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Pesaro Urbino: Il Prefetto disconosce l'obbligo di omologazione e respinge i ricorsi. Denunciato.

Altro Prefetto denunciato alla Procura della Repubblica che disconosce la legge vigente e le sentenze della corte di cassazione respingendo i ricorsi degli automobilisti sostenendo che non serve alcuna omologazione degli autovelox. Una vergogna Isituzionale che non giustifica neppure il censimento in atto da parte del MIT che vuole sapere quanti e quali rilevatori ci sono nel territorio.

Da sinistra il Sindaco di Fano Prefetto e Vice Prefetto di Pesaro Urbino
Da sinistra il Sindaco di Fano Prefetto e Vice Prefetto di Pesaro Urbino

L'Associazione ALTVELOX ha ratificato oggi denuncia querela in capo al Prefetto di Pesaro Urbino Dr.ssa GRECO Emanuela Saveria e Vice Prefetto Vicario Dr. ANGELONI Antonio in ordine ai ricorsi che stanno respingendo con censurabili e discutibili motivazioni a danno degli utenti per verbali emessi dal Comune di Fano, multe uguali che al contrario vengono annullate dai Giudici di Pace.


TUTTI I RILEVATORI ELETTRONICI PER IL MONITORAGGIO DELLE INFRAZIONI CON PROVA LEGALE SONO ILLEGALI perché non omologati. Lo ha detto la Cassazione Civile e Penale con oltre 35 pronunce dal 2001 al 2024 e nel 2025 con 5 pronunce dirompenti e inconfutabili (Cass. n. 10505/2024 del 18.04.2024 - Cass. n. 19732/2024 del 10.07.2024 - Cass. n. 20913/2024 del 26.07.2024 - Cass. n. 26315/2024 del 09.10.2024 - Cass.10365/2025 del 14.03.2025).


Denuncia Querela del 15.04.2025
Denuncia Querela del 15.04.2025

La Costituzione Italiana identifica come unico potere quello delle leggi, nessuno a partire dal Presidente della Repubblica fino all’ultimo funzionario di P.A. è dotato di potere proprio autonomo. Ancor più vale per i Giudici di Pace e Prefetti, che, preposti all’osservanza delle leggi per primi le devono rispettare.


Si evidenzia quindi, con crescente preoccupazione, l’esistenza di un contrasto sostanziale tra lo Stato e l’Autorità Giudiziaria dove in mezzo ci resta il cittadino, in particolare con riferimento all’applicazione delle pronunce della Corte di Cassazione, che dovrebbe rappresentare il vertice del sistema giudiziario italiano e garante dell’interpretazione uniforme della legge. In diverse materie – ma in particolar modo in ambito sanzionatorio e amministrativo – si registra una persistente inerzia, se non una deliberata disapplicazione, da parte dei Prefetti, ma anche delle amministrazioni locali nei confronti delle sentenze della Suprema Corte.


Molti Prefetti (non tutti), sollecitati dal Ministero dell'Interno, continuano ad adottare prassi e atti contrari a quanto stabilito in via definitiva dalla Cassazione con pronunce e sentenze sia civili che penali, costringendo i cittadini a promuovere autonomamente ulteriori ricorsi presso i Giudici di Pace, con aggravio di costi, tempi e incertezza giuridica. Tale comportamento rappresenta una violazione diretta degli articoli 3, 24, 97 e 111 della Costituzione: Art. 3: per la disparità di trattamento tra cittadini che accedono alla giustizia e quelli che, per ragioni economiche, vi rinunciano subendo l’ingiustizia; - Art. 24: poiché l'accesso alla tutela giurisdizionale diventa di fatto subordinato alla disponibilità economica del soggetto; - Art. 97: poiché l’azione amministrativa non rispetta i principi di legalità, imparzialità e buon andamento; - Art. 111: in quanto si vanifica l’efficacia vincolante del giudicato e si mina il principio del giusto processo.


Resto del Carlino
Resto del Carlino

Si ricorda che il sistema giuridico italiano non prevede una gerarchia tra poteri che consenta allo Stato - amministrazione di ignorare la giurisprudenza della Suprema Corte; al contrario, l’amministrazione è tenuta a conformarsi alle interpretazioni normative vincolanti, specie quando provenienti dagli organi di vertice della giurisdizione. Questa condotta Istituzionale, non solo mina la certezza del diritto, ma configura un vero e proprio abuso amministrativo, che trasferisce l’onere economico del contenzioso su cittadini già destinatari di provvedimenti illegittimi, inducendoli a rinunciare alla tutela dei propri diritti per ragioni meramente economiche.


Alla luce di quanto sopra, questa Associazione Altvelox, ritiene urgente e non più procrastinabile, un intervento normativo o giurisprudenziale che ribadisca il principio di vincolatività delle pronunce della Corte di Cassazione e sanzioni anche penalmente, se serve, ogni forma di elusione da parte dei Prefetti e delle pubbliche amministrazioni a tutela dell’equilibrio tra poteri e della fiducia del cittadino nello Stato di diritto.


Il Prefetto di Pesaro Urbino, come molti altri, persiste a respingere i ricorsi dei cittadini asserendo ancora che omologazione e approvazione sono analoghe procedure tecniche e che la sola approvazione rilasciata dal MIT è atto sufficiente per legittimare le sanzioni emesse. Una situazione gravissima che collide nettamente con le pronunce e sentenze della Cassazione predette con le quali, al contrario, è stato deciso che in assenza di omologazione le sanzioni sono illegittime, condannando penalmente le società che hanno venduto autovelox privi di tale omologazione e condannando gli amministratori che li hanno utilizzati (Cass. 10365/2025).


Per questo abbiamo formalizzato denuncia querela per i reati di Falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale, omissione in atti d'ufficio per non avere fornito i documenti richiesti con accesso agli atti e tutto finalizzato alla truffa in capo al Prefetto di Pesaro Urbino Dr.ssa GRECO Emanuela Saveria e Vice Prefetto Vicario Dr. ANGELONI Antonio che ha firmato i decreti di respingimento.


Questa Associazione procederà con analoghe denunce querele ad ogni ricorso respinto dal Prefetto cui dovesse essere coinvolta predisponendo ricorso al Giudice di Pace per proprio associati.


      ALTVELOX ASSOCIAZIONE

NAZIONALE TUTELA UTENTI DELLA STRADA

Il Presidente Gianantonio Sottile Cervini




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