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Prefettura di Venezia contro la legge? Quando il ricorso diventa un muro di gomma.

Altvelox denuncia il sistematico rigetto dei ricorsi contro autovelox privi di omologazione. Mentre la Cassazione conferma l’obbligo normativo, la Prefettura di Venezia si rifugia dietro circolari ministeriali prive di valore vincolante, costringendo i cittadini a far valere i propri diritti davanti ai Giudici di Pace che nella quasi totalità stanno annullando le multe e condannando le P.A. al risarcimento delle spese. Ratificata oggi la denuncia n.124.

Il Prefetto di Venezia Dott. Darco Pellos
Il Prefetto di Venezia Dott. Darco Pellos

In un Paese fondato sul principio di legalità, l’applicazione delle norme dovrebbe seguire un percorso trasparente e rispettoso delle gerarchie del diritto. Purtroppo, quanto sta accadendo presso la Prefettura di Venezia rappresenta un grave e persistente vulnus alla tutela dei diritti dei cittadini, in particolare di coloro che presentano ricorso contro verbali per violazione dell’art. 142 del Codice della Strada (eccesso di velocità) accertati mediante dispositivi elettronici di rilevazione non omologati.


I nostri associati, tramite la tutela tecnico legale di Altvelox, hanno presentato numerosi ricorsi fondati sull’assenza di omologazione degli autovelox utilizzati nei comuni di San Donà di Piave, Meolo, Dolo, San Stino di Livenza, Mira ed altri tutti nella Provincia di Venezia. I dispositivi usati, non risultano conformi alla procedura di omologazione prevista dal combinato disposto degli artt. 45 e 142 del Codice della Strada e dall’art. 192 del Regolamento di esecuzione (DPR 495/1992).


Nonostante questa evidenza giuridica, la Prefettura di Venezia respinge sistematicamente ogni ricorso, utilizzando motivazioni pressoché identiche e standardizzate, in cui tra l'altro si afferma:

“i motivi di ricorso non sono sorretti da utili riscontri probatori”“l’approvazione è da ritenersi equivalente all’omologazione secondo le circolari del MIT e del Ministero dell’Interno”,“la procedura seguita è conforme alla normativa e supportata da pareri tecnici”.

Ma questa posizione si scontra frontalmente con la più autorevole giurisprudenza della Corte di Cassazione, che da anni afferma con chiarezza l’obbligatorietà dell’omologazione per gli strumenti di accertamento elettronico. Le recenti e continue ordinanze e sentenze della Suprema Corte, ribadiscono tutte un principio ormai consolidato: in assenza di formale omologazione, la rilevazione automatica è illegittima, a prescindere da ogni certificazione o approvazione tecnica.

La Corte dei Conti ha aperto una indagine sugli autovelox veneziani
La Corte dei Conti ha aperto una indagine sugli autovelox veneziani

La Corte ha inoltre evidenziato come la circolare del Ministero dell'Interno n. 995 del 23 gennaio 2025, citata nei decreti prefettizi, non abbia valore normativo, trattandosi di atti interni privi di efficacia cogente verso i cittadini. È noto che le circolari non possono modificare il contenuto di una norma primaria o regolamentare, né legittimare prassi amministrative in contrasto con le disposizioni legislative.


Il comportamento della Prefettura di Venezia appare pertanto lesivo di diritti fondamentali, tra cui quello a un giusto procedimento e al rispetto delle norme sostanziali e procedurali previste dalla legge. Ancor più grave è il fatto che i cittadini siano costretti, di fatto, a ricorrere al Giudice di Pace per ottenere ciò che sarebbe già dovuto in sede amministrativa, con un aggravio di costi, tempi, energie e con il rischio concreto di un'ingiusta sanzione mantenuta solo per inerzia burocratica.


Altvelox ha pertanto depositato in data odierna una denuncia-querela affinché l’Autorità giudiziaria possa valutare la sussistenza di eventuali responsabilità, anche in relazione all’adozione seriale di provvedimenti prefettizi potenzialmente viziati da violazione di legge e da eccesso di potere. La nostra non è una battaglia ideologica, ma una ferma presa di posizione in difesa dello Stato di diritto e contro l’arbitrio amministrativo.


Riteniamo che la legalità non possa essere piegata a esigenze di prassi, né che si possa pretendere che una circolare valga più di una norma primaria di legge, ne che si ignori la traccia giurisprudenziale oramai cristallizzata dalla Cassazione. Lo Stato deve essere il primo a rispettare le regole che impone ai cittadini. E se così non fosse, è dovere civico denunciarlo con fermezza, utilizzando tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione.



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