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Trasparenza a senso unico: l’ANCI nasconde i numeri veri degli autovelox.

Salvini, aspetto dai Comuni mappa autovelox per mettere regole. "Sto aspettando che i Comuni italiani mi dicano quanti autovelox oggi sono attivi in Italia, da quanti anni, con quali requisiti, perché voglio mettere un po' di regole. Non ci può essere la giungla dell'autovelox 'fai da te' montato, smontato, nascosto o coperto".
Il Ministro Matteo Salvini e il Presidente ANCI Veneto Mario Conte
Il Ministro Matteo Salvini e il Presidente ANCI Veneto Mario Conte

Il punto di frizione è la mappatura dei dispositivi di rilevazione della velocità: quanti sono, dove sono, e soprattutto se sono omologati o semplicemente approvati. Nella prima missiva ufficiale, il vicepremier ha chiesto all'Anci un censimento dettagliato e completo, condizione necessaria per far partire il decreto autovelox, arenato da mesi.


L'associazione dei sindaci ha replicato fornendo percentuali e non numeri, e la risposta non ha convinto il ministero, che pretende cifre assolute, inequivocabili e corredate da una geolocalizzazione dettagliata. L'Anci ha ribadito la validità della ricognizione, spiegando che i dati provengono da un campione rappresentativo di 1000 Comuni italiani.


Il Sindaco di Treviso in 6 denunce querele
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E mentre lo scambio epistolare tra ANCI e MIT si infiamma, il decreto promesso dal ministero non arriva e non potrà mai arrivare. E il vuoto normativo comincia a pesare. A gettare benzina sul fuoco è stata una recente sentenza della Cassazione, che ha tracciato una linea netta: le sanzioni elevate con dispositivi non omologati — seppur approvati — possono essere annullate. La distinzione, apparentemente tecnica, ha effetti devastanti. In mancanza di una norma chiara, migliaia di multe potrebbero essere invalidate.



Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a margine dell'Automotive Dealer Day di Verona.


"L'autovelox - ha aggiunto Salvini - nel nuovo Codice della strada in punti rischiosi è sacrosanto, gli autovelox a ripetizione, furbetti, mal segnalati per tassare i lavoratori no, quindi spero che i sindaci sappiano quanti autovelox hanno installato, dove, in che anni e con quali funzioni. Quando mi danno questa mappa, e spero me la diano in fretta, procediamo con l'omologazione di quello che c'è. L'autovelox - ha concluso - non può essere l'ennesima tassa occulta sulla pelle degli automobilisti".


Il vicepresidente del Consiglio  e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha inviato una lettera al Presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Gaetano Manfredi, per richiedere un censimento dettagliato degli autovelox su tutto il territorio nazionale. La richiesta fa seguito a una prima risposta di ANCI, che ha fornito dati in termini percentuali, non sufficienti per un'analisi approfondita.


L'obiettivo è di ottenere un quadro completo e univoco dei dispositivi in uso, dei tempi di installazione, dei regimi di approvazione e delle strade interessate, al fine di garantire un utilizzo degli autovelox conforme alle esigenze di sicurezza stradale e alla prevenzione degli incidenti. Questo tipo di ricognizione, infatti, non è mai stata fatta.


"Ringrazio per il pronto riscontro, ma è necessario un censimento che ci fornisca un quadro quantitativo e qualitativo dettagliato, su scala nazionale, regionale e locale" - scrive Salvini - "Questo è fondamentale per riordinare le regole del settore, definire standard e procedure di omologazione e attuare la riforma del Codice della Strada".


Il ministro ha sottolineato l'importanza di evitare incertezze sulla regolarità amministrativa dei dispositivi, specialmente alla luce di alcune recenti sentenze che hanno evidenziato situazioni di confusione.


Perche ANCI non consegna i dati richiesti.


ANCI risponde inviando i dati statistici di 1000 comuni su 7904 presenti in Italia, non indica il numero dei rilevatori, il modello, la dislocazione e se di proprietà o locazione.


Il Sole 24 Ore 29.04.2025
Il Sole 24 Ore 29.04.2025

ANCI ritiene che sia sufficiente per avere dei dati attendibili fornire delle percentuali sul 7% delle amministrazioni locali e dichiara: "Autovelox, Anci: Ricognizione fatta con mille Comuni rappresentativi e numeri affidabili. Con riferimento alla ricognizione dei dati avviata da Anci per massima collaborazione istituzionale sui dispositivi di controllo a distanza della velocità, si evidenzia che in brevissimo tempo hanno risposto circa mille Comuni rappresentativi a livello nazionale. Tutto questo ha permesso una prima proiezione delle coperture percentuali dei prototipi che godono di decreto di approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, distinguendo tra quelli antecedenti l’anno 2017 e quelli successivi, come già comunicato formalmente allo stesso. Da parte di Anci si provvederà a sollecitare ulteriormente gli altri Comuni ma si ribadisce che i numeri ricavati dalla ricognizione sono già affidabili. Attendiamo di continuare il confronto per arrivare alla formulazione delle indicazioni che i Comuni aspettano".


Nonostante la richiesta esplicita del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, l'ANCI l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – non ha ancora fornito i dati completi sugli autovelox attualmente in funzione nei territori comunali.


Un silenzio pesante, che alimenta dubbi e sospetti.


Secondo nostre fonti attendibili, in Italia oggi sarebbero operativi circa 20.000 dispositivi di rilevazione automatica della velocità, un numero impressionante se confrontato con le sole 11.130 unità comunicate nel 2023 (esclusi quelli mobili) e ancor più se paragonato al totale degli autovelox presenti in tutta Europa, che si aggira intorno agli 8.000.

Numeri autovelox 2024 Fonte Sky
Numeri autovelox 2024 Fonte Statista

Un’anomalia tutta italiana, che solleva interrogativi legittimi: perché ANCI non comunica i dati reali? Perché i Comuni non vogliono fare chiarezza? La mancata trasparenza alimenta l’idea che gli autovelox siano diventati strumenti di cassa più che dispositivi di sicurezza. I cittadini hanno il diritto di sapere dove, come e perché vengono installati questi apparecchi, e se rispettano davvero le finalità previste dalla legge. Nel frattempo, mentre l’ANCI tace, migliaia di automobilisti continuano a pagare multe che potrebbero essere frutto di abusi o installazioni non conformi. È tempo che venga fatta piena luce su questa vicenda e noi per quanto di nostra pertinenza continuiamo a denunciare alle procure i sindaci, i dirigenti delle polizie locali, polizia stradale e prefetti.



   




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