Giunta n. 349/2025, che dovrebbe costituire la base giuridica per l’installazione dei dispositivi, non è reperibile né consultabile, nonostante l’obbligo di pubblicazione ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. 33/2013. Il Comune si è limitato a fornire un link generico alla sezione “Amministrazione Trasparente” del proprio sito, che non conduce ad alcun atto. Questa “risposta apparente” è equiparabile a una totale omissione.


Il sindaco di Verona - Damiano Tommasi
Il sindaco di Verona - Damiano Tommasi

Secondo Altvelox, tale comportamento integra una condotta omissiva consapevole, orientata ad impedire ogni verifica pubblica sulla legittimità delle sanzioni, e come tale appare finalizzata ad aggirare i principi costituzionali di legalità, trasparenza e buon andamento dell’amministrazione (art. 97 Cost.). Da ciò consegue la possibile responsabilità penale per omissione di atti d’ufficio, non solo del dirigente firmatario, ma anche degli amministratori eventualmente coinvolti nel coordinamento dell’operazione.



Denuncia depositata: ora la parola alla Magistratura


Altvelox ha quindi denunciato formalmente il Sindaco Tommasi, l’Assessore alla Sicurezza Zivelonghi, l’Assessore alla Mobilità Ferrari e i dirigenti della Polizia Locale Luigi Altamura e il suo vice Zeli Davide per:

  • sviamento di potere;

  • uso distorto dello strumento sanzionatorio;

  • installazione di dispositivi non autorizzati né omologati;

  • dichiarazioni false e fuorvianti alla stampa;

  • omissione di atti d’ufficio;

  • violazione della normativa sulla trasparenza.

  • truffa

  • calunnia

  • falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale


I cittadini veronesi hanno diritto a un’amministrazione corretta, trasparente e legittima. Altvelox continuerà a monitorare l’evolversi della vicenda e si riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale.

Non ci sono truffe non c'è inganno... Cosi diceva il Dirigente Polizia Locale Verona Luigi Altamura

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