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Multe e giustizia a due velocità: la legge non è uguale per tutti.

La recente analisi dei dati del Ministero dell’Interno evidenzia come, nonostante l'obbligo di omologazione degli apparecchi e le successive sentenze della Corte di Cassazione che hanno sancito l’illegittimità degli autovelox approvati ma privi di regolare omologazione, i proventi derivanti dal controllo elettronico della velocità non solo non siano diminuiti, ma sono addirittura aumentati col silenzio di prefetti e procure.


Una recente inchiesta del quotidiano "Il Mattino di Padova" pubblicato il 13.08.2025
L'inchiesta del quotidiano "Il Mattino di Padova" pubblicato il 13.08.2025

La legge non è uguale per tutti.


Multe, cassa continua nonostante le sentenze con cui la Cassazione ha censurato l'uso degli autovelox, approvati ma non omologati, nei comuni i ricavi da controllo della velocità non sono affatto diminuiti, lasciando impunita la Pubblica Amministrazione che persiste a sistemare i propri bilanci illegalmente.


Tale circostanza assume rilievo giuridico di primaria importanza, poiché si inserisce in un quadro già gravemente compromesso dall’inerzia generalizzata delle Autorità Giudiziarie. Negli ultimi due anni, infatti, le 20 Procure della Repubblica competenti da noi coninvolte da 135 denunce-querele, pur essendo state destinatarie di denunce circostanziate da parte dell’Associazione Altvelox, corredate da prove documentali e riferimenti normativi e giurisprudenziali puntuali, non hanno mai attivato l’azione penale obbligatoria prevista dall’art. 112 della Costituzione e dall’art. 50 c.p.p.


Libero 31.07.2025
Libero 31.07.2025

A fronte delle gravissime contestazioni mosse da questa Associazione Altvelox a Sindaci e Assessori, Presidenti di Provincia, Prefetti, Dirigenti di Polizia Locale e Polizia Stradale e persino Giudici di Pace, nessuno dei soggetti chiamati in causa ha mai ritenuto di sporgere querela per calunnia nei nostri confronti. Tale circostanza, di per sé significativa, costituisce un elemento oggettivo che rafforza la fondatezza delle denunce presentate: se le nostre affermazioni fossero state false o infondate, gli interessati avrebbero avuto tutto l’interesse, e il diritto di tutelarsi nelle sedi giudiziarie. L’assenza di qualsivoglia iniziativa legale da parte loro (tranne pochi casi archiviati) non può che essere letta come un implicito riconoscimento della verità sostanziale dei fatti denunciati e della correttezza dell’operato dell’Associazione, che ha agito nel pieno rispetto dei principi di legalità, trasparenza e tutela dei diritti degli utenti della strada.


La giurisprudenza di legittimità, a partire dalla storica sentenza Cass. Civ. Sez. II, n. 10505/2024, ha chiarito in modo inequivocabile che l’approvazione ministeriale non può surrogare la mancante omologazione, requisito essenziale per la validità giuridica dello strumento di rilevazione. La prosecuzione dell’uso di tali apparecchiature, unita alla riscossione dei proventi, integra non solo un illecito amministrativo, ma potenzialmente condotte penalmente rilevanti quali il falso ideologico ex art. 479 c.p., l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ex art. 316-ter c.p. e il peculato ex art. 314 c.p.


Il quadro che emerge è quello di una giustizia selettiva, dove la violazione di legge da parte della pubblica amministrazione non incontra la stessa solerzia repressiva riservata ai cittadini. Il silenzio delle Procure, protratto nonostante la gravità e la reiterazione delle condotte denunciate, non solo mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma rischia di consolidare un sistema di impunità strutturale, incompatibile con i principi fondamentali dello Stato di diritto.


Il Mattino di Padova

Il Mattino di Padova del 13.08.2025
Il Mattino di Padova del 13.08.2025

L’articolo analizza i proventi derivanti dalle multe elevate nei Comuni della provincia di Padova nel 2024. Complessivamente, gli incassi hanno superato i 50 milioni di euro, con punte record come San Pietro in Gu, dove l’introito pro capite ha raggiunto 572 euro. Cittadella e Piove di Sacco hanno incassato ciascuna oltre 4 milioni di euro. Colpisce anche il dato di Carmignano di Brenta, che ha registrato un incremento di gettito nonostante la diminuzione complessiva delle infrazioni sulla statale Postumia, notoriamente a rischio.


La tabella dei dati pubblicati, evidenzia variazioni significative tra i diversi Comuni: alcuni segnano incrementi consistenti (Cittadella, Carmignano, Piove di Sacco), altri cali o addirittura zero incassi (Agna, Sant’Urbano, Granze, Barbone). Il tono complessivo dell’analisi è critico, suggerendo che in molti casi le sanzioni abbiano assunto una funzione prevalentemente fiscale per gli enti locali.


Denunce inascoltate


Cittadella, Carmignano di Brenta, San Pietro in Gu e Piove di Sacco figurano tra i Comuni che, a seguito di una denuncia-querela presentata da questa Associazione, sono stati oggetto di un’inchiesta formalmente aperta dalla Procura della Repubblica di Padova. Tale iniziativa giudiziaria, tuttavia, non ha sortito alcun effetto deterrente: i rispettivi sindaci hanno proseguito indisturbati nell’utilizzo di dispositivi di rilevamento della velocità privi della prescritta omologazione, in aperta violazione dell’art. 142, comma 6, del Codice della Strada e della consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione.


Dal 2024 ad oggi, gli stessi amministratori sono stati nuovamente denunciati da Altvelox per almeno altre tre distinte occasioni, in relazione a condotte analoghe e reiterate. Tali atti, pur corredati di documentazione tecnica e riferimenti normativi puntuali, sono rimasti privi di riscontro, giacendo nei cassetti della Procura e avvolti nel più assordante silenzio istituzionale.


Questa situazione configura un duplice profilo di responsabilità. Da un lato, responsabilità diretta dei sindaci, che hanno deliberatamente perseverato nell’adozione di strumenti privi dei requisiti di legge, con possibili ipotesi di reato quali abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), falsità ideologica (art. 479 c.p.) e truffa ai danni dello Stato (art. 640, comma 2, n. 1, c.p.). Dall’altro, responsabilità omissiva del Prefetto di Padova, quale autorità provinciale di pubblica sicurezza e garante della legittimità dei procedimenti sanzionatori, per non aver esercitato i poteri di vigilanza e di annullamento d’ufficio previsti dall’art. 21-nonies della L. 241/1990.


Mediaset Dritto e Rovescio 24.10.2024

Non meno rilevante è la posizione della Procura di Padova, che, pur essendo obbligata all’esercizio dell’azione penale, ha di fatto tollerato il protrarsi di comportamenti illeciti, omettendo l’adozione di misure cautelari o inibitorie idonee a prevenire ulteriori violazioni. Tale inerzia, protratta nel tempo, rischia di integrare ulteriori violazioni e contribuisce a consolidare un sistema di impunità incompatibile con i principi dello Stato di diritto.


Il quadro che emerge è veramente intollerabile, quello di una gestione distorta e selettiva della giustizia, dove gli amministratori pubblici continuano a incassare proventi milionari da strumenti dichiarati illegittimi dal massimo organo di legittimità, mentre i cittadini subiscono le conseguenze di sanzioni prive di base legale, privati della tutela che la Costituzione e la legge dovrebbero garantire.


Altvelox denuncia il sindaco
17.10.2024 Altvelox denuncia il sindaco di San Pietro in Gu


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