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Prefetto di Treviso contro la legalità: legittima strumenti privi di omologazione, cittadini costretti a rivolgersi ai giudici di pace.

L'associazione AltVelox denuncia con forza l'ennesimo episodio di ingiustizia amministrativa che si sta consumando anche nella Provincia di Treviso, dove il Prefetto continua a respingere i ricorsi dei cittadini sanzionati da dispositivi elettronici di rilevamento velocità e semaforico privi di omologazione.

Il Prefetto di Treviso - Dr. Angelo Sidoti
Prefetto di Treviso Dr. Angelo Sidoti

Nonostante la Cassazione si sia già espressa in più occasioni stabilendo che i dispositivi privi di omologazione non possono essere considerati legittimi ai fini dell’accertamento delle infrazioni, il Prefetto di Treviso e il suo Vice sembrano ignorare deliberatamente questa giurisprudenza, validando multe emesse tramite strumenti che la legge stessa considera illegali.


Corte di Cassazione ordinanza 09.10.2024 n. 26315/2024 ribadendo l'obbligo di omologazione per gli autovelox, ha precisato che tale obbligo vale per tutti i "dispositivi di monitoraggio" scrivendo: "I dispositivi di monitoraggio impiegati devono essere dichiarati di "tipo omologato"». Sul punto va di nuovo richiamato il recente indirizzo sezionale, (Cass. n. 20492/2024, cit.), che il Collegio condivide e al quale intende dare continuità, secondo cui l'esplicito riferimento normativo all'obbligatorietà dell'omologazione è in linea con il più generale principio di garanzia in materia di accertamenti rimessi a mezzi tecnici di rilevamento automatico: l'omologazione, infatti, consiste in una procedura che - pur essendo amministrativa - ha anche natura necessariamente tecnica; tale specifica connotazione risulta finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l'attività di accertamento da parte del pubblico ufficiale legittimato: requisito, questo, che costituisce l'indispensabile condizione per la legittimità dell'accertamento stesso (Cass. n. 10505/2024)".


Ma il Prefetto di Treviso respinge i ricorsi sostendendo che: "... I documentatori di infrazioni semaforiche, come il Red&Speed-Evo Lo, non sono strumenti di misura e, pertanto, non sono sottoposti alle normative sulla taratura metrologica. Il S.I.T. (Servizio Taratura Italia)...".


La Costituzione Italiana identifica come unico potere quello delle leggi, nessuno a partire dal Presidente della Repubblica fino all’ultimo funzionario di P.A. è dotato di potere proprio autonomo. Ancor più vale per i Giudici di Pace e Prefetti, che, preposti all’osservanza delle leggi per primi le devono rispettare.

Verbale di denucia del 22.04.2025
Verbale di denucia del 22.04.2025

Si evidenzia quindi, con crescente preoccupazione, l’esistenza di un contrasto sostanziale tra lo Stato e l’Autorità Giudiziaria dove in mezzo ci resta il cittadino, in particolare con riferimento all’applicazione delle pronunce della Corte di Cassazione, che dovrebbe rappresentare il vertice del sistema giudiziario italiano e garante dell’interpretazione uniforme della legge. In diverse materie – ma in particolar modo in ambito sanzionatorio e amministrativo – si registra una persistente inerzia, se non una deliberata disapplicazione, da parte dei Prefetti, ma anche delle amministrazioni locali nei confronti delle sentenze della Suprema Corte.


Molti Prefetti (non tutti), sollecitati dal Ministero dell'Interno, continuano ad adottare prassi e atti contrari a quanto stabilito in via definitiva dalla Cassazione con pronunce e sentenze sia civili che penali, costringendo i cittadini a promuovere autonomamente ulteriori ricorsi presso i Giudici di Pace, con aggravio di costi, tempi e incertezza giuridica. Tale comportamento rappresenta una violazione diretta degli articoli 3, 24, 97 e 111 della Costituzione: Art. 3: per la disparità di trattamento tra cittadini che accedono alla giustizia e quelli che, per ragioni economiche, vi rinunciano subendo l’ingiustizia; - Art. 24: poiché l'accesso alla tutela giurisdizionale diventa di fatto subordinato alla disponibilità economica del soggetto; - Art. 97: poiché l’azione amministrativa non rispetta i principi di legalità, imparzialità e buon andamento; - Art. 111: in quanto si vanifica l’efficacia vincolante del giudicato e si mina il principio del giusto processo.


Il sistema giuridico italiano non prevede una gerarchia tra poteri che consenta allo Stato - amministrazione di ignorare la giurisprudenza della Suprema Corte; al contrario, l’amministrazione è tenuta a conformarsi alle interpretazioni normative vincolanti, specie quando provenienti dagli organi di vertice della giurisdizione. Questa condotta Istituzionale, non solo mina la certezza del diritto, ma configura un vero e proprio abuso amministrativo, che trasferisce l’onere economico del contenzioso su cittadini già destinatari di provvedimenti illegittimi, inducendoli a rinunciare alla tutela dei propri diritti per ragioni meramente economiche.


Vice Prefetto Dr. A. Sallusto
Vice Prefetto Dr. Alessandro Sallusto

Questo comportamento non solo mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma ha anche conseguenze economiche gravi per chi sceglie di far valere i propri diritti: le persone sanzionate ingiustamente devono infatti affrontare nuovi costi per rivolgersi ai giudici di pace, nella speranza che almeno in quella sede venga fatta giustizia.


Ci chiediamo: quale interesse c’è nel continuare a difendere l’utilizzo di strumenti non conformi alla legge? Perché il Prefetto di Treviso insiste nel negare quanto affermato da sentenze definitive, invece di tutelare i cittadini e garantire il rispetto delle norme?


Per questo abbiamo formalizzato ennesima denuncia querela per i presunti reati di falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale, omissione in atti d'ufficio e truffa in capo al Prefetto e del Vice Prefetto Vicario di Treviso, che ha firmato i decreti di respingimento. La denuncia è stata trasmessa anche alla Corte di Cassazione, Corte dei Conti, Procura Generale della Repubblica di Venezia e ovviamente ai Ministri della Giustizia e dell'Interno. Questa Associazione Altvelox procederà con analoghe denunce querele ad ogni ricorso respinto dal Prefetto cui dovesse essere coinvolta predisponendo ricorso al Giudice di Pace per proprio associati.


Altvelox ribadisce la necessità di un controllo più rigoroso sull’operato delle amministrazioni locali, e invita tutti i cittadini colpiti da sanzioni irregolari a documentarsi, difendersi e unirsi alla nostra battaglia per una mobilità più giusta e trasparente. Non si può parlare di sicurezza stradale quando gli strumenti utilizzati per farla rispettare non sono nemmeno legali.




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