Altvelox accusa il Comune di Treviso: silenzi istituzionali e fondi pubblici per strumenti illegittimi.
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Omissioni, segreti e multe: l’opacità amministrativa del Comune di Treviso finisce di nuovo in Procura e non ci fermeremo sino a risposta concreta. Dopo l'ennesima omissione di atti dovuti da parte del Sindaco Mario Conte, Altvelox presenta la sesta denuncia: autovelox senza omologazione, spreco di fondi pubblici e ostacoli al controllo civico.

In uno Stato di diritto, l’obbligatorietà dell’azione penale, principio cardine sancito dall’art. 112 della Costituzione, impone al Pubblico Ministero di agire ogni qualvolta venga a conoscenza di fatti penalmente rilevanti. Eppure, a Treviso, questo principio sembra sospeso. Dallo scorso anno, l’Associazione Altvelox ha presentato ben sei denunce-querela contro il Sindaco Mario Conte e il Comando di Polizia Locale per gravi e reiterate violazioni di legge nella gestione degli strumenti sanzionatori, quegli stessi strumenti dichiarati illegittimi e illegali dalla Corte di Cassazione nella sentenza famigerata n. 10505/2025.
Nonostante ciò, tutto tace. Le multe continuano ad arrivare, i dispositivi privi di omologazione restano operativi e l’Amministrazione comunale nega persino gli accessi civici procedendo come se nulla fosse, forte di un’inspiegabile senso d’impunità.

L’Associazione Altvelox ha inoltrato al Sindaco di Treviso Mario Conte, e per conoscenza al Prefetto della provincia, un formale accesso agli atti ai sensi della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e del D.Lgs. 14 marzo 2013 n. 33. L’istanza è stata presentata a seguito delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Sindaco al quotidiano Il Corriere del Veneto, dichiarazioni che meritano di essere riportate integralmente, poiché attestano in modo esplicito l'acquisto e l'utilizzo di strumenti per il rilevamento della velocità in aperto contrasto con i principi di legalità, economicità e trasparenza dell’azione amministrativa.
Secondo quanto dichiarato, il Comune di Treviso, dopo una fase di noleggio durata 18 mesi e costata circa 70.000 euro, ha acquistato definitivamente i due dispositivi Autosc@nSpeed collocati lungo la tangenziale (SR 53) al Km 59+281 e al Km 59+030, con una spesa ulteriore di 24.000 euro stanziata con variazione di bilancio. Nonostante la controversa legittimità di tali apparecchi, strumenti che continuano ad essere oggetto di numerosi ricorsi e decisioni giudiziarie favorevoli agli utenti l'Amministrazione ha dichiarato di voler “tirare dritto”, opponendosi ai ricorsi e impugnando persino le sentenze sfavorevoli emesse dai Giudici di Pace.

In tale contesto, Altvelox ha richiesto al Comune copia di una lunga serie di documenti indispensabili per verificare la legittimità degli acquisti e dell'uso dei dispositivi, tra cui:
Delibere di Giunta e Consiglio che hanno autorizzato l’acquisto, con indicazione di marca, modello e ubicazione;
Atti di gara d'appalto e affidamenti, contratti stipulati con la ditta fornitrice, gestione dati e manutenzione;
Certificazioni CE di conformità rilasciate da enti notificati (non autocertificazioni del produttore);
Decreti di omologazione e/o approvazione ministeriale (inclusi quelli ex art. 345 co.2 del Regolamento C.d.S.);
Tarature e verbali di funzionalità previsti dal Decreto Ministeriale 282/2017;
Libretti metrologici, come da Legge 93/2017;
Piano del traffico comunale e provinciale redatto ex art. 36 del Codice della Strada;
Atti che autorizzano l’incarico ai legali del Comune per l’opposizione in giudizio contro le sentenze di annullamento emesse dai Giudici di Pace;
Elenco delle spese legali deliberate dalla Giunta e dal Consiglio, affidamenti e incarichi agli avvocati incaricati.

Nonostante la completezza e la legittimità dell’istanza, alla data odierna il Comune non ha provveduto a trasmettere la documentazione richiesta. Tale rifiuto configura una grave e persistente violazione del diritto di accesso riconosciuto dalla legge ed espone l’Amministrazione a responsabilità multiple, sia in sede amministrativa sia penale.
Infatti, l’acquisto e l’utilizzo di dispositivi che non risultano omologati secondo la normativa vigente rappresenta un'ipotesi di danno erariale. Ancora più gravi sono le possibili implicazioni penali: abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316-ter c.p.) e, nel caso della ditta fornitrice, frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), qualora venga accertato che i dispositivi siano stati venduti senza i necessari requisiti di legge.
Altvelox denuncia anche la sistematica violazione dei principi costituzionali di imparzialità, buon andamento e trasparenza (art. 97 Cost.), aggravata dalla mancata risposta a una legittima istanza civica. L’Amministrazione Conte non solo persevera nell’utilizzo di strumenti potenzialmente illegittimi, ma impiega fondi pubblici per opporsi in giudizio contro i cittadini che hanno ottenuto l’annullamento delle sanzioni. Paradossalmente, nella stessa seduta consiliare in cui veniva approvata la variazione di bilancio per l’acquisto degli Autosc@nSpeed, si approvava anche il riconoscimento di debiti fuori bilancio per le spese legali di causa perse.
A fronte di questo quadro gravissimo, Altvelox ha presentato la sesta denuncia-querela nei confronti del Sindaco Mario Conte e del Comando di Polizia Locale e Prefetto di Treviso, chiedendo che l’Autorità giudiziaria valuti attentamente i profili di responsabilità, anche alla luce della recente giurisprudenza che continua ad annullare i verbali basati su dispositivi privi di omologazione.
È ora che anche a Treviso si apra un serio procedimento giudiziario a tutela della legalità e dei diritti dei cittadini. La trasparenza amministrativa non è un optional magari a senso unico e immediato solo quando ad essere messo sotto inchiesta deve essere il cittadino qualunque: è un dovere costituzionale.
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