Galliera Veneta (PD): uso illegittimo degli strumenti di rilevazione. Un caso emblematico di violazione della legalità amministrativa.
- Altvelox
- 1 giorno fa
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Persistono le sanzioni basate su dispositivi privi di omologazione: i cittadini costretti a difendersi in giudizio, mentre le istituzioni ignorano norme e giurisprudenza consolidata. Nuova denuncia querela per il sindaco di Galliera Veneta, dirigente polizia locale PD1A, Prefetto, Dirigente Polizia Stradale e vertici ANAS Spa della Provincia di Padova.

ll Comune di Galliera Veneta, in provincia di Padova, continua a emettere sanzioni amministrative per violazioni al Codice della Strada mediante strumenti di rilevazione automatica non conformi all’articolo 192 del Regolamento di Esecuzione del CdS. Tali dispositivi, privi di regolare omologazione, vengono utilizzati nonostante una giurisprudenza ormai uniforme della Corte di Cassazione, che ha chiarito in più occasioni l’illegittimità di accertamenti fondati su apparecchiature non rispondenti ai requisiti tecnici e normativi previsti.
Altvelox aveva già denunciato i Sindaci di Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galliera Veneta nel 2024. Queste amministrazioni hanno istallato 12 autovelox in un tratto di 15 chilometri nella regionale 53. Una strada ampia, dritta e sicura, con pochi incidenti (per fortuna) e una sede viaria che difficilmente si può percorrere a 70 km/h. Risultato: 17 milioni di euro incassati dal 2021 al 2023». A seguito di questa denuncia querela la procura di padova ha aperto una indagine attualmente in corso, attività giudiziaria che però pare non avere impaurito il sindaco di Galliera Veneta Italo Perfetti, che a differenza di altri colleghi che hanno spento gli autovelox, continua a notificare multe su multe che siamo costretti ad impugnare ai giudici di pace.

Ciò che desta maggiore preoccupazione è la persistenza di tale condotta da parte dell’amministrazione comunale, che continua a fare affidamento su autorizzazioni ormai prive di fondamento giuridico, con il supporto implicito o esplicito di soggetti istituzionali tra cui ANAS S.p.A., gestore della Strada Regionale 53, la Sezione della Polizia Stradale di Padova e la stessa Prefettura. Questi enti, pur essendo a conoscenza delle norme vigenti – incluse quelle introdotte dal cosiddetto “Decreto Autovelox Salvini” – non hanno ancora provveduto alla sospensione o revoca delle autorizzazioni già rilasciate.
Si configura così una violazione del principio di legalità, fondamentale in ogni ordinamento democratico. I cittadini, in assenza di tutela preventiva, sono costretti a ricorrere ai giudici per vedere riconosciuti i propri diritti, affrontando costi, tempi e incertezze che non dovrebbero ricadere su chi è vittima di provvedimenti illegittimi.

Non si è davanti a un mero errore materiale o a una carenza documentale: la reiterazione consapevole di questa prassi configura un uso distorto del potere amministrativo, con potenziali profili di responsabilità anche in sede contabile e penale. L’impiego di strumenti non omologati per fini sanzionatori si traduce infatti in atti amministrativi viziati, con possibili conseguenze per chi li emette e per chi omette i controlli.
È necessario un intervento tempestivo e deciso da parte delle autorità amministrative e giudiziarie competenti: vanno sospese immediatamente tutte le autorizzazioni fondate su dispositivi non conformi, revocato l’uso di tali apparecchiature, e ripristinato un pieno rispetto delle norme e delle sentenze della Corte di Cassazione.
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