L'informazione come strumento di confusione: a chi giova davvero?
- AltVelox
- 27 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Giornalisti e media, che dovrebbero essere custodi della verità, si trasformano talvolta in abili manipolatori della percezione pubblica. Diffida a Il Gazzettino e AntennaTre la notizia è falsa non fomentate inutili tensioni e concentratevi sulle questioni importanti.

In un’epoca in cui la comunicazione è istantanea e capillare, il ruolo dell’informazione dovrebbe essere più che mai quello di orientare, chiarire e offrire strumenti di comprensione critica. Eppure, troppo spesso assistiamo al fenomeno opposto: la creazione deliberata di confusione, polemiche costruite ad arte e la diffusione di notizie false o volutamente distorte.
Giornalisti e media, che dovrebbero essere custodi della verità, si trasformano talvolta in abili manipolatori della percezione pubblica. Attraverso titoli sensazionalistici, omissioni strategiche, narrazioni parziali o totalmente inventate, riescono a spostare l’attenzione collettiva, alimentare tensioni sociali, polarizzare le opinioni.Ma perché? A quale fine?
Il Gazzettino e AntennaTre Media NordEst hanno riportato una notizia falsa e che sarebbe stata facilmente verificabile prima di accusare Altvelox di avere pubblicato sui social un fotomontaggio del Sindaco di San Donà di Piave che lo ritrae con un BOCCALE DI BIRRA IN MANO DAVANTI AD UN AUTOVELOX (foto sotto).

La notizia è evidentemente falsa, fuorviante e facilmente riscontrabile ed allora ci si chiede perche scrivere provocazioni e inesattezze che possono scaturire in ulteriori tensioni.
La fotografia del sindaco è stata da noi presa direttamente dal web ed è stato esclusivamente eliminato lo sfondo per inserire il sindaco vicino ad uno degli autovelox ancora attivo ed oggetto delle nostre proteste. Come si vede chiaramente il bicchiere non è un boccale di birra ma un bicchiere iconico della CocaCola®. Seppure ci sia in atto un forte contrasto con il Sindaco di San Donà, per indole e per statuto Altvelox non avrebbe mai pubblicato una foto che poteva apparire offensiva per la persona e per il ruolo ricorperto, quantomeno per il rispetto dovuto alle Istituzioni. Il Sindaco Teso, che evidentemente o non ha visto la nostra pubblicazione o preferisce sfruttare la confusione mediatica per distogliere l'attenzione sulle illegalità molto più evidenti che sta commettendo, ha annunciato denuncia per diffamazione. Ne prendiamo atto la cosa non ci turba.

Nel frattempo abbiamo scritto a Il Gazzettino e AntennaTre Mediaordest per chiedere immediata ratifica e smentita di quanto pubblicato a nostro danno.
L'agenda dietro la disinformazione
La risposta, seppur scomoda, è chiara: creare caos serve. Un'opinione pubblica divisa, impaurita e bombardata di notizie contrastanti è più facilmente controllabile. La confusione favorisce interessi economici, politici e di potere che prosperano sull'instabilità e sulla distrazione.Invece di porre l’accento sui reali problemi che affliggono la società – il lavoro, la sanità, l'istruzione, i diritti fondamentali – si preferisce deviare l'attenzione su scandali costruiti, dichiarazioni decontestualizzate, polemiche inutili.
Ma chi guadagna in questo modo?
Gruppi di potere che, nell'ombra, portano avanti agende poco popolari.
Poteri economici che traggono profitto dalla paura e dall'incertezza.
Lo stesso sistema mediatico, che vende più copie, genera più click e aumenta i propri introiti pubblicitari.
Non cadiamo nella trappola
Oggi, più che mai, serve uno spirito critico forte. Non possiamo più permetterci di accettare passivamente tutto ciò che ci viene proposto dai media mainstream. È nostro dovere:
Verificare le fonti.
Leggere più versioni di una stessa notizia.
Chiederci sempre "Chi ci guadagna?" da una certa narrazione.
Smettere di reagire d'impulso e iniziare ad analizzare i contenuti con attenzione.
La verità, spesso, non è quella che grida più forte, né quella che ci viene servita su un piatto d’argento. La verità è discreta, richiede pazienza, ricerca, attenzione. In un mondo che punta a confondere, cercare chiarezza è già un atto rivoluzionario.
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