Trento: Atto illegittimo, spese pubbliche sprecate e Prefetto condannato al risarcimento delle spese.
- Altvelox
- 29 mag
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Il Commissario del Governo - Prefetto di Trento si è costituito in giudizio delegando un Ufficiale della Polizia Locale della Valsugana e Tesino per difendere un suo provvedimento illegittimo con ilquale aveva respinto il ricorso di un nostro associato per una sanzione rilevata con autovelox privo di omologazione: condannato alle spese. Formalizzata oggi seconda denuncia querela.

Il fine non giustifica il mezzo.
La Polizia Locale della Valsugana e Tesino, che gestisce gli autovelox per i Comuni di Pergine e Grigno sulla SS47 sta facendo, ampio e reiterato uso di strumenti non conformi all’art. 192 del Regolamento di Esecuzione del Codice della Strada, elevando migliaia di sanzioni amministrative sulla base di rilevazioni prive di qualsivoglia validità giuridica. Ciò nonostante i ripetuti interventi della Corte di Cassazione che affermano con chiarezza l’illegittimità di sanzioni comminate in assenza di regolare omologazione del dispositivo utilizzato, l’Amministrazione Comunale ha continuato ad agire in totale spregio della legge.
È principio generale e consolidato che non è consentito all’Amministrazione pubblica perseguire un fine legittimo – quale il rispetto del Codice della Strada – mediante strumenti illegittimi o contrari alla legge. Il fine non giustifica il mezzo, e ancora meno quando il mezzo impiegato sia illegale, inidoneo e produttivo di effetti lesivi ai diritti fondamentali dei cittadini, che si trovano privati di tutela ed esposti a sanzioni arbitrarie.
Tutto sempre per la sicurezza.

Il 28.05.2025 il Corriere del Trentino, ha scritto: "Pergine, la terza città del Trentino ha solo due autovelox ma incassa un milione: «Sono un presidio di sicurezza» I rilevatori di velocità saranno confermati pure dal nuovo sindaco Marco Morelli. Un milione di euro. È la cifra incassata dal Comune di Pergine in un anno, il 2024, grazie alle sanzioni comminate per le violazioni rilevate dai due autovelox presenti nel territorio comunale, come si evince dalla delibera di giunta del 6 maggio scorso. Favorevole alla loro installazione è il neosindaco Marco Morelli (sostenuto dal centrodestra) che ha sconfitto al ballottaggio lo scorso 18 maggio Carlo Pintarelli, candidato civico: «Gli autovelox servono, sono un presidio di sicurezza, perciò non sono contrario alla loro installazione, ma devono essere perfettamente a norma. Penso, inoltre, che quello che non va sia da imputare alla normativa, non certo al Comune di Pergine». A questo proposito, una pronuncia della Cassazione ha chiarito che l’approvazione tecnica di un autovelox da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non può essere considerata giuridicamente equivalente all’omologazione, come invece affermato nelle circolari ministeriali emanate negli ultimi mesi...".

Sulla questione incidentalità, non risulta in alcun modo che la S.S.47 sia una strada pericolosa e ad alta incidentalità come sostenuto dai Sindaci, abbiamo chiesto al Prefetto di Trento in varie occasioni (ad ogni ricorso) con formale accesso agli atti, le relazioni della Conferenza Provinciale sulla incidentalità che lo stesso Prefetto avrebbe dovuto convocare a norma ogni sei mesi.... Nessun dato è mai stato fornito ne dalla Prefettura ne dalle Amministrazioni Comunali coinvolte.
Riteniamo che si tratta di una condotta non riconducibile a semplice negligenza amministrativa, bensì a un atteggiamento ostinato e consapevole, posto in essere con piena cognizione della normativa violata e degli effetti pregiudizievoli prodotti sui cittadini. L’uso continuato di tali strumenti, ben oltre il semplice errore materiale o interpretativo, trasforma l’accertamento della violazione in un abuso di potere, con potenziali ricadute sia in termini di responsabilità erariale che di responsabilità penale, per ipotesi configurabili, il falso ideologico e materiale e truffa ai danni della collettività.

Il 28.05.2025 il Giudice di Pace di Borgo Valsugana - Dr.ssa Tiziana Toma ha nuovamente accolto due ricorsi promossi per nostro associato che aveva contestato al Prefetto di Trento un Verbale per violazione dei limiti della velocità emesso dal Comune di Borgo Valsugana - Comando Polizia Locale della Valsugana e Tesino con autovelox privo di omologazione installato sulla S.S.47 nel Comune di Grigno direzione Trento al Km.81+954. (vedi foto sopra)
Il Commissario del Governo di Trento aveva respinto il ricorso del nostro associato con dubbie e valide motivazioni di legge, asserendo che lo strumento utilizzato era perfettamente regolare e che omologazione e approvazione erano analoghe procedure. Il Prefetto sosteneva altresì erroneamente che lo strumento non doveva essere preventivamente verificato con apposito verbale, cosa che invece è stata ampiamente compresa dal Giudice di Pace.

