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T-Red il gemello degli autovelox: serve l’omologazione ma i Comuni fanno finta di niente.

Il Comune di Verona si prepara ad attivare altri 4 impianti T-Red, dispositivi simili agli autovelox che rilevano il passaggio col rosso, nonostante l'obbligo di omologazione previsto dalla legge. Le amministrazioni insistono nell’utilizzarli come strumenti sanzionatori, confidando nell’ignoranza dei cittadini. Ma per ogni multa illegittima, siamo pronti a ricorrere e a denunciare questi abusi alle Procure, come già avviene per gli autovelox fuori norma.


Il Dirigente Polizia Locale Verona - Luigi Altamura
Il Dirigente Polizia Locale Verona - Luigi Altamura

Il fine non giustifica i mezzi.


È principio generale, consolidato e non negoziabile nell’ordinamento giuridico che l’Amministrazione pubblica non possa perseguire un fine, per quanto legittimo – come la tutela della sicurezza stradale e il rispetto delle norme del Codice della Strada – mediante strumenti che siano a loro volta contrari alla legge. Il fine non giustifica mai il mezzo, soprattutto quando il mezzo scelto è privo dei requisiti di legittimità previsti dall’ordinamento, risulta inidoneo a garantire trasparenza e legalità, e si traduce in una compressione dei diritti fondamentali dei cittadini.

L'Arena 22.05.2025
L'Arena 22.05.2025

L’adozione di dispositivi non omologati, o comunque privi dei presupposti tecnico-giuridici richiesti, configura un abuso che mina la fiducia nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, e produce effetti gravemente lesivi: sanzioni arbitrarie, incertezza giuridica e privazione delle garanzie minime previste dall’ordinamento democratico. Non è ammissibile che l’autorità amministrativa si collochi al di sopra della legge, facendo leva sull’apparente tecnicismo o sulla difficoltà per il cittadino di opporsi efficacemente. Ogni violazione del principio di legalità – anche quando mascherata da finalità nobili – costituisce un vulnus allo Stato di diritto e deve essere contrastata in ogni sede, amministrativa e giudiziaria.


Anche il T-Red non è omologato.


Il sistema T-Red, così come altri dispositivi tecnologicamente simili – tra cui il PASVC (Photographic Automatic Signal Violation Control) e ulteriori sistemi elettronici destinati al rilevamento delle infrazioni semaforiche – rappresentano strumenti che, per loro natura, incidono direttamente sulla sfera giuridica del cittadino. L'accertamento di una presunta violazione al Codice della Strada attraverso tali mezzi comporta l’irrogazione di sanzioni pecuniarie e, talvolta, la decurtazione di punti dalla patente, ovvero conseguenze afflittive e personali che possono incidere pesantemente sulla vita del soggetto destinatario.

Il MIT ha rilasciato una approvazione al T-Red
Il MIT ha rilasciato una approvazione al T-Red

Per questo motivo, la legge stabilisce un principio inderogabile: tali dispositivi possono essere legittimamente utilizzati solo se preventivamente e formalmente omologati ai sensi delle normative tecniche e giuridiche vigenti. L’omologazione è la procedura attraverso la quale il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) accerta che l’apparecchio rispetti gli standard richiesti in termini di affidabilità, precisione e sicurezza del dato raccolto. Essa è una garanzia di legalità, trasparenza e correttezza.

Ordinanza Cassazione n. 21894/2024
Ordinanza Cassazione n. 21894/2024

In assenza di omologazione, il rilevamento non ha valore legale e la sanzione che ne deriva è radicalmente nulla. E oggi omologare questi apparecchi come gli autovelox è impossibile per mancanza delle linee guida e dei decreti attuativi per le procedure di omologazione mai fatte in 30 anni.



Questo non è un semplice orientamento interpretativo, ma un principio ribadito costantemente dalla giurisprudenza amministrativa e, da ultimo, anche dalla Corte di Cassazione, che in una recentissima sentenza del 2024 ha affermato con chiarezza che l’utilizzo di apparecchiature T-Red non omologate per la rilevazione delle infrazioni semaforiche viola i diritti del cittadino e rende le sanzioni inefficaci dal punto di vista giuridico. La Suprema Corte ha inoltre sottolineato che la natura automatica del rilevamento rende ancora più necessario il rispetto delle garanzie tecniche e procedurali, poiché il verbale si fonda esclusivamente sull’esito del dispositivo e non su una contestazione diretta da parte di un agente accertatore.


Nonostante ciò, numerose amministrazioni locali – tra cui il Comune di Verona, che ha recentemente annunciato l’attivazione di altri 4 nuovi impianti T-Red, oltre a quelli già in funzione – continuano ad agire in violazione del principio di legalità, installando e utilizzando apparecchi privi di regolare omologazione o senza fornire prova della stessa, pur emettendo sanzioni in massa. Questo comportamento non solo è illegittimo, ma è anche profondamente lesivo dei diritti dei cittadini.


Tutto per la nostra sicurezza.


È del tutto evidente che il rispetto del Codice della Strada rappresenta un dovere civico imprescindibile, finalizzato alla tutela dell’incolumità propria e altrui. Nessuno mette in discussione la necessità di prevenire comportamenti pericolosi alla guida, come il passaggio con il semaforo rosso o il superamento dei limiti di velocità. Tuttavia, è altrettanto inaccettabile che eventuali infrazioni – spesso commesse in modo involontario, in situazioni complesse o ambigue – vengano sanzionate attraverso strumenti a loro volta in contrasto con la legge.


Fotogramma di una sanzione per passaggio col rosso.... guardate il semaforo
Fotogramma di una sanzione per passaggio col rosso.... guardate il semaforo

Non si può combattere un comportamento illecito con un altro illecito. Utilizzare dispositivi non omologati, privi delle necessarie certificazioni tecniche e giuridiche, per elevare sanzioni amministrative è un paradosso normativo e una grave violazione dei principi fondamentali dello Stato di diritto. L’illegalità dell’atto amministrativo non è meno grave dell’infrazione che intende reprimere: al contrario, quando a violare la legge è la stessa Pubblica Amministrazione, il danno è doppio – perché mina la fiducia dei cittadini e compromette l’autorevolezza delle istituzioni.


È inaccettabile che una Pubblica Amministrazione, pur perseguendo un fine teoricamente legittimo – come la sicurezza stradale – scelga di adottare strumenti che non rispettano la legge. Il fine non giustifica mai il mezzo, soprattutto quando il mezzo è illecito, inidoneo e arbitrario. In questo modo si mina la certezza del diritto, si genera sfiducia istituzionale e si costringono i cittadini a rivolgersi alla giustizia per tutelarsi da atti amministrativi viziati, con evidente dispendio di tempo, energie e denaro.


Chi agisce in nome dello Stato deve essere il primo a rispettare le regole. Diversamente, si inverte l’ordine costituzionale, trasformando lo strumento sanzionatorio da mezzo di tutela collettiva a veicolo di abuso sistemico. È per questo che, di fronte a ogni accertamento illecito basato su dispositivi non omologati, non esiteremo a proporre ricorso e denunciare questi abusi alle competenti Procure della Repubblica, affinché siano accertate le responsabilità – anche penali – di chi dispone e mantiene in funzione tali impianti in violazione della normativa vigente. La legalità non può essere selettiva né discrezionale: o vale per tutti, o non è più uno Stato di diritto.


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