“Attenta-Mente”: La psicologia della mistificazione.
- Altvelox
- 20 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Dubbi sul progetto adottato dal Comune di Piacenza: strumenti visivi simili ad autovelox, assenza di trasparenza amministrativa e criticità giuridiche già note in passato con i box arancioni che venivano posizionati a bordo strada. Chiediamo alla procura che faccia chiarezza.

L’associazione Altvelox mette sotto il progetto denominato “Attenta-Mente”, attualmente in corso nel Comune di Piacenza, che prevede l’installazione di box arancioni posizionati su pali delle strade cittadine, presentati come strumenti di educazione stradale e contenuti nel quadro di un programma di “psicologia del traffico”. ( LEGGI QUI )
Il progetto affidato a una società privata già conosciuta alle cronache per precedenti controversie relative alla vendita e diffusione di colonnine arancioni utilizzate impropriamente come dissuasori di velocità, si basa sull’idea di indurre i conducenti a rallentare mediante strumenti di tipo simulativo: i box arancioni appaiono identici a vere postazioni di rilevamento automatico della velocità, ma nella quasi totalità dei casi non contengono dispositivi elettronici attivi, o comunque non risulta pubblicamente documentata la loro conformità alle norme tecniche vigenti.
Le stesse dichiarazioni diffuse nel materiale promozionale parlano espressamente di un “effetto psicologico” e di una “branca della psicologia dedicata ai comportamenti di guida”, ma non vengono forniti riferimenti a studi scientifici, fonti accademiche o documentazione tecnica attestante la validità e la fondatezza delle tesi presentate. Inoltre, non risultano pubblicati i nomi dei professionisti coinvolti né i curricula degli psicologi citati come collaboratori del progetto.
Il soggetto privato promotore del progetto, sebbene attualmente operante, è stato in passato oggetto di ampia attenzione mediatica e giudiziaria per la commercializzazione di strumenti non conformi alle disposizioni ministeriali in materia di controllo elettronico del traffico. In alcuni casi, Prefetture, Province e Comuni hanno successivamente sospeso o annullato tali iniziative a seguito di chiarimenti ricevuti dal Ministero delle Infrastrutture e delle Inchieste della Magistratura.
La correttezza amministrativa non è un’opzione: è un obbligo giuridico
Nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino, la correttezza e la lealtà sono obblighi giuridici inderogabili, sanciti dall’art. 97 della Costituzione e ribaditi in modo sistematico dalla giurisprudenza amministrativa e contabile. L’amministrazione deve agire in modo trasparente, non ingannevole, con finalità chiaramente esplicitate e strumenti conformi alla legge, soprattutto quando si tratta di esercitare poteri che incidono sulla libertà di circolazione e sul patrimonio delle persone, come nel caso delle sanzioni per eccesso di velocità.
È vietato per legge mettere in atto stratagemmi, simulazioni o espedienti psicologici che possano indurre il cittadino in errore, anche quando l’intento dichiarato è quello di migliorare la sicurezza stradale. La finalità non giustifica mai il mezzo, se il mezzo viola principi fondamentali del diritto amministrativo: trasparenza, correttezza, proporzionalità, pubblicità degli atti e conformità tecnica dei dispositivi utilizzati.
La Cassazione e la Corte dei Conti hanno più volte stigmatizzato pratiche in cui amministrazioni locali hanno fatto uso di strumenti non omologati, o installato apparati visivamente assimilabili a dispositivi di rilevazione, senza che vi fosse un impianto giuridico valido e documentato a sostenerne l’impiego. Non si può “educare” con l’inganno, né può la pubblica amministrazione prendersi gioco del cittadino, inducendolo a ritenere di essere sotto controllo elettronico quando ciò non corrisponde al vero.
Conclusione e azioni promosse
Alla luce di quanto sopra, Altvelox presenterà la prossima settimana formale denuncia alla Procura della Repubblica, ritenendo che il progetto in oggetto presenti numerosi profili di irregolarità, sotto il profilo dell’affidamento, della gestione tecnica e della legittimità amministrativa. Sarà ora compito dell’Autorità Giudiziaria accertare se vi siano stati comportamenti contrari alla legge e se le iniziative poste in essere possano integrare fattispecie rilevanti sotto il profilo penale, contabile o disciplinare. Ribadiamo il principio: la sicurezza stradale si persegue con legalità, con strumenti omologati e verificabili, e con piena trasparenza verso i cittadini. Non con psicologia spicciola, marchingegni visivi fasulli.

Se il fine è legittimo, anche i mezzi devono esserlo.
Sul piano giuridico, va ricordato che qualsiasi strumento utilizzato per l’accertamento delle infrazioni ai limiti di velocità o per finalità sanzionatorie deve essere omologato ai sensi dell’art. 45 del Codice della Strada e dell’art. 192 del relativo Regolamento di Esecuzione. Anche laddove non vengano emesse sanzioni, l’installazione di elementi che simulano l’attività di controllo elettronico può integrare una violazione dei principi di legalità, trasparenza e buona fede dell’azione amministrativa, soprattutto se associata a messaggi ambigui o a campagne che lasciano intendere un controllo continuo e attivo.
Alla luce di quanto sopra, Altvelox ritiene necessario un approfondimento da parte dell’Autorità Giudiziaria competente e richiama la necessità, per tutte le pubbliche amministrazioni, di operare nel rispetto della normativa vigente, della trasparenza amministrativa e dei diritti fondamentali dei cittadini, evitando soluzioni “educative” che si basino su meccanismi suggestivi, ambigui o fuorvianti.
L’educazione stradale non si fa ingannando gli utenti della strada, ma attraverso strumenti scientificamente validati, tecnicamente conformi e giuridicamente corretti.
DATI ISTAT INCIDENTI COMUNE PIACENZA 2019-2023
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