top of page

Curtarolo (PD): Lo Stato si volta dall’altra parte autovelox non omologato e multe a raffica.

Mentre i cittadini pagano o contestano multe nulle, il Comune riaccende un rilevatore privo di omologazione in una strada priva di requisiti strutturali e senza incidenti. Prefettura e Polizia Stradale tacciono, ignorando i loro stessi rilievi tecnici. Denuncia-querela numero 167.


L'autovelox riacceso dal Sindaco di Curtarolo (PD)
L'autovelox riacceso dal Sindaco di Curtarolo (PD)

A Curtarolo l’autovelox nella località Poncia, spento per mesi dopo i rilievi ministeriali, è tornato operativo come se nulla fosse. Eppure gli atti amministrativi lo dicono chiaramente: l’impianto è installato su una strada con classificazioni contrastanti, senza requisiti tecnici né decreto di omologazione valido. Un cortocircuito istituzionale che va oltre la burocrazia, perché produce sanzioni illegali, verbali nulli e cittadini ingannati.


Il parere della Polizia Stradale di Padova, organo tecnico dello Stato, era stato netto: l’istruttoria non era completa, le discrepanze tra Comune e Provincia non consentivano di adottare una decisione definitiva. Il Prefetto, anziché sospendere il procedimento, ha firmato ugualmente il decreto autorizzativo. Il risultato è un atto viziato per difetto di istruttoria, che viola l’articolo 3 e il principio di legalità dell’azione amministrativa.


Martina Rocchio - Sindaco di Curtarolo
Martina Rocchio - Sindaco di Curtarolo

Nel frattempo, il Sindaco del Comune di Curtarolo Martina Rocchio, ha ripreso a sanzionare in massa gli automobilisti. Le multe vengono emesse sulla base di uno strumento che non possiede alcuna prova legale, perché non omologato come prevede l’articolo 142, comma 6, del Codice della Strada. È un fatto grave, non una svista tecnica. Un’amministrazione pubblica che conosce l’illegalità di uno strumento e lo utilizza ugualmente tradisce il proprio mandato di tutela dei cittadini.


A rendere più inquietante la vicenda è il silenzio della Polizia Stradale e della Prefettura, che nonostante le segnalazioni e le denunce non hanno disposto alcuna sospensione. Il loro ruolo non è facoltativo: la legge impone di verificare la regolare omologazione e la taratura degli apparecchi, di vigilare sulla correttezza dei controlli e di segnalare ogni irregolarità. Limitarsi a “prendere atto” equivale a una rinuncia ai propri doveri istituzionali.


Quando la sicurezza stradale diventa un pretesto per mantenere in funzione un sistema illegale, si supera il confine della legittimità amministrativa. Il sindaco di Curtarolo, che ha dichiarato pubblicamente di aver riattivato l’autovelox “per la sicurezza”, ha di fatto attestato come legittimo un mezzo che la legge considera nullo. Dichiarazioni di questo tipo non sono innocue: attestare il falso in atto pubblico, indurre i cittadini in errore e trarre un vantaggio economico dall’applicazione di sanzioni inesistenti rientrano tra le fattispecie penali più gravi del diritto amministrativo.


Relazione Polizia Stradale 11.06.2025
Relazione Polizia Stradale 11.06.2025

Gli articoli 479 e 476 del codice penale tutelano la verità degli atti pubblici. Quando un verbale o un provvedimento si fonda su un presupposto falso, come un dispositivo dichiarato “omologato” ma che non lo è, l’atto è un falso ideologico o materiale. Se da quel falso derivano introiti per l’ente, la condotta può trasformarsi in truffa ai danni della collettività. E se il denaro pubblico viene speso per acquistare o noleggiare strumenti non conformi, si apre la strada a ipotesi di peculato o frode nelle pubbliche forniture.



Qui non c’è più spazio per l’errore in buona fede. Dopo anni di pronunce univoche, gli amministratori non possono più invocare ignoranza o presunte incertezze normative. Chi oggi decide di riattivare apparecchi non omologati agisce con piena consapevolezza dell’illegittimità e delle conseguenze. È un gesto deliberato che travalica la semplice disattenzione e assume il carattere dell’arbitrio.


La questione non riguarda solo Curtarolo. In tutta Italia si moltiplicano i casi di autovelox installati su strade non idonee, senza omologazione e con autorizzazioni prefettizie viziate. Il cittadino, per difendersi da una multa nulla, deve affrontare spese, ricorsi e anni di attesa, mentre lo Stato incassa somme che non gli spettano. È un’inversione dei ruoli: l’ente pubblico, invece di garantire la legalità, la viola; il cittadino, invece di essere tutelato, deve difendersi.


Il Mattino di Padova 09.09.2025
Il Mattino di Padova 09.09.2025

Altvelox continuerà a denunciare questi casi, non per proteggere chi infrange le regole, ma per ristabilire la distinzione tra legge e arbitrio. La sicurezza stradale è un valore, ma non può essere usata come copertura per pratiche illegali. L’obbligo di omologazione non è un tecnicismo: è la garanzia che ogni sanzione si fondi su una prova vera, non su un inganno di Stato.


Fino a quando Prefetture e Polizie Stradali resteranno inerti di fronte a violazioni così evidenti, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni continuerà a crollare. E non sarà colpa degli automobilisti, ma di chi ha trasformato la legge in un alibi per fare cassa.


Denuncia-querela del 17 ottobre 2025
Denuncia-querela del 17 ottobre 2025

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione

ALTVELOX - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
TUTELA UTENTI DELLA STRADA
C.F. 93064060259 - Reg. 35 Serie 3

VIA DEL CREDITO N.26 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV)

(uffici non aperti al pubblico)

  • Instagram
  • Facebook
  • X
  • Youtube
  • TikTok
  • LinkedIn

IBAN: IT23Q0814061310000012170886

bottom of page