A rendere ancor più intollerabile la condotta ancora una volta denunciata, è l’effetto concreto che tale sistema illegittimo produce sui cittadini, costretti – loro malgrado – a intraprendere ricorsi presso il Giudice di Pace per ottenere l’annullamento di sanzioni manifestamente nulle ab origine, in quanto fondate su rilevazioni effettuate da dispositivi privi della necessaria omologazione. Ci si trova, dunque, di fronte a una distorsione istituzionale grave e sistematica: da un lato, il Comune che eleva multe basandosi su strumenti vietati dalla legge, il Prefetto che nega ai cittadini la giustizia gratuita, dall’altro, i cittadini, per vedere riconosciuto un diritto elementare, devono sostenere costi legali, perdite di tempo, e l’umiliazione di dover dimostrare in giudizio l’illiceità di atti che l’Ente, con un minimo di legalità e buon senso, non avrebbe mai dovuto compiere.
Anche per tali motivi il 24.03.2025 questa Associazione formalizzava a carico del Commissario del Governo di Trento, del Dirigente Area III della Prefettura Dr. Vincenzo Russo, del Sindaco di Pergine Valsugana e Dirigente Polizia Locale, denuncia querela per i presunti reati di cui agli artt. 328 co.2 c.p., 476, 479, 673 c.p. e art. 81, 110 con riferimento all’art. 640 c.p. -
Si tratta infatti di una condotta reiterata non riconducibile a semplice negligenza amministrativa, bensì a un atteggiamento ostinato e consapevole, posto in essere con piena cognizione della normativa violata e degli effetti pregiudizievoli prodotti sui cittadini. L’uso continuato di tali strumenti e la legittimazione del Commissario del Governo di Trento, ben oltre il semplice errore materiale o interpretativo, trasforma l’accertamento della violazione in un abuso di potere, con potenziali ricadute sia in termini di responsabilità erariale che di responsabilità penale, per ipotesi configurabili, il falso ideologico e materiale e truffa ai danni della collettività.
La denuncia querela.
Con profondo sconcerto, abbiamo rilevato che ieri il Prefetto di Trento ha ritenuto opportuno costituirsi in giudizio dinanzi al Giudice di Pace, avvalendosi persino della presenza di un Funzionario della Polizia Locale per delega, al solo scopo di difendere un proprio provvedimento manifestamente illegittimo.

Tale scelta ha comportato un evidente e ingiustificabile aggravio di spese e di risorse pubbliche, distogliendo personale, tempo e mezzi dalla loro funzione istituzionale per sostenere una posizione che si è rivelata infondata, come dimostrato dalla sentenza che ha condannato lo stesso Prefetto alla refusione delle spese legali in favore del nostro associato.
Questa condotta, oltre a dimostrare una preoccupante ostinazione nel voler difendere l’operato dell’Ufficio anche a fronte dell’illegittimità dell’atto impugnato, evidenzia un atteggiamento lesivo del buon andamento e dell’imparzialità della pubblica amministrazione, nonché un utilizzo distorto dell’apparato statale a danno dei cittadini.
Abbiamo denunciato alla Autorità Giudiziaria come tali comportamenti appaiano incompatibili con i principi di economicità, efficienza e trasparenza dell’azione amministrativa, sanciti dall’art. 97 della Costituzione, e pongano gravi interrogativi sull’opportunità di simili prassi, che meritano un approfondimento da parte delle autorità competenti. La nuova denuncia querela, è da intendersi quindi come formale segnalazione alla Corte dei Conti di un abuso nell’utilizzo di risorse pubbliche e della responsabilità amministrativa e contabile che da tale condotta potrebbe derivare.
Alla luce di quanto sopra, abbiamo ritienuto che il comportamento tenuto dal Prefetto di Trento configuri una condotta amministrativa illegittima, lesiva dei diritti del ricorrente, che ha visto rigettato il proprio ricorso con motivazioni in palese violazione di legge e in spregio ai più basilari principi del giusto procedimento. Nella denuncia querela abbiamo anche indicato precise responsabilità nel personale della Polizia Locale della Valsugana e Tesino nelle persone dell'Ispettore Tamburini Arianna quale responsabile delle sanzioni emesse e dell'Agente Marighetti Davide quale accertatore delle presunte violazioni poi annullate dal GdP.
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