Verona: Semafori intelligenti, regole dimenticate e la certezza sulla illegalità dei T-Red.
- Altvelox
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
Nonostante una giurisprudenza ormai consolidata e vincolante, il Comune di Verona prosegue l’installazione di dispositivi privi di omologazione per l’accertamento automatico delle infrazioni semaforiche. Un’azione che solleva interrogativi gravi sul rispetto della legalità amministrativa e sulla responsabilità dei dirigenti coinvolti. Inviato accesso agli atti per ottenere copia degli appalti e delle spese sostenute dal comune per acquisire questi apparecchi illegali.

Prima tutti correvano oggi passano col rosso.
Negli ultimi mesi, il quadro giuridico relativo all’utilizzo degli autovelox si è profondamente modificato. La progressiva dichiarazione di illegittimità di moltissimi dispositivi utilizzati in tutta Italia ha determinato, anche a Verona, un sostanziale fuori uso di gran parte delle apparecchiature per il controllo automatico della velocità. Le numerose sentenze della Corte di Cassazione che hanno ribadito la necessità dell’omologazione, non della semplice approvazione, hanno reso evidente che le sanzioni elevate tramite strumenti non conformi sono giuridicamente nulle.
Di fronte al venir meno della validità probatoria degli autovelox, anche l’Amministrazione Comunale di Verona ha deciso di correre ai ripari, spostando l’attenzione dalla velocità ai semafori, con l’introduzione dei dispositivi T-Red Photored e simili, per il rilevamento del passaggio con il rosso.
Ma ancora una volta, la strada scelta appare lastricata di irregolarità, poiché si continua ad impiegare strumenti tecnicamente equivalenti agli autovelox, ma anch’essi privi di omologazione e quindi sprovvisti di efficacia giuridica ai fini dell’irrogazione delle sanzioni.
L’Amministrazione, insomma, sembra voler cambiare solo l’etichetta degli strumenti, perseverando però in un metodo sanzionatorio che ignora sistematicamente i vincoli normativi. Prima a Verona gli automobilisti erano dei pazzi perche correvano troppo, adesso lo sono perche passano col rosso... sarebbe esilerante se non fosse cosi drammatico.
L’Amministrazione Comunale di Verona ha recentemente avviato un’operazione mediatica di rilievo, annunciando l’installazione e l’attivazione sperimentale di nuovi dispositivi T-Red per il rilevamento automatico del passaggio con semaforo rosso in quattro incroci cittadini. I dati di monitoraggio pubblicati da “Verona Oggi” il 24 aprile 2025 confermano che, già nella fase di pre-esercizio, le telecamere stanno registrando centinaia di infrazioni settimanali.
Tuttavia, al di là della narrazione pubblica e dell’apparente efficacia deterrente, emerge un problema ben più rilevante sotto il profilo giuridico: l’uso di tali dispositivi potrebbe essere privo di base legale, in assenza della necessaria omologazione prevista dalla normativa vigente. Secondo l’art. 192 del Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della Strada, infatti, tutti gli strumenti di accertamento automatico delle violazioni, compresi quelli semaforici, devono essere espressamente omologati. L’omologazione non è una formalità, ma una garanzia tecnico-giuridica della conformità dello strumento ai requisiti richiesti dalla legge.

Una giurisprudenza inequivocabile.
La Corte di Cassazione, nelle più recenti sentenze del biennio 2024–2025, ha ribadito con fermezza questo principio. In particolare, le pronunce nn. 10505/2024, 19732/2024, 20913/2024, 26315/2024, 10365/2025, 12924/2025, nonché le più recenti 13996/2025 e 13997/2025, hanno confermato l’illegittimità delle sanzioni elevate mediante apparecchiature non omologate, chiarendo che la mancanza dell’omologazione comporta la nullità dell’accertamento e del verbale. Non si tratta quindi di un’opinione isolata, ma di un orientamento giurisprudenziale consolidato, che vincola l’attività amministrativa e impone un dovere di vigilanza rigorosa sulla legalità degli strumenti utilizzati.
La responsabilità della dirigenza e della politica.
Di fronte a un quadro normativo e giurisprudenziale tanto chiaro, non può non destare perplessità la condotta del Dirigente della Polizia Locale, Comandante Altamura, il quale, per ruolo e competenza tecnica, è chiamato a garantire il rispetto della legalità nell’organizzazione dell’attività sanzionatoria. È difficile ritenere che egli non sia perfettamente a conoscenza dell’obbligo di omologazione e delle conseguenze legali derivanti dal suo mancato rispetto.
Proseguire nella messa in funzione di dispositivi privi dei requisiti previsti dalla legge non solo espone l’amministrazione a contenziosi e annullamenti in serie, ma può costituire anche fonte di responsabilità amministrativa, contabile e nei casi più gravi come questo, persino penale.
Se al Sindaco, in quanto organo politico, può forse essere concesso un certo grado di ignoranza tecnica, diversa è la posizione del dirigente tecnico che, consapevole delle regole, sceglie di non rispettarle o di ignorarle.
Il rispetto della legge come fondamento dell’azione pubblica.

Perseguire un fine legittimo, come la sicurezza stradale, non può mai giustificare l’utilizzo di strumenti illegittimi. È principio fondamentale dello Stato di diritto che il mezzo deve essere tanto legittimo quanto il fine perseguito. Altrimenti si rischia di compromettere i diritti dei cittadini, esponendoli a sanzioni arbitrarie, prive di valore legale e fondate su presupposti tecnicamente e giuridicamente viziati.
Conclusione.
Chiediamo con fermezza che l’Amministrazione Comunale di Verona renda pubblica, in modo trasparente, la documentazione tecnica e amministrativa relativa ai dispositivi T-Red installati, compresi i decreti di omologazione, gli atti di collaudo, gli affidamenti di fornitura e le eventuali autorizzazioni ministeriali. Nel frattempo, riteniamo doveroso sollecitare un immediato intervento di verifica da parte delle autorità competenti, Prefettura, Corte dei Conti, per accertare la regolarità dell’operazione e prevenire ulteriori sprechi di denaro pubblico, oltre che lesioni ai diritti dei cittadini.
Comments