15.02.2025 - La Nuova Ferrara: "Effetto autovelox, il Comune di Ferrara prevede di incassare 2 milioni di euro in più dalle multe... l’assessore Matteo Fornasini ha dichiarato di aspettarsi ed augurarsi un incremento delle sanzioni derivanti dal mancato rispetto del codice della strada".

I recenti e ripetuti incidenti stradali che hanno visto quasi sempre giovani vittime, stanno suscitando l’ennesimo ipocrita confronto politico privo di ogni competenza e motivato semplicemente dall’infantile narcisismo dei protagonisti.

La nostra rete stradale complessivamente è articolata in 167.365 km, tra strade urbane ed extraurbane, lungo la quale si trovano 11.300 autovelox (dati anche questi non aggiornati) ai quali aggiungere i semafori T-red e sistemi Tutor.
Nella vicina Francia, che presenta una rete stradale di 1.028.260 km (62% urbana ed il 38% extraurbana), si trovano 2.406 postazioni con autovelox. In Germania, lo Stato delle Autobahn senza limiti di velocità, se ne trovano 3.813 di rilevatori di velocità.
La prima evidente considerazione dimostra come questa impressionante rete di autovelox non sia in grado di prevenire alcun incidente, ma anzi venga utilizzata dalle amministrazioni locali come una vera e propria tassa di passaggio, anche in considerazione del loro posizionamento lungo le direttrici a forte scorrimento, magari abbassando i limiti proprio in prossimità dei rilevatori.

L’ipocrisia che rende la sicurezza stradale una volgare opportunità viene certificata dalla rilevazione e gestione delle stesse sanzioni spesso appaltate a società private. Se andiamo a chiedere ai Sindaci Paladini della legalità se hanno adottato i piani di sicurezza delle strade, obbligatori dal 1993 pochi o nessuno li hanno adottati perche costa molto in risorse economiche e fisiche ma magari si scopre che hanno adottato il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) documento non obbligatorio e non utile ai fini della sicurezza stradale perche viene sovvenzionato profumatamente da fondi UE.
Per gli enti locali e per lo Stato, quindi, la sicurezza stradale diventa solo un business finalizzato ad accrescere le entrate, in più e spesso neppure utilizzandole, al 50% come invece prevedrebbe la legge, non per investimenti in sicurezza stradale ma semplicemente per il finanziamento della spesa corrente.
Emerge evidente come l’approccio tecnologico alla sicurezza stradale non abbia determinato e non produrrà mai alcun effetto sostanziale se non quello di foraggiare i bilanci degli enti locale e statali. Parallelamente sono state inasprite le sanzioni e le norme penali con l’introduzione del reato di omicidio stradale, il cui effetto deterrente risulta ancora irrilevabile in considerazione dei recenti incidenti. Un percorso, del resto, molto simile a quello avvenuto con l’introduzione del reato di femminicidio che non ha di certo diminuito le aggressioni e tanto meno gli omicidi verso le vittime femminili.
Ora, poi, sull’onda emozionale suscitata dalle troppe vittime della strada, ecco uscire un viceministro che vorrebbe introdurre l’adeguamento delle sanzioni amministrative al livello del reddito. Una sciocchezza di dimensioni epocali in quanto spesso proprio le vittime sono ragazzi giovani e studenti, quindi privi di reddito.
Le giovani vittime dei recenti incidenti dovrebbero invece suscitare una riflessione reale relativa all’approccio tecnologico insufficiente per assicurare un minimo livello di sicurezza ma soprattutto alla necessità di ripristinare il controllo fisico delle pattuglie lungo le strade.

Anche la stessa mancanza di personale adibito al controllo risulta figlia di una classe politica che ha sempre ridotto la spesa per le forze dell’ordine privilegiando gli investimenti in strumenti di controllo da remoto (autovelox).
Mai come ora la situazione della sicurezza stradale meriterebbe una riflessione, invece che dell’ennesimo inasprimento di pene e sanzioni partorite dalle solite menti governative prive di una minima competenza. Da pochi giorni si è concluso un tavolo tecnico composto dal controllore (Stato) e controllato (Comuni) nessun altro tecnico sembra sia stato coinvolto. In sostanza controllore e controllato si sono accordati con un protocollo per una bozza di decreto legge, che andrebbe a legittimare gli autovelox prodotti dal 2017 in poi. Siamo curiosi di capire come siano i protocolli di omologazione e quali tecnici e uffici metrologici li debbano fare e certificare, visto che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, lo ripetiamo, non ha competenza di legge per tali procedure e il MiMIt ha sostanzialmente dismesso gli uffici che effettuavano le omologazioni.
Oramai gli Amministratori Locali non lo nascondo neppure piu e dicono apertamente che gli autovelox servono per sistemare i bilanci. L'Assessore di Ferrara Matteo FORNASINI ieri 14.02.2025 "ha dichiarato di aspettarsi ed augurarsi un incremento delle sanzioni derivanti dal mancato rispetto del codice della strada". Il Sindaco di Colle Santa Lucia (BL) Paolo FRENA il 14.12.2023"Ancora tagli? No, altrimenti i Comuni saranno costretti ad installare qualche autovelox per recuperare risorse, o sarà impossibile mantenere i servizi". Il Presidente della Provincia di Belluno, Roberto PADRIN "E' innegabile che aiutano a fare cassa, ma aiutano anche a fare investimenti sulla sicurezza."

Interessante la motivazione sentenza della Cassazione Penale in tema di autovelox, la n° 22158 del 22/02/2012, depositata il 23 Maggio 2013; tale decisione interpreta il Codice della Strada nel senso che non sia consentito ai Comuni ed agli enti locali di utilizzare gli Autovelox quale strumento volto alla remunerazione economica e alla soddisfazione delle casse degli enti locali, piuttosto che alla prevenzione degli eccessi di velocità e dei conseguenti pericoli per gli utenti della strada.
Un dubbio più che legittimo: e se l’Autovelox fosse installato da un comune solo per fare cassa? A questo quesito risponde una sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito come l’installazione di un autovelox debba essere soggetta a reali motivi di sicurezza. Alla base dell’installazione quindi, deve esserci non tanto la volontà di accrescere le casse comunali, bensì il tasso di incidentalità che dovrà motivare la presenza dei sistemi di controllo della velocità.
Per affermarlo, il Consiglio di Stato ha dichiarato legittimo il decreto del Prefetto che aveva ordinato la rimozione di una postazione autovelox in base al basso tasso di sinistri della strada su cui era installato. Nello specifico, con sentenza 4312/14, il Consiglio di Stato ha dichiarato che il Tar del Molise non può accogliere il ricorso di un Comune in merito alla richiesta del Prefetto di far eliminare una postazione di controllo della velocità che si basava sull’impossibilità di arrestare la marcia dei veicoli nel tratto di competenza del Comune che, con le sanzioni amministrative, aiutava il bilancio.
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